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Diego Capoccitti racconta “Epithymetikòn”: uno sgu...

Diego Capoccitti racconta “Epithymetikòn”: uno sguardo contemporaneo sul mito di Platone


Senza titolo-1 Fin dal liceo la filosofia è sempre stata per me una materia ostica, perché i concetti che trovavo espressi nei libri per me avevano sempre un problema comune: erano descritti con un’infinità di parole che alle menti pratiche come la mia, provocavano solo confusione e noia.
Ebbene sì, mi sono sempre chiesta se il mio scarso interesse per quella materia in realtà misteriosa e affascinante sarebbe potuto crescere, se solo a tutte quelle parole fossero stati affiancati elementi più immediati, come ad esempio le immagini.

Qualche settimana fa ho avuto la conferma che questo mio apparentemente insensato pensiero era in realtà ben più che fondato. Ho compreso (con discreta facilità e molto coinvolgimento) il mito del carro e dell’auriga di Platone, e tutto ciò è stato possibile grazie ad un’opera audiovisiva intitolata proprio Epithymetikòn .

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Colui che ha reso possibile tutto questo è Diego Capoccitti, che all’apparenza può sembrare semplicemente il gestore di un locale in una cittadina della provincia di Frosinone, ma che in realtà cela un talento artistico riconosciuto ormai a livello internazionale (oltre a due lauree già conseguite ed una terza in arrivo).

L’opera in questione nasce da una “collaborazione” (come lui ama definirla) tra audio e video.
Nelle opere audiovisive il sonoro e le immagini viaggiano in sincronia, e spesso anche in varie forme di asincronia, per creare un terzo livello di percezione artistica (e di linguaggio artistico) che non è la somma del linguaggio sonoro e di quello visivo ma piuttosto il loro “quadrato”, inteso come un potenziamento, che quindi spinge il fruitore ad una immedesimazione totale e ad una comprensione immediata del tutto.

Senza titolo-1Il colore nero, il rosso ed il bianco, affiancati dalla costante presenza di forme circolari, diventano potenti simbologie del continuo divenire umano, che si ripete all’infinito in un ciclo eterno di morte e rinascita.

Parlando di apprezzamenti è giusto chiarire che non sono stata l’unica a trovare questo progetto interessante e stimolante, ma anzi l’opera ha già vinto numerosi premi, ultimo dei quali per la sezione continentale dell’International Computer Music Conference (il più importante evento al mondo dedicato alla musica elettronica e alla ricerca audiovisiva), il cui tema di quest’anno era proprio l’incontro tra musica e filosofia.

Non sarebbe poi così male se gli insegnanti del futuro si avvalessero di tali supporti per le loro lezioni. Io di sicuro tornerei sui banchi di scuola molto volentieri. E voi?

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Nadia Guidi

Nadia, nevrotica precisina full time, nel tempo libero tento di farmi largo nell'insidioso mondo della curatela. Rincorro tutto ciò che toglie il respiro e sono alla costante ricerca della meraviglia.

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