A colpi di luce 3.0: Tiziana Gualano


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Ciao Tiziana, parlaci di te attraverso due scatti: fotografa ciò che hai in tasca e dove ti trovi adesso, raccontaci se (e perché) rappresenta il posto in cui vorresti essere.
Non è il posto in cui vorrei essere adesso, ma dice molto di me :)

Com’è il tuo carattere, una cosa che ami di te e una che odi.
Le cose sono strettamente legate: Ho voglia di fare ma finisco con il procrastinare!

Quali sono i tuoi interessi, cosa fai quando non scatti fotografie?
Quando non scatto mi chiedo perché non sto scattando! Comunque penso sempre a cose relative alla fotografia, bramo macchine fotograFICHE costose e quando riesco ad ingannarmi vedo gente/sogno cose.

Raccontaci l’episodio che ha in qualche modo segnato il tuo avvicinamento o la tua visione fotografica.
Posso dire di non appartenere alla categoria dei fortunelli che un bel giorno, andando in soffitta, hanno ritrovato il tesoro andato perduto dei genitori. Il massimo che ci ho trovato è stato un 33 giri dei Pooh! Comunque mi ci sono avvicinata un po’ per caso, volevo volgere il mio estro in qualcosa di bello e alla fine l’ho trovato. Un giorno mi sono ritrovata per caso in un negozietto di antiquariato e c’era lei, fredda e imponente come la sua storia. Una Zenit ET mezza rotta, con l’otturatore sfasato e senza esposimetro.

Definisci la parola Malinconia. (secondo te)
La malinconia mi richiama alla mente il blu e alla pelle i brividi. Quando penso alla malinconia mi viene in mente uno scenario particolare, ricordi distorti e stati d’animo alter(n)ati. È un tipo di tristezza da cui attingo ispirazione.

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Sono anni che seguo le tue foto, viviamo a pochi kilometri di distanza ma resti una sconosciuta per me, più di tutto mi piace il fatto, e te l’ho già detto in chat, che scatti fotografie e sembra che ti importi solo di questo, sei defilata da tutte le polemiche sulla fotografia analogica e digitale, e mi sembra di imparare sempre una lezione da te, la stessa ogni volta che pubblichi una foto: la tua vita conta, i tuoi momenti immortalati a raccontare e ricordare amicizie, luoghi e stati d’animo, ci sono gli stati d’animo nelle tue foto, più che il rumore, la grana, la modalità di sviluppo, la tecnica pedante. Questo è quello che mi arriva, ma ora, la domanda è: quali sono le cose che ti formano, che contano e che alla fine decidi di dover fotografare? A cosa pensi quando scatti?
(Quante lusinghe, lo sai che così mi fai innamorare). Inizio con un’idea più o meno definita e alla fine mi lascio semplicemente guidare dalla situazione. Spesso mi faccio coinvolgere dal quotidiano, da qualcosa di particolare che spezza la definizione e mi cattura. I legami affettivi giocano molto di ruolo, amo le persone che mi circondano e amo il fatto di poterle inquadrare in così tanti modi da farle cambiare, dal farle essere qualcun altro.

Da piccoli quando la maestra ci chiedeva cosa volessimo fare da grandi rispondevamo coi mestieri che sognavamo, il tuo è quello che hai sempre sognato? Tu Cosa rispondevi ?
Avrei voluto e vorrei ancora essere un sacco di cose, non potrei scegliere. La fotografia mi permette di non farlo, non sono mai una sola cosa, una persona sola.

Hai dei progetti per il tuo futuro? Quali? Un sogno che ancora vuoi realizzare?
Non faccio ancora quel che vorrei fare, quindi vorrei realizzarmi in questo. Voglio vivere di fotografia e vorrei farlo fuori da questo posto.

Intervista conclusa, prima però, consigliaci un film, un libro, un disco e un fotografo.
Babel (Iñárritu), Latinoamericana (Che Guevara), Someday Somewhere (Mura Masa) e per finire sempre lui Saul Leiter.

Ringraziamo Tiziana Gualano per la sua disponibilità, qui il link al suo stream di flickr: https://www.flickr.com/photos/clemisnoise/

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Giuliana Massaro

Giuliana Massaro, 26 anni, studentessa di lettere moderne da un po', lunatica da sempre. Penso troppo, parlo poco, faccio foto.

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