Domenica in strada: Inti


Che giorno è oggi? Ve lo dico partendo dai Romani. Oggi è domenica 12 maggio e il 12 maggio quest’antica popolazione di avvocati, imperatori, prostitute e mercenari che non si è mai estinta, usava celebrare i Ludi Marziali, ovvero delle feste in onore del dio Marte istituiti pensate un po’ nel secondo secolo a.C., i quali si svolgevano al Circo Massimo, dove tra giochi gladiatori, naumachie e spettacoli teatrali ci si divertiva un sacco.
Ecco, esattamente dove io la domenica vado a fare picnic con i miei amici due millenni fa c’era comunque qualcuno che al Circo Massimo faceva bisbocce, si ubriacava e banchettava. In duemila anni non è cambiato nulla.
Oggi voglio presentarvi uno street artist cileno, originario di Santiago che se ne va in giro per il mondo a realizzare dei capolavori formato gigante.
L’artista di oggi si chiama Inti, poco sappiamo sulla sua formazione, è uno schivo ma i suoi lavori si possono incrociare per le strade di molte capitali europee come Berlino e Parigi, in quest’ultima di recente ha realizzato un murale fantastico nel quartiere Maison Blanche dal titolo Our Utopia is Their Future, il quale crea un impatto visivo eccezionale.
L’arte di Inti gioca sull’evidenza, quella dei colori, in particolare il giallo, l’arancio, il rosso e azzurro, e quella del legame con le sue radici. Difatti, la particolarità dell’artista cileno sta nella rappresentazione di personaggi legati alla tradizione e a alla cultura latina come i Kusillo, un po’ strambi e molto simili a delle tenere caricature che fioriscono negli spazi urbani.
D’altronde la scuola della street art sudamericana ci ha abituato a queste gigantesche delizie cromatiche, basta pensare ai capolavori degli Os Gemeos che cito spesso (e come non potrei altrimenti?) nella mia somministrazione di dose dell’arte della domenica. E così molti altri artisti proprio come il nostro ospite di questa puntata amano le grandi dimensioni sui muri dei palazzi delle città che attraversano, creando un legame tra civiltà diverse ma aventi un comune denominatore: la strada.


Zelda

Mi chiamano Zelda, come la principessa dei Nintendo, come Zelda Sayre Fitzgerald, come Beautiful Zelda della Bonzo Dog Doo-Dah Band. Sono alta quanto una mela della Val di Non, sono impertinente come i miei capelli e mi nutro di street art, quella roba di cui vi parlo la domenica quando avete il cervello quadrato e parlate di rigori e schedine. Non potrete fare a meno di me.

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