A colpi di luce: Fabio Astone


Torna la nostra rubrica A COLPI DI LUCE.
Oggi è il turno di Fabio Astone. Ecco l’intervista.

 

Ciao Fabio, di dove sei, quanti anni hai e da quanto tempo scatti fotografie?
Sono nato in Sardegna, ho 29 anni e ho vissuto a Roma e a Londra. Scatto fotografie dal 2008.

Dai una tua interpretazione al termine “FOTOGRAFIA”
Letteralmente fotografia significa scrivere (grafia) con la luce (fotos). E’ la definizione più giusta e inerente alla mia fotografia. Alcuni dicono che la fotografia è come una specie di terapia, per altri è un modo di esprimersi. Per me è raccontare storie, fermare un attimo. Anche solo creare una fotografia che ti lasci lì, a bocca aperta, e ti faccia dire “Che bella”. Un’immagine che riempia gli occhi, alimenti il cervello.

Quali sono i tuoi soggetti preferiti?
Volti, visi, persone, corpi. Tutto ciò che è particolare, magari non per forza bello, ma comunque coinvolgente.

Digitale o Analogico? Quale significato si nasconde per te dietro questi due termini tanto usati quanto spesso abusati, e qual è il tuo rapporto con essi?
Da circa un anno scatto solamente in analogico. Non è per snobismo. La grana della pellicola, il colore che da alle fotografie, non è riproducibile con una macchina fotografica digitale. L’analogico è sperimentazione, è attesa, è sorpresa, a volte delusione. Con il digitale si saltano questi passaggi. Il digitale, però, è utile e necessario se si tratta di lavori su commissione e per una fotografia più “istantanea”.

Qual è la tua attrezzatura?
Canon AE1 per la fotografia analogica, una Nikon digitale e una Polaroid anni ’80.

Cosa fai quando non scatti fotografie?
Penso alle fotografie che voglio scattare, leggo, ascolto musica, guardo film. E lavoro. Non di sola fotografia (purtroppo), vive l’uomo.

Una domanda che vorresti ti venisse fatta?
Sei felice?

Un fotografo che ci consigli di tenere d’occhio?
E’ come quando ti chiedono: “Un film, un libro e una canzone preferita”. È impossibile.
Ti dirò i nomi di tre fotografi:
Maurizio di Iorio, che ha fondato DISTURBER, il progetto al quale collaboro assieme ad altri fotografi. Vi invito a visitare il sito (http://www.disturber.net).
E poi Martina Giammaria, con il suo delicato sguardo femminile.
Infine il coraggioso e bravissimo Sasha Kurmaz.
Tre diversi fotografi per stile e tematica. E per questo mi piacciono.

Ringraziamo Fabio Astone per la disponibilità e vi invitiamo a visitare il suo strem flickr, dove potrete trovare altri suoi lavori.

http://www.flickr.com/photos/27857492@N06/

 


Alessandro Rossi

Alessandro Rossi, fondatore di organiconcrete e pseudo studente di Ingegneria Edile-Architettura presso "La Sapienza" di Roma. Ossessionato dai buchi temporali, dall'eta adolescenziale, dal trascorrere del tempo, dai rapporti umani e dall'arte. Irrimediabilmente fesso.

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