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A colpi di matita 3.0: Giulio Rincione aka Batawp

A colpi di matita 3.0: Giulio Rincione aka Batawp


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Sei al microfono di una radio e devi trovare lo sketch giusto per presentarti…3….2….1…..ON AIR
Teschio, senza mandibola. Ramificazioni.
 Questi sono due elementi che ormai sono entrati nel mio curriculum illustrativo. Per presentarmi al volo li userei senza dubbio.

Immagina di trovarti davanti ad un bambino e di dovergli spiegare in cosa consiste il tuo lavoro.
Il mio lavoro è disegnare, colorare, proprio come fai tu.
 Disegno delle storie che invento io, o che inventano altre persone.
 A volte disegno cose che invento e le mischio con cose che invece mi sono realmente accadute.
È un gioco, e deve rimanere un gioco sempre. Perché altrimenti i disegni diventano brutti e sembrano finti, mentre io voglio che rimangano belli, ma soprattutto sinceri, come quelli che fai tu.

Lo starter kit di ogni illustratore comprende:
penso che la base sia sempre la semplicità: matita e foglio.
Da lì possiamo spaziare, e credo che ogni illustratore abbia il suo starter kit personalizzato. Nel mio caso comprende sempre un matitone bicolore rosso/blu e dei pastelli ad olio.

Qual è l’episodio legato all’illustrazione che ricordi con più piacere? E con più dispiacere? Ti va di raccontarceli?
È strano, sono entrambe legate allo stesso identico episodio: la mia prima esperienza con la pittura ad olio su tela.
 La ricordo con tantissimo piacere, perché ricordo quanto sia stato bello provare questa tecnica per la prima volta, compiere questo “viaggio” attraverso la tela, guidato da questo colore grasso e unto. Un sacco di profumi, un’esperienza meravigliosa.
 Dispiacere perché il “viaggio” non andò a buon fine. Non c’era la pratica, non c’era la teoria, e dopo giorni di “navigazione” ho dovuto accettare l’idea di aver fallito e di essermi “perso”. Quindi ho buttato via la tela.

Ti va di giocare con me? Ti spiego subito come funziona: prenderò un foglio totalmente bianco e farò tre segni a caso sopra, lo scopo del gioco è quello di, partendo da quei tre segni, dare vita ad un disegno di senso compiuto.
Per fare il disegno non avrai a disposizione mezza giornata, ma solo pochi secondi…anzi, visto che sono buona, facciamo un paio di minuti :P
Non ho barato. Un minuto e mezzo con la mia fedele Bamboo.

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Persone da tener d’occhio: una colonna dell’illustrazione e un emergente da “esplorare”
Una colonna dell’illustrazione, che è anche la mia colonna personale: Dave McKean.
 Emergente, giovane, italiano, bravissimo: Alessandro Martoz Martorelli. Uno stile unico, tecniche e materiali bizarri. Illustrazioni di una potenza sorprendente. Lo definisco il Picasso dei giorni nostri.

Sbirciamo nel tuo futuro “prossimo”: a cosa stai lavorando in questo momento? C’è qualche progetto che hai voglia di condividere con noi?
Nessuno spoiler, purtroppo per voi.
Posso però anticiparvi che dopo “Paperi” ho già in mente un nuovo libro. Abbandonerò un po’ il medium del fumetto per dedicarmi di più all’illustrazione. Ci sarà meno narrazione, per potermi focalizzare il più possibile sull’aspetto artistico della cosa e sull’immagine.

Final bonus question: Mi piace il lato “oscuro” delle cose che disegni.
Mi piace il fatto che guardando quello che fai non resto indifferente cercando di montare nella mia testa i retroscena che hanno portato a quell’immagine.
Mi piace il fatto che “metti il becco” a parecchi dei tuoi personaggi perché io penso possano avere più voce.
Raccontaci di queste sfumature scure che caratterizzano i tuoi lavori.
Raccontaci della tua innegabile passione per il fumetto.
Raccontaci perché spesso lo stravolgi, rendendolo così figo (passami il termine) e tetro.
Raccontaci perché “metti il becco” a tutto o quasi.
Le sfumature oscure. Partiamo dal presupposto che mi reputo una persona abbastanza divertente dal vivo. Purtroppo non mi reputo divertente sul disegno. Da qui la scelta di non fare un fumetto umoristico o satirico.
Il fatto in sé è che ho scoperto e approfondito questo stile di disegno, nel frattempo che la mia vita cambiava, nel frattempo che subivo un trauma personale.
Le due cose sono rimaste legate indissolubilmente, e non c’è cosa che io non disegni che non porti con sé un po’ di quell’oscurità, di quella malinconia, di quel tempo.

Più che passione per il fumetto, la mia passione è tutta verso la narrazione. Raccontare mi permette di vivere cose che altrimenti non potrei vivere, di sentire profumi, vedere luoghi, provare emozioni. E la cosa più bella è sapere che tutto questo può essere anche tramandato da autore a lettore, con un arricchimento che arriva dall’interpretazione del lettore. 

Stravolgo perché la mia regola è di non avere regole. Non ho un metodo preciso con cui realizzo le mie tavole, cerco di capire cosa voglio ottenere, e non mi faccio scrupoli né limitazioni ad usare una tecnica piuttosto che un’altra, oppure mischiare cose che non si dovrebbero.
Voglio lasciare le regole dove servono; l’arte non ne ha bisogno. Il fatto che poi tutto risulti tetro, l’ho spiegato prima.

Come ho detto spesso con Marco, il becco, il papero, è appunto un mezzo. Ci ha permesso di poter far passere le emozioni con una forza maggiore rispetto ad un personaggio umano. Ormai li chiamo “catalizzatori di emozioni”. E poi amo disegnare questi pennuti.

Ringraziamo Giulio Rincione e vi invitiamo a visita la sua pagina facebook https://www.facebook.com/giuliorincione/

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Marta Latini

Mi chiamo mARTa e nel mio nome è racchiusa una parte del mio mondo...amo la danza, il design, l'architettura, la pittura, il didò e adoro le bambole di pezza; ma non sono nè una ballerina, nè un ingegnere, nè un architetto, nè una pittrice, nè tantomeno una scultrice...

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