A colpi di matita 3.0: Matteo Morelli


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Sei al microfono di una radio e devi trovare lo sketch giusto per presentarti… 3….2….1…..ON AIR
Ciao a tutti, sono Matteo e vado matto per le cose antiche e polverose, ma anche il design contemporaneo. Siccome non ho tempo di seguire entrambe perché mi piace anche dormire ogni tanto, cerco di unire i due mondi illustrando cose che starebbero bene dentro una wunderkammer.

Immagina di trovarti davanti ad un bambino e di dovergli spiegare in cosa consiste il tuo lavoro.
Hai presente quando la mamma ti legge delle storie in libri che hanno dei disegni che ti fanno immaginare? Ecco, io sono una delle persone che ti aiuta a immaginare.

Lo starter kit di ogni illustratore comprende:
Mi verrebbe da dire la classica accoppiata matita-figlio, ma in realtà ti direi una bugia. Ormai abbiamo a disposizione così tanti mezzi che si può illustrare anche con la passata di pomodoro della nonna versata su un tavolo, basta avere una macchina fotografica e immortalare il segno. Secondo me il vero kit dell’illustratore consiste nell’avere una propria visione del mondo, avere storie, pensieri ed opinioni che le persone possano ascoltare con gli occhi.

Qual è l’episodio legato all’illustrazione che ricordi con più piacere? E con più dispiacere? Ti va di raccontarceli?
La sensazione sicuramente più divertente è quando durante le mostre mi fingo osservatore. Mi accosto furtivamente agli osservatori e origlio le loro impressioni. Talvolta interagisco con loro sempre fingendomi un perplesso osservatore che non trova alcun senso nei lavori esposti. Nei miei lavori mi piace utilizzare simboli ed estetiche che pescano da un austero e misterioso immaginario collettivo e quando entrano in contatto con l’individualità dell’osservatore la reazione chimica è spesso molto divertente. Non capita di rado che mi senta rispondere “Boh, per me è solo un po’ pazzo”.
Gli episodi meno piacevoli sono invece legati allo scontro tra quotidianità e illustrazione. Siccome ho la curiosa capacità di riuscire a rovesciare qualsiasi cosa, nei periodi a ridosso delle consegne mi accade spesso di rovesciare latte o viveri di varia natura sulla mia tavoletta grafica o sul computer. Credo di essere uno dei più affezionati clienti delle aziende che producono tavolette grafiche.

Ti va di giocare con me? Ti spiego subito come funziona: prenderò un foglio totalmente bianco e farò tre segni a caso sopra, lo scopo del gioco è quello di, partendo da quei tre segni, dare vita ad un disegno di senso compiuto. Per fare il disegno non avrai a disposizione mezza giornata, ma solo pochi secondi…anzi, visto che sono buona, facciamo un paio di minuti :P

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Persone da tener d’occhio: una colonna dell’illustrazione e un emergente da “esplorare”
Vado a pescare la mia colonna dell’illustrazione nell’Inghilterra della prima metà dell’800, quando un geniale illustratore satirico di nome George Cruikshank prendeva in giro la società inglese del suo tempo alla faccia del perbenismo imperante. L’ironia e la poesia del suo tratto mi affascinano non poco e nonostante io non sia un fan del mondo del fumetto, lo reputo un capostipite.
Un giovane illustratore che mi ha sempre ispirato moltissimo è Alessandro Ripane, artista che nonostante attestati di stima reciproca ed alcuni amici in comune non ho mai avuto il piacere di incontrare.

Sbirciamo nel tuo futuro “prossimo”: a cosa stai lavorando in questo momento? C’è qualche progetto che hai voglia di condividere con noi?
Vedo il mio futuro a cavallo tra il graphic design istituzionale e l’illustrazione. Trasformare l’illustrazione in professione è difficile, soprattutto per la natura dei miei lavori, che riconosco essere difficili da collocare in contesti “quotidiani”. Il lavoro al quale attualmente sto lavorando con più passione è il “The Bestiary of Knowledge and Pleasure”. È da circa un anno che creo il materiale per un libro che racconterà le osservazioni di un viaggiatore che attraverserà mondi inesplorati, un po’ metafisici nei quali incontrerà creature stranissime, che da buono studioso d’altri tempi, raccoglierà e classificherà pazientemente in un bestiario.

Final bonus question: Immergersi nel tuo portfolio, sembra entrare in un laboratorio: prospettive, geometrie, mi sembra di vederti catturare un’ immagine, decostruirla e poi ricomporla secondo un tuo schema preciso. Insomma se ti dico che guardando le tue illustrazioni ho pensato a Leonardo Da Vinci mica ti offendi!? ;P
Tornando a noi, visto che abbiamo preso in ballo “LEO”, c’è un “Mostro Sacro” a cui ti sei ispirato in passato o a cui ancora ti ispiri che ti ha portato a definire il tuo stile?
A metà tra un bestiario fantastico e tavole tecniche (che mi ricordano moltissimo quel capolavoro del Codex Seraphinianus), le tue illustrazioni richiamano a incredibili infografiche del passato che poi sembrano sposarsi benissimo con il tuo lavoro da Graphic Designer. In che modo coniughi queste due attività (ammesso che possano essere considerate in maniera distinta)? E qual è il Fil Rouge che lega tutto?
Offendere?! È un complimentone! La differenza è che Leonardo le creava di sana pianta, e non solo ci riusciva bene, ma ha inventato proprio una nuova estetica. A mio avviso è stato il primo a dimostrare che una rappresentazione scientifica può essere di per se un’opera d’arte.
Il già citato Cruikshank mi ha insegnato che anche un’incisione a bulino di duecento anni fa può conservare un’ironia che può ancora farci sorridere. Dal lato puramente stilistico, invece, ho sempre preso a piene mani dai trattati scientifici a cavallo tra ‘700 e ‘800, di cui sono appassionato collezionista.
Sono venuto a conoscenza del Codex Seraphinus subito dopo aver iniziato a lavorare al mio bestiario e devo ammettere che ci sono un po’ rimasto male. È indubbio che lo
spirito che lega il mio lavoro e quello del Codex è molto simile ma credo ci siano notevoli differenze. La prima è che il Codex Seraphinus è indubbiamente più bello! Per quanto riguarda il ruolo che ha il graphic design nelle mie illustrazioni è indubbio che ci sia una forte commistione. Passo molto tempo a sfogliare riviste di design e a creare grafiche vettoriali. Nella mia vita ho anche avuto modo di realizzare infografiche ed esplosi tridimensionali di oggetti. Mi piace riportare alla luce antiche e dimenticate incisione per tingerle di contemporaneità, la vivo più come missione etica che come puro vezzo stilistico.

Ringraziamo Matteo Morelli e vi invitiamo a visistare il suo sito: http://matteomorelli.net/

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3_one-eyed fish

4_Flamingos

5_lemurians

6_Snail_150

7_Zipanguese radish_rgb

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Marta Latini

Mi chiamo mARTa e nel mio nome è racchiusa una parte del mio mondo...amo la danza, il design, l'architettura, la pittura, il didò e adoro le bambole di pezza; ma non sono nè una ballerina, nè un ingegnere, nè un architetto, nè una pittrice, nè tantomeno una scultrice...

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