Rewind: Utopia


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Non mi piace ripetermi, più per pigrizia che per un fatto di principio. Ve l’avevo già spiegato anno scorso che Utopia era la serie tv che dovevate guardare per forza, ma dal vuoto cosmico nel cervello di quelle persone che erano presenti alla mia, forse esagerata, reazione all’uscita della seconda stagione, deduco che in molti abbiate preso il mio consiglio e l’abbiate messo in qualche posto. Non puntualizziamo dove questo posto sia e a chi appartenga. Però, per un momento, concedetemi una possibilità, anche perché  non accetterò un no come risposta. Concentratevi che partiamo.

SIMPSONHOMER
Può risultare difficile stare dietro alla programmazione della televisione britannica. Gli inglesi sono abbastanza precisini, ma se ne strafottono della pianificazione del palinsesto.
Doctor Who? Beh si, faremo la nuova stagione.Quando esce? Mah, giugno, forse luglio. Senti, facciamo agosto e non ne parliamo più.
Capita quindi che la messa in onda della serie televisiva più controversa, promettente, violenta, inquietante del Regno Unito passi inosservata e che tu te ne renda conto in una pausa lavorativa, mentre il tuo pollicione accaldato scorre sullo schermo dello smartphone. Corri a casa e ti ci butti dentro. Senza nemmeno levarti le scarpe.
La prima stagione ci ha solleticato le sinapsi e le papille gustative guastate da troppe americanate tutte uguali con (in ordine di apparizione): un coniglio,una graphic novel, psyco killers, quattro sfigati che sono nel posto sbagliato nel momento sbagliatissimo, Jessica Hyde che non si sa dove cazzo sta ma che poi arriva,  i servizi segreti britannici e un sacco di giallo.

La seconda stagione ci fa vedere tutto quello che sta dietro il misterioso progetto Utopia, una sperimentazione eugenetica avviata agli inizi degli anni ’70 dall’organizzazione farabutta e super segreta chiamata The Network e perpetrata attraverso la sterilizzazione selettiva del genere umano. Insomma un gran brutto affare se ti ci trovi invischiato in mezzo, una robina bella bella se sei seduto in poltrona e te la guardi in tv.
Il pilot parte con il botto annegandoci negli inquietanti retroscena politici che nella prima stagione erano solamente riportati attraverso le parole dei protagonisti, ma che non avevamo mai visto per bene in faccia. La CIA? In confronto all’MI5 di Utopia è la parrocchia in fondo alla strada che organizza la tombola per beneficenza.

Un vero e proprio recap fatto di contenuti nuovissimi, dove è possibile riprendere le fila del racconto, abbandonato a malincuore un anno fa, ma anche andando più a fondo nella comprensione dei personaggi e delle relazioni che li legano.
Una delle poche certezze che emergono dai 52 minuti dell’episodio pilota, è che al Network, non si sfugge. Nessuno può. Non importa quanto tu stia in alto o quanto tu vada lontano.
Se Utopia sembrava essere una serie tv dal retrogusto complottistico, la seconda stagione gratta ben bene la superficie, scava dentro la pelle, sfilaccia i tessuti della trama che credevate di conoscere e vi ricopre con numerosi strati di ansia da fuga senza possibilità di riuscita.
Poi non ditemi che d’estate non c’è mai niente di bello da guardare.

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Beatrice Lombardi

Laureanda presso il CITEM di Bologna è nata 26 anni fa dal tubo catodico. Dopo anni di amore e odio con mamma Televisione e papà Cinema ha deciso di percorrere nuove strade ed è scappata con il Web.

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