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Kerry Skarbakka – L’artista maldestro

Kerry Skarbakka – L’artista maldestro


Se siete caduti almeno una volta dalla bicicletta, scivolati nella doccia, o  inciampato su dei maledetti gradini, di certo avete assaporato quel breve momento di ‘volo libero’ prima di toccare il pavimento. Questo spaventoso stato di impotenza è il soggetto delle fotografie dell’artista americano Kerry Skarbakka che esplora il terrore della caduta nella serie di scatti “The Struggle To Right Oneself”.

Nella presentazione del suo lavoro l’artista fa riferimento alla descrizione del filosofo Martin Heidegger riguardo l’esistenza umana come processo di perenne caduta, ma soprattutto alla responsabilità di ognuno di noi di distaccarsi dalla propria insicurezza. Poi continua:

“Questo lavoro fotografico è in risposta a questo stato delicato. Comprende il culmine di pensieri ed emozioni. E’ un assemblare i fili di tutto cià che l’esistenza rappresenta per me. E’ la mia visione, la mia prospettiva che si basa sulle mutevoli condizioni del mondo che abitiamo. La sua esplorazione risiede nel sublime e metaforico spazio da cui è stato estirpato l’equilibrio fino ad un punto di non ritorno. E’ come formulare la domanda su cosa significhi desistere per lasciarsi semplicemente andare, oppure quali siano le conseguenze del trattenersi”.

Skarbakka  non lavora al progetto solo con la mente ma anche con il corpo, infatti fa da modello a se stesso applicando le sue conoscenze di Rock Climbing in modo da creare un universale senso di tensione e ansia nella mente dell’osservatore, perché lui salta davvero: nelle situazioni più semplici utilizza il suo senso di equilibrio, altrimenti è prontamente fornito di attrezzature specifiche, che poi eliminadalle immagini in post-produzione.

Kerry Skarbakka offre un’intepretazione, in pieno stile contemporaneo, dell’istante compreso tra il cadere e il volare, o anche il ‘voler volare‘, dove la caduta può diventare uno slancio volontario come per sperimentare un senso di adrenalina in una vita abbandonata all’inerzia. Le sue immagini rappresentano un messaggio velato che ci ricorda quanto siamo tutti vulnerabili, e quanto la condizione umana sia in un precario equilibrio tra la lotta contro il desiderio di sopravvivere e la fantasia di trascendere l’essenza umana.


Stefano Gizzi

A volte cerco di ricordare a quando possa risalire il primo fotogramma della mia esistenza, ma non sono mai riuscito a trovare un punto d’inizio. Perché da che ne ho memoria la fotografia ha sempre fatto parte di me.

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