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A colpi di luce 3.0: Maria Antonietta Mione

A colpi di luce 3.0: Maria Antonietta Mione


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Ciao Maria Antonietta, parlaci di te attraverso due scatti: fotografa ciò che hai in tasca e dove ti trovi adesso, raccontaci se (e perché) rappresenta il posto in cui vorresti essere.
Non so dirti se è il luogo in cui vorrei essere. Ho imparato a non farmi più questa domanda e a sostituirla con “stai bene dove sei?” e al momento sì, posso dire di star bene dove sono.

3 cose che ami e 3 che odi.
Amo: il cinema, Berlino, il pane e pomodoro. Odio: pedalare contro vento, che mi si chiami Antonietta, svegliarmi e non trovare caffè.

Quali sono i tuoi interessi, cosa fai quando non scatti fotografie?
Quando non scatto mi occupo di scienza, al momento come fisico sperimentale. E mi nutro costantemente di cinema, una passione che influenza molto anche i miei lavori. Ovviamente pratico anche la socialità, ma a livelli non troppo agonistici.

Raccontaci l’episodio che ha in qualche modo segnato il tuo avvicinamento o la tua visione fotografica.
Sono sempre stata molto vicina al mondo della fotografia, sin da piccola. Mio padre è un fotografo, per cui mi sono sempre trovata davanti o in mezzo ad obbiettivi e flash. Personalmente però, credo che il vero avvicinamento alla fotografia sia avvenuto quando 6 anni fa ho realizzato che la fotografia sarebbe potuto essere un mezzo non solo per documentare o dipingere fedelmente la realtà, ma anche e soprattutto per rappresentare pensieri, sogni e l’immaginario mio tutto, con o senza l’aiuto del tante volte nominato Photoshop. E in questa maniera mi sono avvicinata, quasi per necessità, alla fotografia.

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Ci siamo scritte su flickr per conoscerci un po’, visto che sei pugliese come me e vicine pochi km, mi fa sempre molto piacere conoscere fotografi della mia stessa terra e devo dire quasi mi emoziona parlare di fotografia coi miei conterranei, anche se vivi in Olanda da un po’, la domanda è: cosa ti piace della tua terra che ti manca, se c’è qualcosa che ti manca, cosa cambieresti, e cosa ti piace invece dell’Olanda, raccontaci un po’ le tue sensazioni.
Tralasciando ovviamente gli affetti, del luogo in cui sono nata più di tutto mi manca il mare. Dell’Italia tutta invece mi manca Bologna, città dove ho vissuto per 8 anni lasciandoci il cuore e a cui penso ogni giorno. Ecco di Bologna mi manca tutto e di lei non cambierei nulla. Anzi, un po’ egoisticamente spero di tornarci e di ritrovarla intatta come la lasciai quasi due anni fa. Come quando si parte per un viaggio e al proprio ritorno si spera di trovare la propria casa così come la si è lasciata. Perché Bologna per me è casa.
L’Olanda invece è una terra singolare abitata da gente singolare, dove ovviamente piove troppo ma la pioggia non ferma niente e nessuno. Dell’Olanda mi piacciono le grandi opportunità che può dare, il sole alto d’estate fino alle 11 di sera, la luce che illumina in una maniera tutta sua, l’essere autorizzato a non far nulla se c’è bel tempo perché so deve godere del sole e, da scienziato, i laboratori.

Quali sono le cose che ti formano, che contano per te nella fotografia? Cosa ti ispira?
Tempo fa ti avrei risposto: per me nella fotografia è importante il concetto. Oggi non ne sono più così sicura. Tutto e niente mi forma. Tutto e niente mi ispira. Il cinema mi dà una grossa mano però, specie per l’aspetto tecnico. Bado molto alla fotografia di un film e se ne trovo qualcuna che mi colpisca particolarmente, quasi sempre cerco di trarne spunto. A volte frasi gettate qua e là possono ispirarmi, oggetti trovati per caso, conversazioni tra amici, una canzone canticchiata sbadatamente.

Da piccoli quando la maestra ci chiedeva cosa volessimo fare da grandi rispondevamo coi mestieri che sognavamo, il tuo è quello che hai sempre sognato? Tu Cosa rispondevi ?
Mi piace molto questa domanda perché la risposta è sì. Da piccola sognavo di fare l’astronoma e di fatto, avendo studiato astronomia, sono un’astronoma nonostante al momento mi occupi di altro.

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Hai dei progetti per il tuo futuro? Quali? Un sogno che ancora vuoi realizzare?
Progetti ne ho troppi e sogni da realizzare anche più. Imparare a sviluppare le mie pellicole da sola potrebbe essere un esempio di progetto che a breve realizzerò. Tra i sogni invece abbiamo curare la copertina di un album o di un libro, prendere una seconda laurea in cinema, fare il fotografo di scena sul set di un film e via dicendo.

Intervista conclusa, prima però, consigliaci un film, un libro, un disco e un fotografo.
Film: domanda difficilissima ma risponderò con l’ultimo veramente bello che ho visto “L’ora del lupo” di Bergman
Disco: Silence by Monolake
Libro: Le città invisibili di Calvino
Fotografo: Enza Procopio aka Raiva*ho un condominio interiore https://www.flickr.com/photos/45402216@N07/

Ringrazio Maria Antonietta Mione per averci concesso l’intervista. I suoi scatti li trovate su Flickr.

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Giuliana Massaro

Giuliana Massaro, 26 anni, studentessa di lettere moderne da un po', lunatica da sempre. Penso troppo, parlo poco, faccio foto.

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