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Kin Fables: la magistrale trilogia dei fratelli McKinnon


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Per raccontare una favola ad un bambino, ci vuole del tempo.
Perchè il bambino non accetta che tu debba scappare in cucina a salare la pasta, o tornare al lavoro, o uscire con gli amici, o fare la lavatrice o andare a pagare le bollette. E comincia a porti buffe e insistenti domande sul “come e perchè”, tessendo nella sua testa una fitta rete di dettagli che abbisognano di linfa ad ogni tua nuova parola. E perchè? E perchè? E perchè?

Non mi stupisce perciò che Kin Fables come tutte le favole che si rispettino, abbia un ritmo lento, cadenzato, a tratti ipnotico.
Dopo il primo short movie KIN, autofinanziato ma vincitore del premio miglior cinematografia al Fantasia International Film Festival 2013, i fratelli McKinnon, registi e fondatori del progetto, sono partiti con una fortunata campagna su Kickstarter (che ha totalizzato oltre 26mila dollari) con l’intento di raccogliere “dindi” per realizzare SALVAGE e REQUIEM, gli altri due episodi della trilogia, che dopo qualche ritardo iniziale (e qualche lamentela da parte dei sostenitori della campagna) hanno visto ufficialmente la luce proprio un mese fa.

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A metà tra una favola moderna e un racconto dei vecchi tempi, Kin Fables è un progetto a tutto tondo che parte da uno short movie e si dirama prepotentemente verso l’Arte (con rigorosa lettera maiuscola), abbracciando una colonna sonora che da sola vale il prezzo del biglietto, un’imminente graphic novel che promette fuochi d’artificio e una gallery piena di scatti sul set, schizzi e disegni.

SALVAGE, il secondo episodio, grazie ai fondi del crowdfunding ha permesso a Ben e Seb McKinnon di girare gran parte delle scene nell’isola canadese Terranova, isola intrisa di atmosfere liquide e misteriose. REQUIEM invece si è avvalso degli scenari di Montreal, per raffigurare un presente immerso in grattacieli, uffici e appartamenti.
Perchè Kin Fables, riesce a srotolarsi in maniera magistrale in un tempo non definito, arrivando a sfiorare la contemporaneità, ma senza perdere di vista la dimensione fiabesca del mondo.
Che poi è un po’ come chiudere gli occhi e tornare a quando avevamo 8 anni.

Insomma un calderone pieno di ingredienti di qualità, da gustare con il cuore di un bambino, la domenica pomeriggio sul divano di casa propria, assaporando ogni attimo della trilogia e lasciandosi trasportare dalle atmosfere oniriche e fiabesche, prima, reali e contemporanee, dopo. Mezz’ora spesa bene, ad esclusiva fruibilità di chi ha voglia di tuffarsi in un capolavoro, senza badare al tempo che passa, alla pasta che scuoce, all’appuntamento in ritardo o alla lavatrice da stendere.

Qui sotto, trovi incolonnati tutti i tre episodi, così non devi neanche perdere tempo a cercarli. Basta rilassarsi, sciogliere la tensione sulle spalle, mettere a tutto schermo e cliccare Play.
E se quando è tutto finito, ti disperi perchè ne vorresti ancora, sappi che vista la qualità del lavoro Ben and Seb McKinnon stanno pensando di rendere Kin Fables un vero e proprio lungometraggio (dal titolo The Sad Prince) da presentare al festival Cinecoup, per provare a vincere il milione di dollari in palio.

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Alessandro Rossi

Alessandro Rossi, fondatore di organiconcrete e pseudo studente di Ingegneria Edile-Architettura presso "La Sapienza" di Roma. Ossessionato dai buchi temporali, dall'eta adolescenziale, dal trascorrere del tempo, dai rapporti umani e dall'arte. Irrimediabilmente fesso.

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