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A colpi di luce 3.0: Simone Angioletti

A colpi di luce 3.0: Simone Angioletti


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Ciao Simone, parlaci di te attraverso due scatti: fotografa ciò che hai in tasca e dove ti trovi adesso, raccontaci se (e perché) rappresenta il posto in cui vorresti essere.
In tasca ho lo stretto necessario: portafoglio, chiavi di casa e cellulare. In questo momento mi trovo al Politecnico di Milano a seguire un convegno sulla fatturazione elettronica alla Pubblica Amministrazione. Perché mi trovo qua? Banalmente, per lavoro, siccome adesso lavoro come ingegnere gestionale (eh si, in questo momento della mia vita non sto lavorando come fotografo): lavoro che mi sta permettendo di finanziarie avanti altri progetti di lungo periodo di cui parlerò più avanti…quindi si, direi che anche se preferirei essere a camminare in un bosco in montagna, ho scelto di essere qua in questo momento e quindi è il posto in cui voglio essere!

Su di te non ho trovato molto su internet, quindi ti chiedo, chi è veramente Simone? Dove vive, lavora, cosa fa, quali sono i tuoi interessi?
Chi sono? Bella domanda, non lo so ancora! In questo momento vivo intorno a Milano, lavoro in ufficio, vado in palestra, faccio foto, vado a correre, vado a camminare in montagna, mangio vegano, leggo, ascolto musica, coltivo un orto, scrivo i sogni che faccio la notte su un diario.
Raccontaci l’episodio che ha in qualche modo segnato il tuo avvicinamento o la tua visione fotografica.
Era fine Ottobre 2010, avevo appena finito l’università e non sapevo che cosa fare della mia vita. Ho conosciuto un fotografo che stava aprendo un nuovo studio a Milano e mi sono offerto di andare a lavorare per lui. Un anno dopo circa ho lasciato lo studio e ho cominciato a lavorare in proprio: quest’esperienza mi ha posto per la prima volta nel mondo della fotografia professionale e ha influenzato il mio modo di vedere questo lavoro.

Fotografia di moda, spiegaci cos’è per te la fotografia e cosa la moda, cosa pensi del rapporto tra queste due arti?
Nella mia limitata esperienza posso dire che il dialogo tra questi due mondi è sicuramente fecondo: potremmo dire che il mondo della moda propone un certo tipo di visone e determinati valori e la fotografia è uno dei linguaggi che la moda utilizza per comunicarli. È vero anche il contrario, ovvero il fotografo, con le sue foto, può decidere di dare più importanza ad un “discorso” piuttosto che un altro. Tracciare una linea di demarcazione tra chi e come l’uno influenza l’altro non è facile (e di certo non sono la persona giusta per farlo!)

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Se tu non fossi un fotografo, quale altro lavoro avresti scelto e perché?
Mi sono sempre trovato molto in difficoltà con domande di questo tipo: non ho mai avuto un sogno del tipo “da grande voglio fare questo o quello”. Quello che cerco non è tanto un qualcosa da fare ma un modo di essere.
In questo senso la fotografia è stato ed è un modo che trovo congeniale per esprimere alcune cose che non riesco a comunicare con altri mezzi.

Vorrei mi parlassi di come nascono i tuoi progetti fotografici, come procedi nella loro realizzazione, a chi o cosa ti ispiri, ad esempio…
Dipende: posso prendere spunto da altri fotografi, da libri, pittori, scultori… In generale, collaborando anche con altre persone (agenzie, stylist…), capita che i progetti siano commissionati e quindi lavoro a partire di un determinato obiettivo o idea che mi vengono proposti.

Un viaggio che vorresti fare, uno che hai fatto e in quale posto sceglieresti di vivere.
Ci sono tanti posti che mi piacerebbe visitare ma non saprei dirne nessuno in particolare. Ho viaggiato spesso in Europa, di solito in treno che è il mio mezzo di trasporto preferito per questo genere di viaggi.
Sul dove vorrei vivere rimando alla risposta su che lavoro vorrei fare, non saprei! So che mi piacerebbe essere in un posto vicino a delle montagne – però lontano da piste da sci e località turistiche!

Quali sono i tuoi progetti? Hai qualche sogno nel cassetto ancora da realizzare?
In questo momento sto ristrutturando una cascina in montagna Piemonte in cui intendo trasferirmi nei prossimi anni. Nel frattempo ho iniziato una collaborazione con una galleria di arte contemporanea (www.studioapeiron.it)

Intervista conclusa, prima però, consigliaci un film, un libro, un disco e un fotografo.
L’attimo fuggente, il manuale del guerriero della luce, XX, Elena Kalis

 

Ringraziamo Simone Angioletti per la disponibilità, qui il link al suo sito: simoneangioletti.

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Giuliana Massaro

Giuliana Massaro, 26 anni, studentessa di lettere moderne da un po', lunatica da sempre. Penso troppo, parlo poco, faccio foto.

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