READING

We Can Hula: quell’angolo di paradiso tanto ...

We Can Hula: quell’angolo di paradiso tanto sognato


466195269_640

Tra i desideri di ogni essere umano che vive affaccendato nel quotidiano mordi e fuggi, perennemente in conflitto con se stesso e diviso tra ciò che vorrebbe fare e ciò che va fatto, c’è sicuramente quello di mollare tutto e rifugiarsi in qualche isola sperduta nell’atlantico.
E non parlo di una di quelle isole descritte nell’ Atlante delle isole remote – Cinquanta isole dove non sono mai stata e mai andrò  (lettura che ti consiglio, a prescindere da chiunque tu sia e qualunque genere tu preferisca).
Parlo di quei paradisi che ti fanno sentire incredibilmente a casa anche se distano migliaia di km dal luogo in cui vivi, posti in cui riesci ad evadere con la mente (no, quelli che pensi tu si chiamano paradisi fiscali) per atterrare lì dove le tue passioni e le tue pulsioni riescono a trovare dei risvolti concreti.
In america, per molti, questo posto prende il nome di Kickstarter, (non c’è bisogno che ve lo presenti, no?).

We Can Hula è un progetto nato proprio sulla nota piattaforma di crowfounding (questo sconosciuto) poco più di un anno fa, il cui risultato ha visto la luce in questi giorni.
We Can Hula è un short movie diretto da Morgan Faverty che racconta proprio la necessità di ritagliarsi quell’angolo di paradiso perduto, in cui poter rifugiarsi nei momenti in cui il capo stressa con la spending review e l’aumento di produttività, la ragazza continua ad invocare il trilogy che le avevi promesso mesi fa e i tuoi parenti insistono sul fatto che è ora di “sistemarsi”.
La fredda atmosfera esterna, va scontrandosi con il calore che man mano sembra plasmarsi all’interno, evidenziato dal contrasto di colori e dall’amore che il protagonista mette nel curare ogni minimo dettaglio del suo paradiso. A completare il quadro, la sexy hula hooper che prende vita al minuto 2:00 (ora che ve l’ho detto, non fate che saltate la prima parte e puntate direttamente al secondo minuto) e scalda ancor di più quell’ambiente consacrato definitivamente ad angolo di paradiso.

Sognare ad occhi chiusi. Forse aperti.
Semplicemente sognare ancora un po’.


Alessandro Rossi

Alessandro Rossi, fondatore di organiconcrete e pseudo studente di Ingegneria Edile-Architettura presso "La Sapienza" di Roma. Ossessionato dai buchi temporali, dall'eta adolescenziale, dal trascorrere del tempo, dai rapporti umani e dall'arte. Irrimediabilmente fesso.

Commenti

commenti


RELATED POST