A colpi di luce 3.0: Eleonora Manca


il contenuto delle mie tasche_Eleonora_Manca

Ciao Eleonora, la prima cosa che ti chiedo è di parlare di te attraverso due scatti: fotografa ciò che hai in tasca e dove ti trovi adesso, raccontaci se (e perché) rappresenta il posto in cui vorresti essere.
Ho fotografato il contenuto della mia tasca (e grazie a te ho ritrovato un oggetto!)…dunque: un accendino, un’ametista, la tisana al mirtillo che sto per mettere in infusione, bacche di Goji, crema per le mani, il resto di un bracciale che ho rotto anni fa e che devo ricordarmi di portare a farlo montare su un anello (l’oggetto ritrovato). Mi trovo nel mio nido, nell’appartamento-atelier che condivido con il mio compagno, dunque mi trovo al sicuro, nel mio spazio, nella prima casa dove ho scelto di vivere (sino ad ora ho sempre vissuto in case nelle quali sono stata accolta). Non potrei pensare ad altri luoghi in cui vorrei essere, fermo restando che credo che a fare i luoghi siano sempre le persone. Ogni luogo di per sé è neutro a meno che non lo si viva con persone speciali.

Discuto sempre su quale sia il significato di bellezza, che per me è sempre soggettivo, mi piace sapere a cosa si riferiscono gli altri quando pensano alla bellezza, tu che significato personale dai a questo aggettivo?
Spesso dinnanzi a persone, animali, fiori, opere d’arte o altro me ne esco con uno sconclusionato: «oggettivamente riconosco che è bello, ma soggettivamente non lo trovo bello»; questo perché, sì, il concetto, l’emozione, la percezione della bellezza sforano in accenti che non sempre sono riconducibili a uno status ben definito. Di tutto riesco a vedere solo i dettagli, sono una maniaca dei dettagli. Riesco a innamorarmi solo di loro. In ragione di questo, ad esempio, difficilmente apprezzo l’opera completa di un artista, mi piacciono solo certe ricerche, certe stagioni, certi esiti. Tuttavia la bellezza è ovunque, tutto è potenzialmente bello (e brutto: l’altro magnifico contraltare), ma la bellezza è sempre crudele, non ha niente a che vedere con un qualcosa che consola l’occhio e i sensi. Dinnanzi alla bellezza c’è il panico terrore, il respiro mozzato. Avere a che fare con la bellezza spinge verso gli angoli d’una esperienza che, al fine, non è sempre piacevole. Ad ogni modo, ritengo che riportare madama bellezza sul suo trono sia l’unico grido di ribellione ad oggi potenzialmente efficace. Un atto che, per quanto mi riguarda, passa attraverso l’arte, ma che ognuno di noi dovrebbe avere il diritto di rivendicare.

Il viaggio che ti è piaciuto di più?
Quello che sto facendo.

A proposito di te, a proposito di me, mi capita sempre più spesso di guardarmi allo specchio e indagare me stessa, tu a che punto sei della tua indagine? Cosa sai di te, cosa non sai di te, cosa penseresti se fossi fuori di te? E cosa pensi di quello che c’è dentro di te? Racconta…
Portando avanti una ricerca sulla metamorfosi, la memoria e la memoria del corpo credo che l’unica risposta possibile possa essere che è sempre tutto in fieri. Ho smesso da molto tempo di fare bilanci, di chiedermi a che punto sono…non sapendo la meta, né le strade che percorrerò mi risulta complicato stabilire dove mi possa trovare, a che tappa sia del viaggio. Ho, comunque, imparato che sono un essere contraddittorio, molto cerebrale e nervoso. Che ho una sensibilità troppo spesso invalidante. Di me non so che posso essere anche molto paziente nei confronti di ciò che mi succede o non succede. Quando mi diverto a vedermi dall’esterno vedo un ibrido. Una creatura fatta di spanne e ossa allungate, tutta occhi e tutta capelli. Vedo una fisicità androgina, gesti sempre molto ampi resi con braccia e mani. Vedo il mio proverbiale broncio. Il sopracciglio sinistro che si alza senza controllo ogniqualvolta assumo un’espressione tra l’incredulo e l’infuriato. Vedo una creatura sul crinale tra Olivia di Braccio di Ferro e un salice piangente che però libra i suoi rami verso l’espansione.

Diary of a Metamorphosis_01_Eleonora_Manca_2015

Puoi darmi la definizione di ‘fotografia’ secondo Eleonora Manca?
È solo uno degli infiniti modi per restituire un’immagine.

Una domanda che nessuno ti fa, ma che invece vorresti sentirti dire.
Qual è l’artista che meno apprezzi e perché?

Se la domanda precedente ti sembrava marzulliana con questa ti stupirò. Vuoi farmi tu una domanda?
Eleonora: Qual è il tuo primo ricordo?
Io:
il mio primo ricordo è la sabbia e le coccinelle nel giardino dell’asilo dove le maestre ci portavano a giocare.

Che cosa fai invece quando non scatti foto? Come passi il tuo tempo libero?
La mia arte si divide tra foto, video, parole, disegni. Quindi quando non scatto foto significa che sto lavorando con altri media, oppure che sto studiando, scrivendo, disegnando, pianificando, prendendo appunti (guardando film, visitando mostre, andando a concerti, teatro, passeggiando senza meta…). Se non sto facendo tutto questo, allora significa che sto dedicando me stessa ai miei affetti, ai miei capelli, alla mia casa, alle mie piante aromatiche. Anche se a ben vedere non vedo differenze.

Se dovessi partire per un viaggio oggi, cosa porteresti nel tuo zaino e cosa lasceresti a casa?
Dipende dal viaggio. Per amor di scenario potrei dirti che lo zaino vorrei riempirlo unicamente di taccuini vuoti e di penne. Porterei Frida (la mia ultima macchina fotografica), delle candele bianche, una crema per il corpo al profumo di ambra e dei semi di papavero da poter lasciare sul mio cammino. Abbandonerei a casa il cellulare, l’ansia, ogni mia nevrosi, gli occhiali da vista (per imparare a vedere diversamente e da altre angolazioni).

Un sogno ricorrente, uno irrealizzabile e uno espresso. Raccontaceli.
Un sogno ricorrente, che poi rasenta l’incubo, è quello che mi vede sott’acqua, ma impossibilitata a risalire in superficie perché bloccata da un qualcosa a filo d’acqua. Solitamente mi sveglio perché non riesco più a respirare e impiego molti minuti prima di riportare il respiro al suo equilibrio. Mi hanno detto che è tipico di chi, come me, soffre di asma. Spero che questo sia il sogno irrealizzabile! Ma sai…il concetto di sogno ha a che vedere col desiderio, con i peccati di preghiera…a me piace sognare (anche e soprattutto ad occhi aperti) nella misura in cui sogno ciò che non vorrei mai – per svariati motivi – si avverasse realmente.

memorabilia 03_Eleonora_Manca_2015

Ho chiesto per un anno, a tutti I fotografi, quali fossero I loro progetti futuri, ho deciso di cambiare e chiederti, cosa vuoi fare oggi e cosa farai veramente?
Oggi vorrei andare al mare, arrivare lì verso le 17.00 e parlare con lui. Da quando vivo a Torino subisco molto la sua mancanza. Di fatto, invece, oggi pomeriggio andrò a comperare degli avocado e questa sera andrò a cena in uno dei miei ristoranti preferiti perché, oltre al cibo e al vino, ha l’illuminazione perfetta (praticamente inesistente, detesto i locali con luci accecanti). È comunque uno splendido mare.

Intervista conclusa, prima però, consigliami un film, un libro, un disco e un fotografo.
Un film: “Synecdoche, New York” di Charlie Kaufman oppure “Visitors” di Godfrey Reggio (anche se quest’ultimo non me la sento di definirlo solo un film). Un libro: “Gridano i gufi” di Janet Frame, un disco:”Lament” degli Einstürzende Neubauten. Non ti consiglio un fotografo, ma un’opera fotografica che amo molto: “Mes Voeux (I miei desideri) 1988-91” di Annette Messager.

 

Ringrazio Eleonora Manca per la sua disponibilità, qui il link al suo sito: eleonoramanca

 

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Giuliana Massaro

Giuliana Massaro, 26 anni, studentessa di lettere moderne da un po', lunatica da sempre. Penso troppo, parlo poco, faccio foto.

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