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The Battle We Didn’t Choose, la storia di Angelo e Jennifer Merendino


Pensi di avere una vita davanti. Trovi un lavoro che ti piace, una casa che ti accolga la sera quando torni stanco dal lavoro, esci con gli amici, fai attività fisica tutti i giorni, ti impegni per raggiungere degli obiettivi, porti avanti una vita moralmente corretta, perché sai che così è tutto più giusto. Trovi la donna della tua vita e la sposi con la convinzione che il meglio deve ancora venire.
Poi arriva lui. E tutto improvvisamente cambia. E tutto improvvisamente comincia a sgretolarsi nelle tue stesse mani.

Sui tumori si è scritto tanto. Si scrive tanto. Purtroppo si scriverà ancora tanto. Storie struggenti di una malattia che come un fiume in piena trascina con se tutto ciò che trova, trasformando cose, rapporti, persone. E non importa quanto tu possa sforzarti di andare avanti, non importa quante toppe tu riesca a mettere nella tua vita diventata in un battito di ciglia un colabrodo. Sarà sempre dannatamente troppo poco.

Angelo Merendino è un fotografo americano che nel febbraio 2008, 5 mesi dopo aver sposato Jennifer, la donna della sua vita, si ritrova a combattere insieme a lei un cancro al seno. Una battaglia che non hanno scelto di combattere, un amante indesiderato con il quale dover convivere notte e giorno e che come dice lo stesso Merendino, finisce per trasformare inevitabilmente le loro vite.
Un susseguirsi di mastectomie, radioterapie e chemioterapie, che sembrano allontanare il loro peggior incubo. Ma è un’illusione che dura un attimo, perché due anni dopo la prima diagnosi, il cancro colpisce ancora.
Intanto amici e parenti nonostante la vicinanza, non riescono a comprendere a fondo le battaglie quotidiane che la coppia affronta.
Perché c’è sempre un filo sottile che separa chi soffre da chi gli è vicino. Il filo rosso del dubbio, che ti fa domandare (senza una risposta certa) se quella persona vuole star sola o ha bisogno di te. Se davvero vuole che tu la veda senza capelli, senza forze, certi giorni privata di una dignità fisica che è costantemente sotto attacco.
Angelo prende una decisione importante e decide di documentare  fotograficamente il decorso della malattia di Jen.
Ne esce fuori un reportage emozionante, struggente, a tratti imbarazzante e fastidioso, che fa venir voglia di coprirsi gli occhi e che dà alle volte,  l’impressione di violare la privacy cercata da chi soffre.
Il 22 dicembre del 2011, dopo mesi di agonia, Jennifer muore.

“La battaglia che non abbiamo scelto”, The Battle We Didn’t Choose. My wife’s fight with breast cancer è una storia triste, che si è trasformata in un progetto fotografico commovente, che a sua volta si è trasformato in libro, che a sua volta si è trasformato in una nobile missione: donare i proventi a The Love You Share associazione no-profit fondata dallo stesso Merendino per aiutare le donne con problemi di cancro al seno.
Le fotografie di Angelo sono state esposte nelle grandi gallerie di tutto il mondo (con tappa anche a Perugia lo scorso anno), suscitando sconcerto, sconforto e alle volte persino indignazione. Con tanto di richiesta di rimozione opere in una galleria, da parte di molti visitatori. Perchè accettare la mortalità non è cosa da tutti. E non è cosa da tutti i giorni.

Ottobre è il mese delle prevenzione del cancro al seno (che in Italia colpisce circa 45000 donne prendendosi l’attestato di Killer per eccellenza). Un doveroso impegno per la sensibilizzazione.


Alessandro Rossi

Alessandro Rossi, fondatore di organiconcrete e pseudo studente di Ingegneria Edile-Architettura presso "La Sapienza" di Roma. Ossessionato dai buchi temporali, dall'eta adolescenziale, dal trascorrere del tempo, dai rapporti umani e dall'arte. Irrimediabilmente fesso.

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