A colpi di luce 3.0: Letizia Iman


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Ciao Letizia, la prima cosa che ti chiedo è di parlare di te attraverso due scatti: fotografa ciò
che hai in tasca e dove ti trovi adesso, raccontaci se (e perché) rappresenta il posto in cui
vorresti essere.
I biglietti stropicciati della metro e la foto a mo’ di santino di Angelique. è un ex stella degli anni settanta che canta ogni sera al Johan Sebastian Bar sul Naviglio Grande, vi consiglio di farci un salto.
Sono alla finestra della casa del mio mio migliore amico, e non c’è altro luogo in cui vorrei essere in questo momento!

Vorrei sapere ancora di più su di te, raccontami di te. Quello che vuoi. Qualcosa.
Ultimamente io e i miei amici stiamo lavorando a un progetto che ci entustiasma moltissmo. Abbiamo incanalato le nostre ossessione per il cinema di Tinto Brass e l’erotismo anni ’70 in un personaggio di fantasia interpretato da me.
Mi piace molto stare anche dall’altra parte dell’obbiettivo, se, come in questo caso, ho una totale affinità con la persona con cui lavoro.

Discuto sempre su quale sia il significato di bellezza, che per me è sempre soggettivo, mi dici il
tuo?

Mi riesce difficile parlare del significato di bellezza senza scomodare giganti che ne hanno dibattuto nei secoli dei secoli. Per quanto mi riguarda, sono attirata da tutto quello che mi riconduce ad un’dea di atavico, sia nel grottesco che nel sublime.

A cosa pensi quando realizzi un concept per le tue foto? Quali sono le tue influenze, da chi o cosa trai ispirazione?
Non ho un concept ben definito, a meno che non siano progetti specifici, ma traggo spunto da un immaginario che costruisco giorno per giorno attraverso film, quadri, libri, immagini, musica.
In questo momento mi sto appassionando di danza Butoh, e credo che mi stia dando, a livello visivo e personale, molto più di molte mostre o lezioni alle quali ho assistito.
Ma, ovviamente, mi nutro anche di quello che mi passa davanti tutti i giorni. Ad esempio, le vecchiette sono un’ottima fonte d ispirazione.

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Che ne pensi della fotografia in italia? Credi che ci sia spazio in questo paese per riconoscere artisti fotografi?
Credo ci siano molti bravi fotografi. La situazione al momento non è delle più incoraggianti, ma credo che ognuno possa cercare di ritagliarsi uno spazio.

Che cosa ti rimane dentro, della “faccenda” fotografica? E per “faccenda” intendo tutta questa storia di scattare e riguardare, stampare, e toccare e riguardare. Che pensiero hai, in merito? Ne hai uno fisso?
Solitamente non scatto rubando attimi di realtà viva, anche se ammiro molto chi è in grado di farlo in modo efficace. Sono troppo lenta per procedere in questo modo! Ricostruisco un’immagine che ronza in testa e solo dopo scatto. A volte, stampo anche in camera oscura, che per me rappresenta una sorta di procedimento alchemico.
Mi fa impazzire il ventaglio di possibilità che crea lavorare in camera oscura, con il valore aggiunto del contatto diretto, materico, con l’immagine.

Che cosa fai invece quando non fotografi? Come passi il tuo tempo libero?
Tempo libero?!

Se dovessi partire per un viaggio oggi, cosa porteresti nel tuo zaino e cosa lasceresti a casa?
Di solito preferisco i viaggi senza bagagli!

Ho chiesto per un anno, a tutti I fotografi, quali fossero I loro progetti futuri, ho deciso di cambiare e chiederti, cosa vuoi fare oggi e cosa farai veramente?
Domanda difficile, al momento non sono in grado nemmeno di rispondere a me stessa :)

Intervista conclusa, prima però, consigliami un film, un libro, un disco e un fotografo.
La paura mangia l’anima di R.W. Fassbinder, Versi Erotici di Lucia Lucchesino, 13 Japanese Birds di Merzbow, Susu La Roche

Ringrazio Letizia Iman per la sua disponibilità, qui il link al suo sito: letiziaiman.tumblr.com

 

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Giuliana Massaro

Giuliana Massaro, 26 anni, studentessa di lettere moderne da un po', lunatica da sempre. Penso troppo, parlo poco, faccio foto.

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