Tuesday poison: Elio Varuna


Miei cari lettori affezionati alla nostra rubrica del martedì vi comunico che la puntata di oggi è tutta made in italy. Sì perché ho il piacere di presentarvi un po’ di pop surrealism nostrano, quello di un artista davvero molto simpatico: Elio Varuna.
Partiamo da qualche informazione di base. Nato a Roma nel 1975, Elio Varuna studia Filosofia delle Forme Simboliche, forse proprio da questi studi proviene la sua curiosità verso il mondo cosmico e surreale che poi riflette nelle sue opere.
Per un po’ vive a Berlino, giusto il tempo di conoscere la realtà stimolante che si respira nella capitale tedesca, meta oramai affermata per molti artisti e pseudo tali, per poi tornare a Roma dove partecipa a personali e collettive in giro per il belpaese e in tutto il mondo: dal MACRO di Roma al ARCOS di Benevento, da Shanghai a Londra passando anche per Berlino. La sua missione è quella di sensibilizzare all’arte, far conoscere al mondo il ruolo fondamentale dell’arte nella nostra esistenza e lo fa invadendo le città con manifesti provocatori.
Ma chi si nasconde veramente dietro le sue simpatiche provocaazioni? Un ragazzone a cui piace disegnare delle piccole creature che somigliano un po’ a dei mostriciattoli volanti rossi che danzano intorno ad altri personaggi surreali, li vedete apparire e scomparire con il loro naso lungo come dei rami di alberi secolari e hanno stampato sul viso uno sguardo tenero e giocoso.
Questi suoi mostriciattoli, disegnati su tela con pittura acrilica e smalto spray, ma anche su lino e tavola di pioppo, sono esserini impertinenti, volanti, rossi, sono sorridenti perché si divertono nel loro stesso fluttuare e quello di tutto ciò che li circonda, perché in fin dei conti il nostro universo è un movimento, una danza perpetua e circolare di esseri viventi che vivono sospesi tra le tante sfumature dei colori e il tempo che ci rende protagonisti di infinite storie e favole da raccontare.


Eva Di Tullio

Io sono Eva e con Tuesday Poison ogni martedì, vi racconterò la storia dell’arte pop surrealista e lowbrow: accomodatevi pure!

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