Domenica in strada: BR1


Sapete voi cos’è El Rastro? Non è niente che possa passare attraverso le vostre fauci, non è l’ultimo film di Banderas e nemmeno un vibratore. Miei cari amici della domenica El Rastro (che è un tipo di trattamento della pelle animale) è un mercato a cielo aperto dove ci puoi trovare di tutto, roba nuova e usata, il jeans sbiadito che andava negli anni ’90 che ti ricordi aver visto a Jovanotti quando cantava Sei Come la mia moto, qualche pornazzo che non si trova più in giro, e poi fiori, cibo e chincaglierie da riempire l’armadio. In poche parole El Rastro è la versione spagnola di Porta Portese (anche qua ci sono quelli che cercano di venderti un cellulare finto) e si trova esattamente a Madrid. E io sono esattamente in questo posto magnifico. Oggi vi scrivo da Madrid ma voglio parlarvi di un artista nostrano, uscito dalla fabbrica di street art torinese, ovvero: BR1.
Chi vive a Roma avrà sicuramente avuto modo di vedere il suo lavoro a Porta Maggiore realizzato lo scorso anno, quando su un grande cartello pubblicitario è apparsa una donna con il velo. Un capolavoro di decollage (vedere alla voce Mimmo Rotella), tipico dei suoi, che non è passato inosservato.
Un artista internazionale, divenuto famoso proprio per la sua capacità di rappresentare donne musulmane ritratte in posizioni naturali, al di fuori dalla postura pubblicitaria delle modelle che invadono le nostre strade e riviste. Sono soggetti che irrompono sui nostri muri cittadini, catturano lo sguardo dei passanti e anche l’uso dei colori, spesso molto sgargianti come l’azzurro e il giallo, conferiscono al lavoro dell’artista un senso di riflessione sulla posizione di queste donne nell’ambito sociale, sull’uso del velo, incrociando la loro bellezza artistica.
Se capitate a Torino nelle prossime settimane allora non potete perdervi la mostra di BR1& Seacreative (cercatelo sui nostri schermi) alla Galo Art Gallery. Andate e fateci sapere come è stata.
Io compro l’ultima lampada anni ’20 e poi torno in Italia. O forse no.
Buona domenica!


Zelda

Mi chiamano Zelda, come la principessa dei Nintendo, come Zelda Sayre Fitzgerald, come Beautiful Zelda della Bonzo Dog Doo-Dah Band. Sono alta quanto una mela della Val di Non, sono impertinente come i miei capelli e mi nutro di street art, quella roba di cui vi parlo la domenica quando avete il cervello quadrato e parlate di rigori e schedine. Non potrete fare a meno di me.

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