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A colpi di matita 2.0: Michele Guidarini

A colpi di matita 2.0: Michele Guidarini


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Disegno l’odio, l’amore e la sofferenza. Disegno allusioni e visioni. Disegno esseri senza Dio. Non per forza umani. #artisdead

Come hai imparato a “disegnare”?
Ho imparato prestissimo.
Quando ho capito che l’unico modo per esprimermi e l’unico modo di lasciare un segno di me, era raffigurare ciò che vedevo, assimilavo, provavo.
Ci sono astrazioni mentali e pensieri che sono in grado di esprimere solo con il disegno.
Quando ho capito che mi bastava un foglio ed una penna, è stato tutto molto più facile e non ho piu smesso.

24 ore, qual è la TUA ora e perché?
12.30.
Devo andare a mangiare da mia nonna. Cosa che faccio da quando sono nato. Cascasse il mondo.
E mi devo sbrigare, perché poi corro a casa a disegnare prima di rimettermi a lavorare. Cascasse sempre il mondo.

Immagina un foglio bianco, qual è il processo creativo che segui?
Parto dagli occhi (perché al 90% disegno figure umane o come le volete chiamare), poi la bocca, la testa, le braccia il corpo e lo sfondo. Lo so… lo sfondo dovrebbe venire dopo, ma non riesco a programmare un disegno partendo dalla base del supporto. Non lavoro su delle bozze, nemmeno preparo un disegno a matita per poi intervenire sopra in modalità “ricalcatore”. È un processo abbastanza intuitivo, mai casuale. Perché sono guidato da impulsi assorbiti da quello che mi circonda. E quando ho voglia di disegnare, significa che ho bisogno di buttare fuori qualcosa ed il disegno viene da se. Infatti ogni volta che ho una mostra sono in difficoltà con i tempi. Non sono in grado di disegnare 10 disegni sapendo di avere una scadenza. Va contro la mia arte. Posso fare dieci disegni in un giorno, come in un mese.

Solitamente disegni prima su carta oppure elabori tutto direttamente su pc?
Assolutamente su carta. Per quanto amo la tecnologia, sono molto tradizionale. Il computer mi serve per vedere i miei work in progress in un’altra dimensione da quella reale. Piatta. La fotografia mi aiuta molto a vedere il lavoro da un certo punto di vista “non reale” che mi permette di dare valutazioni dettagliate. Non so perché, non me lo chiedere.

Momento marzullesco: fatti una domanda e datti una risposta
− Michele, cosa ca**o ti domanderesti?
− Qualche caz**ta, vedrai!
Ecco il risultato! :)

Un illustratore che ci consigli di tener d’occhio?
Help. Sono passati quindi minuti e… troppi nomi, troppi maestri, troppi amici.
Nicola Alessandrini è quello che in questo momento per me è sempre un piacere sbirciare.
Mi colpiscono sempre molto la tecnica ed i contenuti.
Di solito molti artisti mi piacciono, ma solo a livello tecnico o di impatto visivo. I lavori di Nicola, mi emozionano e mi danno un forte stimolo creativo, che assimilo a modo mio.

Final bonus question: Te l’hanno chiesto in molti (praticamente tutti) ma qualche nostro lettore potrebbe non saperlo. Perciò ti chiedo, come mai utilizzi così tante figure religiose nelle tue illustrazioni?
E in cosa crede davvero Michele Guidarini? Cosa stimola ogni giorno il tuo lavoro, la tua curiosità?Quale motivazioni trovi in ciò che ti circonda o in ciò che credi?

Nelle mie opere la simbologia e le figure religiose, vengono manipolate, esasperate, qualcuno dice.. devastate, ma il modo con cui lo faccio è del tutto occasionale e senza cattiveria.
Non mi esprimo con una volontà antireligiosa o eretica; scelgo queste figure e questi simboli perché occupano la nostra sensibilità comune, per il fatto d’essere “prodotti” globali di conformismo.
Il mio gesto è sfruttare a modo mio quello che è già sfruttato e spremuto dalla società attuale. Mi spiego… Vedo queste figure come oggetti di consumo, di pubblicità, un business infinito per menti ingnoranti (senza offesa per chi ne fa uso). Al momento che mi passano tra le mani, hanno già perso il loro significato. Io non faccio altro che donargli una nuova vita, a modo mio.
mi dovrebbero ringraziare per questo! :)
Morale: gioco con un prodotto di massa già snaturalizzato e lo colloco in uno spazio nuovo, quello mio. Facendo questo la gente non lo riconosce più per quello che è, non riesce a trovare il significato, non capisce il perché. Domanda che si dovrebbe porre davanti a qualsiasi bancarella a San Pietro che vende fantastici gadjet religiosi.

In realtà Michele Guidarini credo in se stesso, o almeno ci prova. Crede nella forza delle persone, nelle doti, nei gesti. credo che ogni cosa bella o brutta della vita dipenda non da qualcosa di mistico, occulto o religioso, ma da se stessi o al massimo dalla casualità. Siamo abituati a collegare cose assurde solo perché non riusciamo altrimenti a spiegarcele. Allora il supporto di un pensiero mistico rende tutto più affascinante.

Ogni giorno sono stimolato da quello che mi circonda, le persone, gli amici, i testi delle canzoni di Jhonny Cash, Nick Cave e Tom Waits, le “situazioni assurde”. Parlando di mistico, i sogni, l’uscire dal corpo per poi ritornare a raccontare ciò che il mio cervello vede. è un modo per rendere reale le mie visioni. è un modo assurdo per parlare della realtà. Perché la realtà. vista in prima linea, risulta sempre scontata, banale. Ci stufa.. invece, se te la racconto con Cani e Draghi pare acquisisca un senso. Posso dire che sto ridendo senza sapere perché? :)

Credo che nelle piccole cose. Credo che nella nicchia, nel granello di sabbia, negli lassi di tempo brevissimi, nei gesti incoscienti, nei sogni ad occhi aperti, nei sogni ad occhi chiusi, il parlare nel sonno… ci sia l’essenza delle cose. Sento che c’è la naturalezza, che non ci sono schemi che idealizzano alcune rarità della nostra vita. un esempio può essere il disegno di un bambino, senza schemi, ordini e logica. Questa è naturalezza e purezza per me. Questo è quello in cui voglio credere, nelle cose non dettate da schemi mentali adottati nel corso nella nostra vita.

Ringaziamo Michele e vi invitiamo a visitare il suo sito:  http://micheleguidarini.tumblr.com/



Marta Latini

Mi chiamo mARTa e nel mio nome è racchiusa una parte del mio mondo...amo la danza, il design, l'architettura, la pittura, il didò e adoro le bambole di pezza; ma non sono nè una ballerina, nè un ingegnere, nè un architetto, nè una pittrice, nè tantomeno una scultrice...

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