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Dan Hillier: Il revival onirico dell’incisione vit...

Dan Hillier: Il revival onirico dell’incisione vittoriana


Avete presente quelle vecchie stampe col magnifico effetto dato dall’incisione, piene di “ladies and gentlemen” tutti impacchettati in quegli abiti che affascinano per la loro eleganza eppure non così invitanti per la maggior parte di noi, ora che si può andare in giro in jeans, maglietta e sneakers? Ecco, quando si pensa all’età vittoriana sicuramente le prime cose che vengono in mente sono il look ricercato dei personaggi e l’atmosfera un po’ cupa della Londra fumosa e aristocratica, cose che diventano una combo perfetta da riciclare se oggi andate in giro truccati pesante in cilindro e redingote e tenete sotto il cuscino i grandi classici della letteratura gotica (aka: siete dei dark superseri): questo periodo ha lasciato una sensibilità arrivata a noi soprattutto tramite letteratura e arte visiva, che nel corso del tempo ha iniziato ad ispirare vari tipi di immaginari (da quello gotico e dark, appunto, allo steampunk, spesso anche fondendoli assieme per certi aspetti).

I lavori di Dan Hillier (che guarda caso è proprio di Londra!) ricalcano in un modo del tutto originale quanto detto, presentandosi come rivisitazioni delle engravings vittoriane, ma con un tocco di surreale e simbolico che l’illustratore in ascesa aggiunge con il pennino, la tecnica del collage e i mezzi grafici moderni (scan, Photoshop).
La sua passione per le stampe inglesi dell’800 è stata sicuramente la fonte da cui ha tratto l’ispirazione per le sue opere, altri fattori che lo hanno portato a percorrere con successo la via artistica sono la sua abilità sia grafica sia di visionario ed il fatto che viva proprio nella città che ridescrive a distanza di più di un secolo in chiave moderna e allucinata.
Famiglie e coppie di innamorati con appendici tentacolari; borghesi dalla testa di animale; donzelle con corna e terzi occhi; fusioni fra ossa, piume, fiori, insetti e volti umani che creano composizioni che lanciano allo spettatore il monito di guardarsi bene dalla realtà.
Il volto umano a volte non è altro che una maschera che una figura-agglomerato di ossa e parti animali e vegetali tiene in mano, avvertendo che c’è sempre qualcosa al di là a cui bisogna puntare lo sguardo, spesso alterato (occhi vuoti, scavati via o aggiunti in numero esagerato sono ricorrenti nelle illustrazioni di Hillier).

In questi lavori vedo sia una voglia di rispolverare qualcosa di passato per trasformarlo in un elemento nuovo estremamente bello ma condizionato anche dal macabro, dal buffo e dall’esoterico, quanto una ricerca trascendentale, dettata da forme geometriche ricorrenti e fusioni fra immagini che si specchiano e si uniscono, facendo confluire assieme particolari umani, animali, vegetali, architettonici. La materia non è nulla in confronto a quanto di più vario può immaginare la mente di un artista, riuscendo a creare una connessione fra anatomia umana e animale, fra prodotti della natura e prodotti dell’uomo, fra realtà e illusione, supportando il tutto con una buona dose di riflessione su ciò che di più oscuro si può trovare nel corso della vita, prima fra tutti la morte. Quello che Dan Hillier vuole comunicare a uno spettatore che si imbatte in una sua creazione probabilmente è proprio lo stupore dato dall’impatto con una realtà totalmente modificata, come in un’allucinazione: è giusto ciò che succede ad Alice entrando nella famigerata Wonderland e non a caso il racconto di Carroll è proprio di età vittoriana. Da qui partirà naturale il confronto fra i due mondi paralleli, in cui quello delle illustrazioni di Hillier usa gli elementi di quello reale per giocare con le illusioni grafiche sui significati di vita e di morte, ottenendo un risultato grottesco quanto affascinante.

Notevoli anche alcuni artworks sul tema buddismo/filosofia orientale, presi probabilmente dai viaggi in Oriente e dal suo passato di tatuatore con l’hennè. Sono evidenti inoltre dei lasciti di questo tipo di spiritualità nell’opera generale, in cui è costante l’idea della continuità e comunione fra varie forme di vita, che possono passare dalle sembianze di freaks a quelle di mistiche creature.

Da quando ha iniziato la propria attività artistica a tempo pieno nel 2006, Dan Hillier ha conosciuto una fortunata ascesa che lo ha portato tra l’altro l’anno scorso a partecipare all’evento Zoanthropy al Museo di Storia Naturale di Torino ed alla Louis Vuitton Marc Jacobs Exhibition al Louvre (in cui allietava i presenti con QUESTO). Ha anche partecipato con i suoi artworks alla creazione di un video spettacolare per il gruppo Losers, buona visione:


Roberto Todone

Studio design industriale a Treviso nel tempo libero dei miei 20 anni. Per il resto sono fissato con l'esoterico, cerco messaggi nel mondo, parlo con persone.

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