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A colpi di luce 2.0: Federico Ferrari

A colpi di luce 2.0: Federico Ferrari


Federico Ferrari

Questo weekend siamo a Londra con il fotografo Federico Ferrari.
Un piccolo assaggio di Fashion Photography e una piacevole intervista. Non perdetevi il suo Tumblr, vi suggeriamo qualche magazine di riferimento Wonderland Magazine,  ASOS Magazine e Sicky Magazine.

Ciao Federico, non è stato facile trovare informazioni su di te. Di dove sei, dove vivi, hai studiato fotografia?
Ciao Deianira ho 31 anni, quasi 32 ormai e sono nato e cresciuto a Udine. Qui, per spiegare dov’è Udine, di solito aggiungo che si trova a un paio di ore da Venezia. Ho scritto “qui” proprio perché mi sono trasferito a Londra da cinque mesi, una città che ho sempre amato. Non ho mai studiato fotografia.

L’impressione che ho avuto guardando il tuo sito è di trovarmi di fronte a un fotografo che si occupa anche di Fashion Photography, che ha già avuto diversi contatti oltre che svolto lavori su commissione. Ho sbagliato tutto?
Diciamo che invece di aver sbagliato tutto l’hai azzeccata. Prima di lasciare l’Italia ho svolto diversi shooting di moda e qualche servizio ad amici musicisti. I contatti e le commissioni sono arrivati quando sono sbarcato in terra inglese. Non so se per il fatto che ci fosse un nuovo fotografo in zona, ma il primo mese è stato il periodo professionalmente più prolifico che abbia mai vissuto. Non è stato facile, ho lavorato come magazziniere, venditore di pop-corn, postino e grafico. All’inizio la fotografia era solo un hobby e mi aiutava a dimenticare l’insoddisfazione per le otto ore di lavoro. L’ho sempre definita la mia cioccolata.

Qualche fotografo da cui ti senti ispirato? Abbiamo tutti una figura di riferimento, sia per l’ispirazione che per la formazione.
La mia grande ispirazione è sempre stato Juergen Teller, fotografo che ammiro per la semplicità e la crudezza degli scatti.
Mi è capitato di lamentarmi per aver saltato qualche passaggio nell’arrivare a definirmi un fotografo, come ad esempio il fatto di non aver mai fatto l’assistente, ma credo che il guardare e riguardare centinaia di foto sia stata la mia formazione.

Collabori con qualcuno? Ci racconti qualche esperienza?
Ultimamente, se posso, porto sul set sempre un assistente con il quale confrontarmi e dal quale trarre spunti e suggerimenti interessanti.
Non ho bisogno di persone che spostino luci o colleghino cavi o preparino macchine fotografiche, tutto quello di cui ho bisogno è, alle volte, solo un altro punto di vista. Per non parlare poi dei team con i quali lavoro ma credo tu facessi riferimento solo ad una collaborazione a livello fotografico.

Federico Ferrari

Ho visto che hai un blog Tumblr. Ci parli del rapporto tra fotografia e Social Media? Che idea ti sei fatto?
Direi che i Social Media e, più in generale Internet, sono tutto quello che decidi di mostrare di te stesso. È molto importante avere un buon rapporto con i mezzi che fanno da vetrina al tuo lavoro. Ho sempre avuto dei problemi con i like su Facebook, nel senso in molti casi è un feedback poco costruttivo.

Ci racconti il tuo stile?
Il mio stile lo definirei semplicemente sovraesposto. Utilizzo sempre il flash anche in condizioni di luce buona.
Quello che cerco quando scatto, non è la rappresentazione della realtà in sè e per sè, direi che pongo un filtro. Aver lavorato come graphic designer influisce molto sul mio modo di guardare attraverso il mezzo fotografico.

Federico, ti ringrazio per questa intervista. Ci consigli qualche libro preso dalla tua libreria e un film per questo weekend?
Posso consigliare “American Psycho” di Bret Easton Ellis, il “Giovane Holden” di JD Salinger. Per il film, invece, “Her” di Spike Jonze.
Ringraziamo Federico per questa intervista, vi invitiamo a visitare il suo sito www.thisisfed.com.

Federico Ferrari

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Deianira Vitali

Da quando vivo a Roma, penso al cibo per buona parte della giornata. Abbandonati i cocktail serali, ho scoperto l'amore per lo Jagermeister. Il lavoro è solo una pausa tra le mie instancabili ricerche: arte, fotografia e grafica. E quando il sonno tarda ad arrivare, c'è sempre tempo per disegnare.

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