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A colpi di matita 2.0: Fabio Magnasciutti

A colpi di matita 2.0: Fabio Magnasciutti


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Disegno da sempre per necessità, non ricordo molto altro, su un tavolo, sotto un tavolo, dietro un divano, in auto. Un’ urgenza che tuttora sento, che mi dà da vivere, che mi fa vivere.

Come hai imparato a “disegnare”?
Copiando, tutto, la realtà, l’irrealtà, fumetti, parenti, emozioni, sensazioni, errori.
Osservando, anche le cose più banali, spesso le più evocative.
Spalancando i sensi, ascoltando musica, registrando odori, archiviandoli, riportandoli a forme e colori.

24 ore, qual è la TUA ora e perché?
Le 25.00, l’ora che non c’è, quella che vorrei avere in più, per aggiungere l’ultimo tratto, quello che manca.

Immagina un foglio bianco, qual è il processo creativo che segui?
Lo immagino nero, spesso lo rendo nero e ne ricavo le luci, a volte guidando dalla necessità di una consegna, da un tema, a volte forzandolo su ciò che vedo apparire sul foglio.

Solitamente disegni prima su carta oppure elabori tutto direttamente su pc?
Entrambe le cose, spesso dipende dal tempo, dalle richieste del committente.
Se posso scelgo comunque la materia.

Momento marzullesco: fatti una domanda e datti una risposta
D – Perché lo fai?
R – perché tu non lo fai?

Un illustratore che ci consigli di tener d’occhio?
Difficile, mi vedo venire incontro una folla di artisti che ho amato e che amo, ora mi pare di vedere più a fuoco Ferenc Pinter, uno senza il quale non sarei ciò che sono, qualunque cosa io sia.

Final bonus question: Mi ha incuriosito la risposta alla domanda (Immagina un foglio bianco, qual è il processo creativo che segui?Lo immagino nero, spesso lo rendo nero e ne ricavo le luci)…
Mi ha incuriosito perchè le prime immagini che ho visto di te sono immagini interamente dipinte di bianco con dei fumetti neri che a mio avviso lanciano spunti e messaggi mai banali…
Mi ha incuriosito perchè se penso al nero non penso mai a qualcosa da poter riempire, ma penso al nero come uno spazio già pieno, saturo…
E adesso entrei volentieri nella tua testa…
Com’è la mente di Fabio Magnasciutti? Di che colore è la sua vita? Quanto è curioso? E come coltiva la sua “genialità”?
– Com’è la mente?
E’ un cassetto, cose entrano ed escono, è pieno di passato, ovvero la materia di cui siamo fatti, malinconico forse, ma non triste.
– Di che colore la vita?
Nera. E non metaforicamente, ha il colore degli occhi chiusi quando, che lo voglia o meno, le immagini prendono forma autonomamente e tu devi afferrarle, comporle, dar loro un senso o un non senso.
– Curioso?
Direi molto, ma anche no. Non cerco la novità a tutti i costi, non ho l’indole del turista. al contrario. Mi piace consumare tutto ciò che ho intorno, fino all’osso, per poi passare oltre. Amo le cose apparentemente banali, una foglia, una cartaccia. Tutto ha una storia, basta chiedere.
– Coltivare?
Non credo sinceramente di essere geniale. Credo di essere, come tutti, un collettore, un filtro. Tutto ci passa attraverso e si trasforma, se sia arte non so, è altro. Creiamo continuamente. Tutti.

Ringraziamo Fabio e vi invitiamo a visitare il suo blog: http://fabiomagnasciutti.blogspot.it/


Marta Latini

Mi chiamo mARTa e nel mio nome è racchiusa una parte del mio mondo...amo la danza, il design, l'architettura, la pittura, il didò e adoro le bambole di pezza; ma non sono nè una ballerina, nè un ingegnere, nè un architetto, nè una pittrice, nè tantomeno una scultrice...

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