READING

A Sorsi di Birra: Abbazia di Rochefort

A Sorsi di Birra: Abbazia di Rochefort


Anche la storia di oggi è un tipico esempio della dea “casualità”. Ad un paio di giorni di distanza infatti da una bevuta del sabato pre-pasquale – stranamente “tradizionale” come non accadeva da un po’ – mi imbatto in questa notizia che potrebbe influire tragicamente su una delle produzioni più classiche del mondo belga.
Sperando che sopravvivano ancora molto tempo a venire dedico le righe odierne a quei birroni che non capitano per caso e che sarebbe doloroso perdere nel cammino: le ammaliatrici “dark ales” dell’Abbazia di Rochefort.

rochefort

L’abbazia cistercenze di Notre-Dame de Saint-Rémy, situata a Rochefort nella provincia di Namur (Wallonia), è una delle sei storiche “Trappiste” del territorio Belga.
Sorta nel 1230 dovette attendere sino al 1595 per la costruzione di un birrificio all’interno delle sue mura, rimasto nel corso dei secoli come epicentro di poco più del fabbisogno interno del monastero.
L’abbazia visse di alti e bassi sino al 1887, anno in cui venne acquisita dai monaci dell’abbazia trappista di Achel – anch’essi dediti alla produzione brassicola – che ne rinnovarono profondamente la struttura dando vita ad un nuovo birrificio. Fu solamente nel 1952 tuttavia, con una nuova ristrutturazione, l’aiuto nelle tecniche di birrificazione e l’isolamento dei ceppi originari di lievito da parte dei monaci di Chimay che l’abbazia riuscì a produrre abbastanza birra per essere venduta in quantità rilevanti, nonostante il prodotto dell’attività birraia fosse stato nel tempo una delle sue principali attività di sostentamento.

Rochefort brasserie 22

L’abbazia di Rochefort è divenuta ampiamente rispettata nel tempo per le sue tre “dark strong ales“, tutte incentrate su uno stampo comune ma con differenze rilevanti in rapporto a componenti organolettiche e grado alcolico. Nonostante la fama acquisita nel mondo brassicolo, l’abbazia è rimasta tra le più spiritualmente legate all’ordine della stretta osservanza e alla contemplazione della vita monastica, decidendo costantemente nel tempo di celare le visite a curiosi esterni al monastero.

Trappist-Dance-Card-Rochefort-cap

La Rochefort “6” è la più piccola della casa con i suoi “soli” 7,5 gradi, ma la più anziana prodotta sino all’avvento delle sorelle maggiori. Oggigiorno viene prodotta una sola volta l’anno costituendo circa l’1% dell’attività birraia. Dal color marrone tendente al rossastro, gli aromi fruttati e speziati con sfumature erbacee e cioccolatose si rivela in bocca ampiamente bevibile, con un corpo leggero e un finale discretamente secco.

La Rochefort “8” (9,2 %) venne prodotta per la prima volta nel 1955 per il periodo natalizio. Dato l’enorme successo la sua produzione venne stabilizzata ed accresciuta, divenendo la maggiore dell’abbazia. Dal colore leggermente più scuro della “6” evidenzia al naso note molto più strutturate, con una bella base di uvetta sultanina, frutta secca e cioccolata fondente. In bocca rimane discretamente secca e bevibile, con un lungo retrogusto avvolgente e maltato e il finale lievemente amaro in chiusura.

La Rochefort “10” (11,3 %) è la maggiore della casa, con la panza cicciona da cena di natale. Dal colore simile alle sorelle risulta ancora più intensa e strutturata, con il carattere complesso e meditativo: al naso emergono evidenti note candite, di frutta secca (datteri e fichi) e sotto spirito, sentori vinosi e liquorosi e un’avvertibile e caratterizzante sfumatura da pepe nero. In bocca si conferma incredibilmente avvolgente, con le note alcoliche evidenti al pari del carattere maltato da cioccolato fondente e melassa.

rochefort159

Non c’è altro da augurarsi che tutto questo ben di Dio sopravviva il più a lungo possibile… o quanto meno sino alla mia personale dipartita da questo mondo.


Umberto Calabria

Umberto (JJ) Calabria - Jungle Juice Brewing, autistico della birra e ancora "homebrewer" della domenica. "Liutaio" del sabato pomeriggio se ci scappa. Laureato e lavoratore per errore il resto della settimana. Curioso come una scimmia, sempre.

Commenti

commenti


RELATED POST