A colpi di matita 3.0: Liuba Gabriele


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Sei al microfono di una radio e devi trovare lo sketch giusto per presentarti…3….2….1…..ON AIR
No, aspetta non sono pronta…

Immagina di trovarti davanti ad un bambino e di dovergli spiegare in cosa consiste il tuo lavoro.
Mi metto in viaggio e porto con me un quaderno su cui disegno ciò che mi colpisce o resto nella stanza a giocare con colori, carta e pennelli e invento luoghi e personaggi che non esistono.
Mescolo il contenuto di questi tubetti e inizio a fare delle forme veloci col pennello, poi aggiungo dettagli e ombre.
A volte incido la tempera con delle matite, mi piace quando sono molto appuntite e lasciano un segno duro sul colore o sfumare tutto con l’impasto materico dei pastelli a olio.
Si possono utilizzare tanti materiali diversi tutti insieme. Scateniamoci!

Lo starter kit di ogni illustratore comprende:
il materiale con cui si dialoga meglio.
Il mio è composto da: sketch-book, carte colorate, matite di diverse gradazioni e a colori, temperino affilatissimo, gomma, pennelli di varie misure, penne, pennini, pennarelli, pastelli a olio, tempere, acquerelli, pigmenti, caffeina, una finestra con uno spaccato di azzurro denso e una salita di rami sbracciati da guardare quando si staccano gli occhi dal foglio.

Qual è l’episodio legato all’illustrazione che ricordi con più piacere? E con più dispiacere? Ti va di raccontarceli?
Tra gli episodi più belli: dopo aver capito che avrei desiderato dedicarmi a libri illustrati e graphic novel, l’aver ricevuto la mail da parte di un editore che stimo molto per linea editoriale, pochi minuti dopo avergli inviato dei disegni.
Conservo con cura il ricordo di un’attenzione e generosità umana fuori dal comune.
Un episodio spiacevole…nulla di così rilevante da essere raccontato.

Ti va di giocare con me? Ti spiego subito come funziona: prenderò un foglio totalmente bianco e farò tre segni a caso sopra, lo scopo del gioco è quello di, partendo da quei tre segni, dare vita a un disegno di senso compiuto.
Per fare il disegno non avrai a disposizione mezza giornata, ma solo pochi secondi…anzi, visto che sono buona, facciamo un paio di minuti :P

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Persone da tener d’occhio: una colonna dell’illustrazione e un emergente da “esplorare”
Jorge González e Pedde Nadine.

Sbirciamo nel tuo futuro “prossimo”: a cosa stai lavorando in questo momento? C’è qualche progetto che hai voglia di condividere con noi?
Ci sono diversi progetti in corso, per alcuni dei quali sarei felice di trovare un editore.
Sto completando un carnet realizzato durante un viaggio in India dal quale sono stata particolarmente colpita.
Sto studiando la vita di una scrittrice che amo molto a cui vorrei dedicare una graphic novel.
Nascondo nel cassetto una serie di racconti in cui eventi paradossali rompono il senso comune della realtà. Vorrei realizzarne una raccolta a fumetti.
C’è una storia illustrata per bambini che mi gira nella testa da diverso tempo. Il protagonista sta chiedendo insistentemente di essere liberato.

Final bonus question: Una cosa che mi piace dei tuoi lavori è il fatto che siano strutturati come “diario di viaggio” e sembrano raccontare tradizioni, sensazioni, quotidianità perfettamente mixati con la scelta dei colori e del tratto.
Mi hanno rapito gli sguardi delle persone che disegni, sono sguardi intensi, pensierosi, talvolta sembrano mascherati da un velo di malinconia.
Che storie nascondono i loro occhi?
E quanto di te raccontano?
Oh no, sono stata beccata!
I disegni realizzati viaggiando nascono dal bisogno di strappare al tempo tracce di vita.
Talvolta di fermare attimi in cui sembra che una qualche verità si disveli.
Solitamente i soggetti che mi colpiscono vivono nella lontananza, in uno stato di separazione interiore rispetto a ciò che gli si muove attorno.
Sono come eccezioni per cui sembra non valere il correre del mondo.
Credo che la malinconia che forse emerge nasca dalla testimonianza che un soggetto comunica del contenuto di certi aspetti della propria esistenza e dalla consapevolezza di trovarsi ed essere parte di uno spettacolo provvisorio che è già di per sé qualcosa di toccante.

Ringraziamo Liuba Gabriele per la sua disponibilità e vi invitiamo a visitare il suo sito: http://www.liubagabriele.com/

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Marta Latini

Mi chiamo mARTa e nel mio nome è racchiusa una parte del mio mondo...amo la danza, il design, l'architettura, la pittura, il didò e adoro le bambole di pezza; ma non sono nè una ballerina, nè un ingegnere, nè un architetto, nè una pittrice, nè tantomeno una scultrice...

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