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Tuesday poison: Michael Vincent Manalo

Tuesday poison: Michael Vincent Manalo


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Non colui che ignora l’alfabeto, bensì colui che ignora la fotografia sarà l’analfabeta del futuro.

Con questa citazione di Walter Benjamin vorrei iniziare la mia settimana di riflessione sull’arte fotografica, un mezzo di cui non possiamo ignorare l’esistenza poiché sin dalla sua nascita ha influenzato il nostro modo di vivere e di interpretare l’arte. Così, come sostiene il filosofo tedesco nella sua opera più complessa e altrettanto piacevole L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica (1935), la fotografia ha scardinato la normale fruibilità dell’opera d’arte poiché consente di essere vissuta infinite volte e soprattutto riprodotta infinite volte.
Cosa che non poteva accadere nei dipinti poiché si riesce a distinguere la copia dall’originale. Dunque per Benjamin nella fotografia l’arte perde la sua autenticità a favore di una fruizione più ampia e allo stesso tempo è merito della fotografia se nel corso del tempo è cambiato il nostro modo di concepire la realtà e non solo l’arte.
La fotografia è un mezzo artistico che consente di descrivere la realtà senza parole, è un messaggio che arriva diretto alla mente dell’osservatore e riesce a catturare quelle corde dello spirito umano che rischiano di perdersi nel grigiore quotidiano.
La fotografia ci consente di sognare, non che altre arti non siano in grado sia bene inteso, proprio perché è più vicina alle nostre esperienze, è figlia dei tempi moderni, così come la street art e tutta la cultura urbana nata nello scorso secolo e un fotografo sognatore riesce a estrapolare dai suoi sogni delle immagini meravigliose che ci fanno sentire protagonisti di quell’immagine molto più di un qualsiasi altro dipinto o scultura che si conserva nei secoli.

Questo incipit mi è servito per presentarvi l’artista di questa puntata di Tuesday poison, se finora vi ho sempre parlato di illustrazione e toys e poco ancora di tatuaggi è arrivato il momento di parlarvi della fotografia surreale e dunque iniziamo con un fotografo bravissimo, uno di quelli in grado di creare qualcosa di strabiliante che sono sicura piacerà anche a voi.
Il nostro ospite di oggi si chiama Michael Vincent Manalo, è un giovane fotografo che vive a Manila, nelle Filippine, è un autodidatta e si diverte a realizzare montaggi con cui manipola le immagini catturate nel suo obiettivo.
Nel nostro universo telematico e virtuale, dove tutti sembrano essersi dedicati alla fotografia, tra instagram (a proposito, ci seguite?)e social network con cui mettere in mostra le proprie abilità, dire che Michael Vincent Manalo è un fotografo mi sembra un po’ riduttivo al cospetto delle sue creature, quelle immagini deliziosamente elaborate che appartengono ad un universo magico e onirico.

Osservando le sue fotografie così particolarmente potenti dal punto di vista cromatico, dove molto spesso l’intensità dei colori accompagna la sensazione onirica delle situazioni rappresentate, ci si rende conto di trovarsi di fronte ad un artista che scava nei meandri dell’inconscio per portare a galla scene e personaggi che trovano spazio soltanto nella nostra immaginazione o nell’arte appunto.
Uomini, donne e anche bambini intrappolati in una sensazione di perdita della propria coscienza, perdita del tempo che sembra essersi nascosto dietro di noi che nel frattempo restiamo a guardare i suoi personaggi muoversi nello spazio che in questi frangenti fotografici sembra non avere confini, come lande sperdute in chissà quale posto della memoria. Capolavori.
Provate a dimostrami il contrario se ci riuscite.

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Eva Di Tullio

Io sono Eva e con Tuesday Poison ogni martedì, vi racconterò la storia dell’arte pop surrealista e lowbrow: accomodatevi pure!

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