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Don’t Swim di Keaton Henson

Don’t Swim di Keaton Henson


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In questa psuedo rubrica del Lunedì (che poi in realtà è una pillola, ma una pillola di quelle fisse, con argomento fisso e punto di vista fisso (il mio)) abbiamo visto e ascoltato numerosi videoclip, che hanno acuito ancor più il senso di inadeguatezza che affligge il panorama “videoclipparo” italiano.
Nonostante i miei sforzi (e le lunghe nottate a surfare come un dannato nelle lande più desolate del web), non sono ancora riuscito a trovare un videomaker italiano in grado di stare al passo con quelli presentati in queste pagine (per chi non l’avesse capito, è un chiaro appello a palesarvi, inviandoci una mail a redazione@organiconcrete.com).

Non fa eccezione il videoclip di Don’t Swim, dell’artista Keaton Henson, classe 1988, designer, poeta, pittore, illustratore e cantante, con tanto di sindrome da palcoscenico che gli impedisce di esibirsi dal vivo.
Don’t Swim è un brano del suo ultimo album Birthdays, uscito nel 2013, ben delineato in quel filone folk-blues, in cui la voce delicata (e a tratti straziante) di Henson,  si fonde con le sonorità elettroacustiche dei brani.
Don’t Swim è un universo malinconico, in cui l’anima si abbandona facilmente all’iniziale calma apparente del brano, per poi rinsavire con estrema sorpresa verso la fine, quando i suoni alzano i toni e si fanno “chiassosi”.
Tra le tante cose che a cui mi ha fatto pensare il videoclip diretto da João Nuno Pinto, c’è quella (incantevole) Natalie Portman protagonista del film Closer (visto e rivisto fino a consumare il dvd). E non è solo per i capelli fucsia.


Alessandro Rossi

Alessandro Rossi, fondatore di organiconcrete e pseudo studente di Ingegneria Edile-Architettura presso "La Sapienza" di Roma. Ossessionato dai buchi temporali, dall'eta adolescenziale, dal trascorrere del tempo, dai rapporti umani e dall'arte. Irrimediabilmente fesso.

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