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A Sorsi di Birra: La rivincita delle “Basse”


Dalle altissime vette del mio metro e settanta e pochi spiccioli in più non è che abbia avuto poi tante occasioni di approccio con una bella “stangona”. Se non altro la cosa mi avrebbe creato, come dire, una certa dose di imbarazzo e senso di “inferiorità”, che nel genere maschile, si sa, è sempre nemico da combattere con il più cieco orgoglio. Ad ogni modo, anche se il collegamento pare forzato anche al sottoscritto, che nei voli pindarici ci sguazza a gonfie vele, nei primi momenti di approccio “consapevole” al mondo della Birra Artigianale rimasi inconsciamente rapito ed affascinato dalle estrose cavallone della birra, stracolme di potenzialità aromatiche e gustative, per ogni genere di esperienza sensoriale: le “Alte Fermentazioni“.

Ma poi succede sempre una cosa intrigante nell’esperienza conoscitiva, almeno a me: il sopraggiungere di questa brutta signora chiamata “noia” che spinge irrimediabilmente a ricercare l’inconsueto, lo strano, il non provato. Fino a che, ancora, dopo esperienze di ogni tipo, gioie e delusioni, sopravviene nei casi più disperati la noia della noia, la più brutta creatura mai vista probabilmente sulla faccia della terra, a lasciarci in un vuoto senso di gelido abbandono e disperazione. Questo stato però, come spesso si sa, è ciò che ci ricongiunge alle basi delle cose, alla semplicità e genuinità delle esperienze, lasciandoci riscoprire il caldo conforto dell’essenzialità ben costruita, dimenticata nelle stravaganze del superfluo. Così anche nella Birra, che alla fine è vita come tutto il resto, magari si ritorna dopo un pò ad apprezzare donnine a portata di braccio e postura, e con esse l’intrigante mondo delle “Basse Fermentazioni“.

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Non necessariamente con queste modalità di svolgimento, ma nelle conclusioni finali, sembra stia volgendo da qualche tempo la tendenza nel mondo della birra artigianale Italiana, lanciata dalle estrosità degli anni più giovani del movimento alla riscoperta di sapori semplici ed eleganti, solitamente dentro le righe, da bere con facilità e soddisfazione. Su questa strada coraggiosa, già da alcuni anni, si è imbattuto uno dei Birrifici più affermati nel nostro scenario, il Birrone di Isola Vicentina, che ne ha fatto il perno e la ragion d’essere della propria produzione nel motto “artigianale da bere“. Il sacrificio iniziale è stato ampiamente ripagato negli anni, portando lo scorso giovedì il birraio Simone Dal Cortivo a primeggiare con il riconoscimento di “Birraio dell’anno 2014“, a ricompensarlo dell’ottimo lavoro svolto nel tempo.

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Quest’ultima occasione è solo la più recente di un percorso le cui avvisaglie, in realtà, si sono intensificate via via negli anni. Abbiamo spesso parlato di un must del nostro territorio, la TipoPils del Birrificio Italiano, capace di trionfare in varie occasioni anche a casa del nemico, in terra teutonica. Come non citare, poi, altre realizzazioni eccelse dello stesso stile, la Via Emilia del Birrificio del Ducato, sempre più affermato nel panorama internazionale e la Grigna del Birrificio Lariano, tra le migliori realtà del nostro panorama e produttore, tra le altre, della Salada, interpretazione eccellente di uno stile di cui parlammo tempo fa, la Gose di Lipsia.

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In questo contesto Il Birrone si è inserito a bomba, focalizzando la produzione completamente sul tema e realizzando prodotti stupefacenti per fragranza e genuinità. Tra i tanti la Brusca, pils “graffiante” come suggerisce il nome, la Punto G, bock suadente e beverina, la Scubi, ottima “scura” sui generis, oltre a spingersi, tra tante altre birre realizzate, ad uno dei primi esempi in italia di fusione del mondo tedesco con le note intriganti ed estreme della realtà americana, la Gerica.

Pensare che il mondo delle Basse Fermentazioni sia lontano dalle sorprese e realizzazioni inconsuete sarebbe, tuttavia, un grandissimo errore. Pensiamo solamente ad un paio di prodotti particolari, la Nigredo del Birrificio Italiano, dark lager geniale che impiega una parte di luppoli “tostati” e la Don Zaucher, tra le realizzazioni migliori dei ragazzi di Stavio, meravigliosa “rauch” in cui i sapori affumicati si coniugano ottimamente alle note apportate dall’utilizzo di scorza d’arancia.

 


Umberto Calabria

Umberto (JJ) Calabria - Jungle Juice Brewing, autistico della birra e ancora "homebrewer" della domenica. "Liutaio" del sabato pomeriggio se ci scappa. Laureato e lavoratore per errore il resto della settimana. Curioso come una scimmia, sempre.

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