Numerouno Lamp


C’è una domanda che gli adulti si divertono sempre a fare ai bambini, consci del fatto che la stessa domanda, posta in età più avanzata, può mettere in seria difficoltà: cosa vuoi fare da grande?
Generalmente le risposte sono tra le più variegate e audaci e comprendono bacini di interesse tanto ampi quanto bizzarri. Si va dal blasonatissimo calciatore (o ballerina per le Lady) all’astronauta, passando per lo scienziato o  il supereroe  (perché qualora non lo sappiate, salvare il mondo è un lavoro)  fino ad arrivare alla fantascienza che vede i bambini aspirare a piccoli James Bond o, cito testualmente, “raccontarori di barzellette”

Starter kit for young makers

Starter kit for young makers

Seguendo il filone fantascientifico, io da piccolo volevo fare l’inventore. Volevo costruire. Sperimentare. Toccare con mano i materiali e farli miei. Leggevo tantissimi Topolino e adoravo Archimede Pitagorico che era un po’ il Mc Giver “de noi pischelli“, compagno di numerose avventure insieme ai 9 volumi de “Il manuale delle giovani marmotte“, che nascondeva al suo interno i rudimenti dell’arte del fare da soli.
Dovevo essere un tipo noioso già da bambino.

Mio padre una domenica mattina mi regalò un piccolo foglio di compensato con delle sagome da ritagliare (roba che oggi, nonostante internet, si fa estrema fatica a trovare) corredato da un bellissimo traforo dal manico rosso (che conservo gelosamente in garage) e da  lamine che si spezzavano almeno una volta al giorno, provocando in me estremo nervosismo e mettendomi nella condizione di dover aspettare che il babbo (l’unico abilitato alla pericolosissima attività del cambio-lama) tornasse la sera . E non c’era nulla da inventare, ma il fatto di dover mettere le mani in pas..ehmm.. legno, mi faceva sentire così realizzato, da indurmi a segare persino le gambe dei tavoli di casa.
Se non mi fossi fatto convincere da mondo là fuori che non avrei potuto fare ciò che volevo, probabilmente oggi sarei un inventore. Le stampanti 3d, lasercut, Arduino avrebbero accelerato in maniera inequivocabile quei processi che a pensarci dieci anni fa, sarebbero stati annoverati soltanto in un film di fantascienza o in un libro di qualche visionario che in fondo tanto visionario non era, e avrebbero reso possibili i sogni del me- bambino (ad averlo saputo prima!).
Spuntano FabLab come i funghi e questo è tremendamente bello, invitante e stimolante per chi ha sete di realizzare i proprio progetti senza dover ricorrere (o più spesso abbandonare l’idea) a macchine di produzione industriale che di certo non sono accessibili in quanto a costi e disponibilità materiale ai plebei come me.

Tra i tanti progetti che si susseguono giornalmente, che si avvalgono delle sempre più accreditate stampanti 3D o lasercut ci è arrivata in redazione la segnalazione di Numerouno lamp prodotta dal designer tedesco Johannes Kiessler che ha trascorso i primi 13 anni della sua carriera a Milano prima di trasferirsi a Berlino. Un tedesco dal sangue italiano, come lui stesso si definisce.
Numerouno è una lampada a sospensione a basso impatto ambientale, che sviluppa più luce di due classiche lampadine da 75w grazie a un tubo T5 da 21w. Realizzata in cartone ondulato e sicuramente prototipata grazie a una lasercut è l’esempio lampante di come gli strumenti succitati, hanno rivoluzionato il concetto delle parole design e produzione, combinandole  e riassumendole nel movimento dei Makers.
Un progetto che nasce con lo scopo di sperimentare la commercializzazione di un prodotto semi-industriale bello da vedere ed economicamente accessibile a tutti.
La trovate in vendita online al prezzo di 89,00 euro, (lampada esclusa).

 


Alessandro Rossi

Alessandro Rossi, fondatore di organiconcrete e pseudo studente di Ingegneria Edile-Architettura presso "La Sapienza" di Roma. Ossessionato dai buchi temporali, dall'eta adolescenziale, dal trascorrere del tempo, dai rapporti umani e dall'arte. Irrimediabilmente fesso.

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