A colpi di luce 3.0: Erika Pellicci


 

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Ciao Erika, la prima cosa che ti chiedo è di parlare di te attraverso due scatti: fotografa ciò che hai in tasca e dove ti trovi adesso, raccontaci se (e perché) rappresenta il posto in cui vorresti essere.
Ho le tasche piene d’aria, tutto quello che mi serve sta sul tavolo, dispense, cartacce, evidenziatori, il gatto, sarebbe interessante mettere quest’ultimo in tasca.
Gli ultimi esami prima della laurea sono vicini e sicuramente preferirei stare al mare o in montagna che attaccata ad una sedia ma il mio futuro dipende anche da questo, meglio seguire le cose per ordine.

Discuto sempre su quale sia il significato di bellezza, che per me è sempre soggettivo, mi piace sapere a cosa si riferiscono gli altri quando pensano alla bellezza, tu che significato personale dai a questo aggettivo?
Ci sarebbe da piantare una lunghissima conversazione sull’aggettivo di bellezza con un bel bicchiere di vino rosso in mano, appunto perché ognuno ha la sua sensibilità in merito.
Personalmente più che attribuirgli un significato, che non saprei a parole come dargli forma visto la sua immensa vastità, posso dire come la percepisco.
La bellezza personamente è ovunque.
Dipende con che sguardo si guarda l’ambiente intorno a noi, io cerco di esser sempre fresca e presente per poter soprendermi anche negli ambienti più asettici e improbabili, considerando lo spazio e l’ambiente un punto iniziale di ricerca per qualcosa di bello. Quindi la bellezza per me sta nel soprendersi sempre di tutto.

3 cose alle quali non puoi rinunciare, pensaci bene, solo 3.
Banalmente la macchina fotografica le altre due non sono cose sono persone/animali, la mia famiglia e il mio gatto.

L’ultima volta che ti sei guardata allo specchio cosa hai pensato di te?
Che vado bene come sono, ho sempre cercato di adeguarmi agli ambienti alle persone per far felici gli altri, come fanno tutti d’altronte, e ho capito che non ha senso. Ci ho pensato l’altro giorno proprio guardandomi allo specchio, per me è un gran traguardo!

Come nascono le tue foto? Cosa ti spinge a fotografare e cos’è per te la fotografia?
Dipende da cosa affronto, alcune volte mi creo mentalmente uno schema faccio sopralluoghi, studio la luce, ma capita sempre più di rado. Altre volte semplicemente vedo una bella luce e mi guardo intorno e lo schema mi si crea nella mente da solo nel momendo dello scatto.
La fotografia per me è tante cose, espressione, emozione, anche una sorta di collezionismo ma sempre e comunque una ricerca. Penso sia una maniera per esplorare le cose che non si possono spiegare a voce.

Se tu avessi soltanto una foto da poter scattare, che soggetto o situazione sceglieresti di fotografare e perchè?
Presa dall’indecisione penso che la lascerei lì dov’è aspettando il momento giusto, può anche essere che non la scatto o che la scatto a caso, il soggetto non deve essere per forza importante.
è l’aurea, è quella cosa inspiegabile che ti smuove dentro tutte le budella, come l’amore capisci?
Non posso prevedere cosa mi colpirà, tu puoi prevedere di chi ti innammorerai?

Una domanda che nessuno ti fa, ma che invece vorresti sentirti dire.
Non ne ho idea.

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Ora ti faccio la domanda marzulliana tanto apprezzata nella scorsa intervista, avanti, fammi una domanda.
Vorrei sapere cos’è che ti ha colpito in particolare dei miei scatti e se ce n’è uno in particolare quale.
Mi piace quello che fotografi e la naturalezza che esprimi attraverso i tuoi scatti, hai sempre uno sguardo particolare e mai solito, si vede che fai ricerca e offri spunti interessanti, non sono molto brava a parlarne tecnicamente ma se ti ho scritto è perchè ho visto qualcosa di insolito o comunicativo, ecco.

Raccontaci un tuo ricordo felice.
I ricordi diventano tristi con il passare del tempo, primo perché son già passati e il secondo perché le cose cambiano le persone mutano e i ricordi belli si trasformano e si appiattiscono.
Un ricordo bello che mi ritorna in mente in questo periodo era quando G. mi regalò IT di Stephen King, si era in Sardegna e faceva davvero troppo caldo, tutte le sere prima di prender sonno io gli leggevo quello e alternando lui mi leggeva il suo che aveva preso in biblioteca giorni prima.
Nella tenda fra il caldo, il tabacco sparso, odori vari, scarpe e libri ero davvero felice.

Se dovessi partire per un viaggio oggi, cosa porteresti nel tuo zaino e cosa lasceresti a casa?
A casa lascierei il cellulare con tutte le sue rotture infinite, dietro mi porterei una sigaretta in caso di stretta necessità visto che sto smettendo (sono a quindici giorni), il mio diario, un libro, forse la macchina fotografica, dico forse perché se dovessi partire per un viaggio vorrei staccare completamente da questa visione sempre troppo inquadrata delle cose per lasciare che sia la mente a fare il suo normale lavoro di memoria. Sicuramente sarebbe un viaggio fra i boschi e non in città, nel caso dovessi partire per delle grandi città allora sì lì la porterei la macchina fotografica.

Un sogno ricorrente, uno irrealizzabile e uno espresso. Raccontaceli.
Meglio non raccontarli i sogni, capace non si realizzano. Tutte le volte che esprimo un desiderio/sogno quando vedo cadere una stella questi cadono insieme a quella.

Cosa vuoi fare oggi e cosa farai veramente?
Sono 01:03 e dovrei tipo dormire, oggi di questo giorno oltre allo studio e al ripetere, devo girare due video, evitare la gente, poi non so devo fare qualcosa d’importante ma adesso non mi viene in mente.

Intervista conclusa, prima però, consigliami un film, un libro, un disco e un fotografo.
Deserto Rosso di Antonioni, It di Stephen King, Sneeuwland di Oskar Schuster, William Eggleston ed Elina Brotherus.

Ringrazio Erika per la sua disponibilità, qui il link al suo sito: Erika Pellicci

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Giuliana Massaro

Giuliana Massaro, 26 anni, studentessa di lettere moderne da un po', lunatica da sempre. Penso troppo, parlo poco, faccio foto.

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