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A colpi di matita 2.0: Marina Marinelli

A colpi di matita 2.0: Marina Marinelli


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Sono Marina, ho 38 anni faccio l’illustratrice. Ho tutti i cinque sensi molto sviluppati, anche il sesto. La mia vita è verde.

Come hai imparato a “disegnare”?
Lo faccio da quando ho memoria. Per me è sempre stato come respirare o bere… è uno dei miei sensi, un lato del sesto. Ho sempre detto e pensato che avrei fatto questo lavoro. Nonostante gli studi artistici, non ho mai accettato compromessi di stile: dentro i miei disegni ci sono solo io e i miei pensieri.

24 ore, qual è la TUA ora e perché?
Adoro la notte. Spesso attacco alle 4-5 del mattino, mi sento felice e fortunata. La mia famiglia dorme (animali compresi) ed io posso pensare solo al mio lavoro.

Immagina un foglio bianco, qual è il processo creativo che segui?
Nella fase a matita c’è musica, tanta musica. E’ come una danza, che io adoro praticare; il foglio bianco è un palco dove inizia lo spettacolo. C’è qualcosa che mi possiede in questi momenti, mi strappa il dono della parola, è solo il cuore a parlare attraverso le mie mani. Non so mai dove arriverò, è sempre una scoperta: questo mi piace e mi sorprende. Poi nella fase definitiva del lavoro mi trasformo in un chirurgo: opero con una precisione maniacale e con molto rigore.

Solitamente disegni prima su carta oppure elabori tutto direttamente su pc?
Solo carta. Il digitale mi annoia, mi deprime mi fa indolenzire la schiena. Apprezzo molto chi lo usa proprio per questo mio limite. Ho lavorato in digitale in passato, ma proprio non mi accende.

Momento marzullesco: fatti una domanda e datti una risposta.
Chi o cosa vorresti essere? Un lungometraggio di animazione.

Un illustratore che ci consigli di tener d’occhio?
Ne conosco tanti ed ognuno meriterebbe di essere citato, ma da poco ho visto le tavole dal vivo di due care amiche. Una molto giovane, brillante e amante degli animali, il suo lavoro mi ha colpita molto: Noemi Gambini.
L’altra è già affermata, una ragazza meravigliosa sotto tutti gli aspetti e dal talento spropositato che mi è rimasto nel cuore: Isabella Labate.

Final bonus question: Sbirciando qua e la tra le tue illustrazioni, sembra che i tuoi personaggi appartengano a quel mondo delle fiabe che ognuno di noi ha stampato nella propria mente.Le linee i colori, le espressioni.Quante storie bisogna aver letto e quanto bisogna aver vissuto per farli uscire in modo così chiaro e perfetto?
Da piccola, quando non potevo disegnare per qualche motivo facevo un gioco. Immaginavo un video: la musica, i personaggi, i loro pensieri, i movimenti, il loro abbigliamento, lo scenario. In questo modo ho sviluppato una mia memoria visiva. Questa abitudine mi accompagna ancora, mi aiuta molto: perché una volta che “ho visto” l’immagine non può più essere compromessa, esiste.
Ho letto sicuramente molti libri, ma soprattutto mi sono nutrita di una grande vastità di immagini. Dai mitici Quindici, ai lungometraggi Disney.
Ho vissuto per anni in ammirazione delle anime giapponesi e dei Manga. Ho divorato fumetti, fino ad arrivare alle riviste specializzate come l’Eternauta, ComicArt e il mensile Zoom.
Il cinema mi rigenera.
Amo la perfezione delle forme, le proporzioni, le prospettive forti, i grandi maestri della pittura.
La sensibilità di Lisbeth Zwerger mi ha tolto il fiato.
Con ognuna di queste realtà ho avuto un’intensa storia d’amore.
Avida sono delle figure, ingorda davvero.

Ringraziamo Marina per la sua disponibilità e vi invitiamo a cliccare sul suo sito: http://www.marinamarinelli.com


Marta Latini

Mi chiamo mARTa e nel mio nome è racchiusa una parte del mio mondo...amo la danza, il design, l'architettura, la pittura, il didò e adoro le bambole di pezza; ma non sono nè una ballerina, nè un ingegnere, nè un architetto, nè una pittrice, nè tantomeno una scultrice...

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