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Organiconcrete Clorofilla – American Pale Al...

Organiconcrete Clorofilla – American Pale Ale


Credo che ogni individuo sia portato a coltivare almeno una passione che lo porta ad esplorare per natura le sfaccettature che vi si nascondono. Se questa tendenza assume poi le forme di un vero e proprio autismo (tanto per autocitarsi, che fa tanto radical) compaiono dei tizi singolari ed estremamente “caratterizzati” come tutti noi della “redazione”, perché ad un certo punto alla passione non ci stai più dentro e devi cacciarla via altrimenti forse muori, e non ti importa quante persone stramazzino di noia per quello che hai da dire.
Così in una telefonata che era un classico slancio di logorrea del capo Alessandro Rossi venne fuori questa cosa che ci ha visti impegnati parecchio da circa metà settembre, con energia ed entusiasmo nonostante le quotidiane difficoltà. L’idea era uscire fuori dal web e realizzare qualcosa che ci rappresentasse, noi tutti con la sindrome dell’ossessione. E siccome aveva scelto un autistico beone a cui affidarsi non poteva che venire fuori una… Birra: signore e signori vi presento (finalmente) la ORGANICONCRETE CLOROFILLA.

Si trattava dunque di scegliere dove realizzarla e mi venne naturale contattare Pigiu (Pierluigi Chiosi) del Piccolo Birrificio Clandestino di cui avevo già scritto, per l’ottima fiducia e sana cazzoneria nata in qualche occasione festaiola che nessuno dei due credo ricordi e per la stima nel suo modo di produrre. Ne venne subito una data, il 25 ottobre, e la ricetta che gli inviai subito dopo ancora con qualche dubbio ma le idee da esprimere abbastanza chiare tra i pochi neuroni non ancora in fermentazione. E poi partimmo finalmente per Livorno – era un giovedì pomeriggio – Io, Mr. ansia e precisione Alessandro Rossi e Matteo (Terry) Terrinoni, già realizzatore del sito e futuro (inconsapevole) co-autore delle grafiche del progetto.

Le 24 ore che seguirono furono intense e frizzanti, ricolme di birra nei pensieri e l’ organismo, piene di quella belle atmosfera che la intravedi per quanto è cicciona e vorresti mangiarla. Oltre a Pigiu il dedito tuttofare Riccardo Piazza è stato una compagnia eccelsa e un supporto notevole nello spirito e la pratica della cotta, soprattutto nell’ adeguare la ricetta originaria alle caratteristiche della loro acqua e dell’impianto.

Poi si tornò (già preso il dialetto), con Livorno nel cuore e tanta robetta da sistemare che ci rese folli fino ad oggi. Credo che Alessandro non dorma da allora. Io invece l’ho presa il più possibile nel mio stile classico inconsapevole e sfaticato, che lo ha mandato ancora più fuori di testa… almeno fino a martedì scorso quando i 6 hl di birra sono arrivati, confezionati, a casa sua. E lì ho realizzato e gli ho detto qualcosa come “cazzo, alla fine abbiam fatto sta birra eh. Meno male che vivo in un monolocale di 30mq altrimenti, suppongo, me la sarei bevuta tutta io. E avrei forse dormito pure sui cartoni…”.

Ma veniamo a lei che vi ho sfinito di fuffa fino ad ora, ma sono un romanticone. CLOROFILLA è una American Pale Ale di 5,5 gradi e color giallo ambrato. L’idea era di realizzare una birra facile da bere, con una parte maltata abbastanza presente al palato e al naso, centrata sui luppoli a livello aromatico e con un carattere amaro deciso, ma non eccessivo né tagliente. La traduzione delle idee in ricetta – per quei due o tre malati tra di voi a cui interessa – è stata la scelta di impiegare insieme ad un malto base Pale (belga) usato per la quasi totalità, un 5% di malto Carablonde, maggiormente votato agli stili belgi ma estremamente caratterizzante per profilo gustativo e aromatico, affiancandolo a un’altra piccola percentuale di fiocchi d’orzo non maltato, a supportarne un bilanciamento più morbido con gli amici luppoli. Maggiori costruzioni hanno impiegato invece la scelta e l’utilizzo di questi ultimi. Con una certa dose di casualità (in cui vabbè, io credo come un dogma), conoscenze e intuizioni (e l’aiuto prezioso di Pigiu e Riccardo) sono stati impiegati tutti luppoli americani di notevole carattere: Mosaic (“da amaro”); Mosaic, Calypso e Cascade a fine bollitura (“da aroma”);  Summit, Cascade e Mosaic in dry hopping (a freddo in fase di fermentazione).

Dopo qualche giorno di bevuta posso dirvi, con una certa dose di orgoglio che di solito non mi compete, che le aspettative appese lì in testa si sono ampiamente realizzate e il risultato è davvero ottimo e gradevole. La costruzione dei malti è ben fondata, con un caramello evidente al naso e in bocca morbido e rotondo. I luppoli al naso hanno preso una piega davvero ben riuscita, con note tendenti all’erbaceo e balsamico, al mandarino, al mango e papaya. Al gusto l’amaro è ben bilanciato dai malti e rimane nel finale in maniera gradevole ed equilibrata. Il corpo medio-basso (voluto) e la poca CO2 disciolta la rendono, infine, di facile beva e scarsa noia.  Per l’abbinamento non mi dilungo … sto mandando fuori di testa anche la nostra Claudia Ambu per una roba spaziale che troverete la prossima domenica di Sunday Cooking.

Che altro dirvi, Alessandro lo sento oramai al telefono più di mia madre e lo screzio sempre ma ho toccato con mano la sua passione e dedizione quotidiana in questo progetto. Insomma, la sua puntigliosità è stata molto preziosa, ma per l’ansia spero abbia preso un pochino di sciallezza dal sottoscritto. Terry non lo conoscevo proprio ma è davvero una bella persona e il risultato delle grafiche lo trovo stupendo. Ringrazio Pigiu (a cui ho sfondato le balle per due mesi) per la pazienza, l’ospitalità e l’ottimo risultato e Riccardino che è un ragazzo d’oro (grazie a lui ora il luppolo me lo fumo pure).

Spero la proviate in abbondanza, che non posso lasciare tutta quella roba lì per molto tempo, altrimenti capite, mi toccherà rubarla. E se pensate ad un bel regalo, Ale ha lavorato come un cinesino confezionando con le sue manine dei pacchi da sballo (3 birre, 1 bicchiere serigrafato e 1 provetta di luppolo Summit usato per la ricetta, da utilizzare come meglio gradite).

Veniamo al dunque: Clorofilla la potete acquistare anche QUI con lo Starter Kit (che piacerà tanto anche agli amici a cui lo regalerete) oppure nel classico cartone da 12 bottiglie x 33cl (per i più assetati). I dindini ricavati andranno a finanziare tanti altri progetti che abbiamo da sempre in mente ma che per ovvie questioni economiche non abbiamo ancora potuto realizzare.
Se poi siete di Roma, Frosinone o zone limitrofe, vi facciamo pure risparmiare le spese di spedizione. Ma che volete de più?
Per info e ordini scrivete a redazione@organiconcrete.com 

 


Umberto Calabria

Umberto (JJ) Calabria - Jungle Juice Brewing, autistico della birra e ancora "homebrewer" della domenica. "Liutaio" del sabato pomeriggio se ci scappa. Laureato e lavoratore per errore il resto della settimana. Curioso come una scimmia, sempre.

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