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Parole che non sono innocue: aspettavo te

Parole che non sono innocue: aspettavo te


Per me il tempo non è mai contato niente, è un’unità di misura piuttosto ingannevole.
Perchè alcune cose non sono “da quando“, ma “come“, cose che sappiamo da sempre, anche prima che iniziano; cose che quasi intuiamo, che sono nascoste dentro aspettando solo il momento di venire fuori.
Ecco, io, questo momento, non ho fatto altro che aspettarlo, più o meno da tutta una vita.
Aspettavo te.
E i tuoi occhi e le cose che dici anche senza parlare.
E le tue mani e perfino il modo in cui mangi le noccioline.
Il tuo incastrarti perfettamente nelle parti mancanti di me.
E a volte vorrei che fossi arrivato prima, vorrei chiuderti in un barattolo, come  fossi una farfalla, e non lasciarti più andare via.
Vorrei che ogni cosa restasse, per sempre, come questi giorni.

 

“Ha 38 anni Bartleboom, lui pensa che da qualche parte, nel mondo, incontrerà un giorno una donna che, da sempre, è la sua donna. Ogni tanto si rammarica che il destino si ostini a farlo attendere con tanta indelicata tenacia, ma col tempo ha imparato a considerare le cosa con grande serenità. Quasi ogni giorno ormai da anni, prende la penna in mano e le scrive. Non ha nomi e non ha indirizzi da mettere sulle buste: ma ha una vita da raccontare. E a chi se non a lei? Lui pensa che quando si incontreranno sarà bello posarle in grembo una scatola di mogano piena di lettere e dirle: “ti aspettavo!” Lei aprirà la scatola e lentamente quando vorrà leggerà le lettere una ad una e risalendo un chilometrico filo di inchiostro blu, si prenderà gli anni, i giorni gli istanti, che quell’uomo prima ancora di conoscerla le aveva regalato. O forse, più semplicemente, capovolgerà la scatola e attonita davanti quella buffa nevicata di lettere sorriderà dicendo a quell’uomo: -Tu sei matto!-… e per sempre lo amerà!”

A. Baricco

 


Alice Innocenti

Alice Innocenti, ventun anni, amante delle parole. Di ogni tipo di parola. "Nella vita vera non posso cancellare, tornare indietro, ripensare a quello che ho detto, correggerlo. Allora scrivo. Per prendermi la rivincita sulle parole. Per raccontare come sarebbe andata se avessi scelto quelle giuste".

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