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I ritratti senza tempo di Beth Moon

I ritratti senza tempo di Beth Moon


Esistono pochi luoghi su questo mondo che siano intoccati dal tempo; Beth Moon li conosce tutti.
Davanti alle sue foto ci si sente un po’ come in un luogo fantastico, i soggetti naturali hanno un sapore così seducente, e quelli umani sono avvolti in uno sfumato quasi irreale.
Nata nel Wisconsin, dove è cresciuta e si è laureata in Belle Arti, questa artista di rara sensibilità ci propone tematiche importanti, come la salvaguardia e il rispetto per l’ambiente in relazione al rapporto tra uomo e natura. Per farlo ha scelto di servirsi della fotografia, e non poteva scegliere mezzo migliore per recidere il fiato ad un osservatore.

I suoi soggetti si ergono come monumenti viventi, sono tra le più grandi e antiche creature della terra. Beth Moon celebra le meraviglie della natura: alberi straordinari sopravvissuti all’implacabile scorrere del tempo, che ora assumono il significato simbolico di una nuova intesa con la terra che ci ospita. Molti degli alberi che Beth fotografa sono sopravvissuti perché fuori dalla portata della civiltà: su alte montagne, terre lontane, private o protette. Alcune specie esistono solo in poche aree isolate del mondo, come i baobab dell’isola di Madagascar.
I soggetti delle sue opere sono quindi alberi a rischio di estinzione: “Non riesco a immaginare un modo migliore per commemorare la vita degli alberi più incantevoli del mondo, che esibire i loro ritratti”.
Allora Beth compie lunghi viaggi per il mondo alla ricerca di queste affascinanti creature, e ci propone opere fotografiche uniche, la cui dimensione luministica, il contrasto naturale, sembra rievocare senza presunzione quelle linee tra grigio e nero delle vallate del grande Adams.
Una natura sensibile – quasi poetica – si libra da qualche parte, tra bellezza e terrore, tra paradiso e tragedia.

Il tentativo, già proprio della fotografia, di sopravvivere all’inesorabile scorrere del tempo è portato alle estreme conseguenze anche attraverso il processo con cui Beth decide di stampare i suoi ritratti/paesaggio.
Si tratta della tecnica della stampa al Platino Palladio su carta cotone. Raffinatissimo – e attualmente il più duraturo – processo di stampa fotografica. “Per ogni stampa impasto platino, terra, metalli palladio e ossido di ferro, facendo una tintura a mano che riveste direttamente la carta che poi viene esposta alla luce”. Con questo processo i metalli vengono assorbiti dalla carta permettendo a queste stampe di durare per secoli. Attinge così al tema comune, del tempo e della sopravvivenza, anche l’associazione soggetto fotografico e processo di stampa.
“Spero di contribuire alla sopravvivenza, non solo del rapporto tra uomo e natura ma anche a quella della fotografia come bene artistico e culturale”.

Allo stesso modo affronta la sua ultima, recentissima serie “Odin’s Cove” in cui i corvi dominano i suoi paesaggi emozionali in nuove frontiere incontaminate; oppure i ritratti della serie “Thy Kingdom Come” che si concentra su credenze e pratiche che collegano l’uomo agli animali nel tentativo di emulare i ricordi dell’innocenza e della saggezza spirituale di culture antiche.

Così, rapiti da un misticismo senza tempo, in contrasto con la velocità dell’epoca digitale, la visione e la sensibilità di Beth Moon ci ricordano che la fotografia è capace davvero di speciali delicatezze.


Stefano Gizzi

A volte cerco di ricordare a quando possa risalire il primo fotogramma della mia esistenza, ma non sono mai riuscito a trovare un punto d’inizio. Perché da che ne ho memoria la fotografia ha sempre fatto parte di me.

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