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Tuesday poison: intervista a Alessandro Calizza

Tuesday poison: intervista a Alessandro Calizza


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La scorsa settimana ho avuto l’onore ed il piacere di fare due chiacchiere con un artista bravissimo, fantastico e molto simpatico che vive e lavora a San Lorenzo, nel mio quartiere, dove tra una mostra e una residenza d’artista ha persino trovato il tempo e lo spazio per mettere su Factory Duepuntozero assieme ad altri amici che come lui si dedicano all’arte in modo serio, serioso e laborioso. Partecipa a collettive in giro per il nostro paese ed è passato a salutarci al Treebar in occasione della festa di Organiconcrete quando io e tutta la redazione eravamo già mezzi ubriachi tra le stampe dell’infaticabile Michele Guidarini. Lui è Alessandro Calizza e io ve lo presento con questa intervista bella bella.

Ne approfitto per dirvi che da martedì prossimo, a ritmi irregolari, questa rubrica subirà delle leggere variazioni di tono e personalità grazie al supporto di una new entry, un mio caro amico che avrete modo di conoscere meglio. Buona lettura, buon martedì velenoso!

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Il naufragio delle idee – Courtesy Mondo Bizzarro

Chi è Alessandro Calizza?
Sono un artista che ha iniziato ad appassionarsi all’arte all’età di tredici anni con le bombolette spray, questo è stato il primo approccio in assoluto che ho avuto con qualche forma creativa, più o meno illegale, poi sono passato sui fogli che a sua volta sono diventati tele.
Fino al 2008 l’arte era una passione ma poco dopo ho capito che poteva diventare un progetto di vita, quindi ho lasciato l’università e il lavoro per un magazine musicale e sono rimasto con il pennello in mano. Sono un artista autodidatta, sebbene abbia studiato incisione in cui ho trovato un linguaggio che mi piace e che mi soddisfa anche se l’evoluzione deve continuare.

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La grande abbuffata – Courtesy Mondo Bizzarro

Parliamo di Carne Fresca, l’ultima personale che si tiene in questi giorni a Mondo Bizzarro.
L’idea è nata da una loro proposta poiché dopo aver partecipato al festival Bizzarro 2013 mi hanno chiesto di preparare una mostra e con molto piacere ho accettato anche perché ho deciso di focalizzarla sulla mia ricerca attuale, sui temi che ne fanno parte e che sento più vicini. Da questo ragionamento è nata Carne fresca che è appunto il titolo della mostra, il quale sta ad indicare qualcosa che viene divorato, ovvero un’analisi di ciò che viviamo quotidianamente a livello sociale e anche personale. Carne fresca è il modo in cui  vengono considerate le nostre necessità, le nostre aspirazioni e i nostri bisogni.
La mostra, curata da Caterina Modesti e in collaborazione con Romana Telai di Fausto Cantagalli, è un insieme di allegorie e simboli che rimandano a qualcosa: il quadro La grande abbuffata, così come le nature morte, si riferisce ad altro, allo stato della nostra società. Quella che caratterizza tutti i nostri giorni. Il supplizio di afrodite è per esempio un attacco alla bellezza, credo infatti che manchi l’educazione al bello, alla bellezza: se ci fosse non servirebbe nemmeno regolare la vita delle persone con leggi. Poi il bello è che ognuno può dare la propria interpretazione delle opere, qualcuno ci ha visto la propria relazione matrimoniale, chi ci ha visto la crisi in Grecia.

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Precari equilibri di un sistema in decadenza

Parliamo delle tecniche di cui ti servi nella realizzazione delle tue opere
C’è una differenza tra quello che faccio sulle tele e ciò che realizzo con le stampe poiché queste ultime le coloro in acquerello, un mezzo che si presta bene al materiale, poiché la sua delicatezza fa sì che sembri parte dell’opera stessa.
Le tele invece sono realizzate in acrilico e carboncino, faccio uso dello stencil tranne che nei paesaggi e poi creo il chiaroscuro in carboncino e la base è ottenuta tramite lo spray. È un lavoro lungo e complesso, ma lo sento mio.
Questa unione di cose con il pennello non sarebbe possibile perché le sue setole lascerebbero dei segni, non c’è l’omogeneità che riesco ad ottenere con questa tecnica che poi è nata per necessità per una mostra a Venezia un po’ di tempo fa in cui partecipavo con Jonathan Pannacciò.
Dovevo realizzare delle opere in soli tre giorni, ho mischiato ed è uscita questa tecnica: da un’intuizione casuale un artista riesce a sviluppare una certa tecnica. Anche questo è il bello dell’arte.

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Dio respira – Courtesy Mondo Bizzarro

Da cosa trai ispirazione?
Da tutto, adoro il kitsch di questa società, mi piace a volte starci in mezzo, in cose che magari non mi piacciono come la tv ritrovo un certo fascino, sono attratto da qualunque cose descriva chi siamo e cosa viviamo come per esempio la pubblicità che è regolata in base a ciò che siamo seppur essa resta ad un livello superficiale.
Vengo ispirato dalla quotidianità ma anche dal confronto con l’arte e la storia dell’arte, mi piace fare riferimento alle opere dei classici, ad artisti viventi, alla cultura e alla letteratura classica: uno degli obiettivi dell’arte è la comunicazione e l’espressione dell’artista, quindi distrarre dal caos quotidiano.

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Noble Drama – Courtesy Mondo Bizzarro

Quali sono gli artisti che più ammiri?
Nel mio ambito di sicuro Fulvio Di Piazza, ha un impatto e una capacità tecnica incredibili. Poi  Cristiano Carotti, ogni opera è un cazzotto in faccia ma bella, riesce con la violenza a farti vedere una certa bellezza, unica. E poi Ron Enghish e Gary Baseman.

Cosa hai in cantiere?
Ho davvero tanti impegni, a cominciare dalla collettiva a Sutri nel Museo Civico, poi una mostra itinerante dal titolo Alter ego che si terrà presso lo Studio21 Gallery di Salerno per poi spostarsi a Napoli e Lecce, in cui ritroverò amici come Michele Guidarini, Vecchiato.
Una mostra per Emegency e una a Mondo Bizzarro su Frida Kahlo, magari dipingo su una sua natura morta.
Per l’anno nuovo vorrei partecipare e più mostre fuori Roma e magari prendere un’altra residenza dopo quella in Francia dove ho avuto modo di maturare dal punto di vista artistico.
Un’esperienza molto bella, da rifare.

Il supplizio di Afrodite - Courtesy Mondo Bizzarro

Il supplizio di Afrodite – Courtesy Mondo Bizzarro

Ci siamo quasi - Courtesy Mondo Bizzarro

Ci siamo quasi – Courtesy Mondo Bizzarro

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Adamo Rossi ed Eva Bianchi part 1


Eva Di Tullio

Io sono Eva e con Tuesday Poison ogni martedì, vi racconterò la storia dell’arte pop surrealista e lowbrow: accomodatevi pure!

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