Lungo i fili di Tramas


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Sono sempre stata affascinata dal noto racconto di una città dove si tendono dei fili tra gli spigoli delle case per stabilire i rapporti che legano gli abitanti. E’ un’immagine che mi ha molto ispirata, e credo sia anche il giusto modo per iniziare il mio racconto su Mauro, Gabriele e Andrea, tre amici da sempre, tre elementi distinti di un tessuto, ognuno con la sua storia, il suo carattere e le sue ambizioni, che per caso si sono rincontrati e hanno trovato il modo di ordire un progetto che sia un lavoro che un modo per vivere le proprie passioni, basato appunto sulla tessitura di rapporti che rendono ogni giorno unico e ogni progetto una scoperta.

Di solito, quando ci capita di rincontrare un amico che non si vede da tempo ci si ferma a parlare, ci si racconta le strade percorse, e poi, sistematicamente, succede che si inizia a far progetti, che si pronunciano quelle frasi che cominciano sempre allo stesso modo: “Dobbiamo assolutamente…”. Nella maggior parte dei casi ci si promette di abbandonare tutto e di aprire un bar sulla spiaggia in Brasile, nel caso di Mauro, Gabriele e Andrea di aprire uno spazio come Tramas a Cagliari. E poi lo si fa davvero.
Tessuto urbano, connessioni web e texture grafiche si incontrano inaspettatamente in un luogo pensato apposta per loro, che ha anche l’ambizione di porsi come nodo nella vita culturale della città, vetrina del lavoro di chi l’ha pensato ma anche di chiunque voglia avere uno spazio in cui esporre la propria arte.

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In questo intreccio di trame, si scopre possibile una sinergia anche tra le discipline che caratterizzano i suoi fondatori. Architettura e web development non sembrano poi così lontane se si incontrano a metà strada, sulla grafica per esempio, in un continuo scambio in ci le occasioni di crescita sono ciò che davvero determina il successo dello studio.
Il segreto sta proprio nelle trame, nel tessere relazioni e cultura, nel proporre una ventata di aria fresca, nella sfida quotidiana a cantare fuori dal coro e a cantare più forte per non rischiare di non essere ascoltati perché troppo giovani, ma soprattutto nell’impegno e nella cura con cui vengono studiati i progetti, mai banali e al tempo stesso chiari e minimali. Si evoca il passato, si rispetta la tradizione, ma lo si fa con gli occhi del contemporaneo, riconoscendo il valore di tutto ciò che è creativo, dandogli il giusto peso e sempre pronti a nuove sfide.

Tre amici che condividono gli spazi, le idee e le passioni, dove chi arriva per ultimo offre la colazione a tutti (credono molto nel fatto che per produrre bene bisogna essere riposati, anche perchè “notoriamente” la vena artistica vive più di notte che di giorno!), dove ognuno ha il proprio ruolo nel gruppo e che un anno fa hanno istituito quella che è ormai diventata la tradizione delle “Vacanze Tramas”, un appuntamento semestrale che li porta a scoprire nuove realtà in tutta Europa (durante l’intervista hanno deciso che la prossima meta sarà Berlino).

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Mauro Soddu, il “grillo parlante del gruppo” ma anche “quello che colpisce sempre nel segno”, è un architetto.  Si specializza in interni a Milano, e progetta “togliendo” (“la sottrazione è molto più difficile dell’aggiunta perché a un certo punto non sta più in piedi”). I suoi progetti, estremamente minimali, sono tavole di composizione, e dimostrano che all’essenziale non manca niente per essere anche bello. Dalla sua passione e soprattutto dal suo gusto per il design nascono la YAYA e le LETTEROTTE. La Yaya (‘nonna’), è una lampada in lana che sintetizza magistralmente la tradizionale figura femminile sarda, esprimendo formalmente il concetto con le poche linee semplici dell’anima in ferro, ricoperta da un “cappuccio” di lana bicolore. Le Letterotte invece non sono altro che un gioco per bambini, dove le lettere come in un puzzle diventano l’oggetto stesso che rappresentano. Il tutto in termini estremamente puliti, dove tutto è ridotto al necessario.

 Gabriele Aramu, il “moderatore che però si distrae facilmente” è un ingegnere. Si dedica agli aspetti più tecnici del progetto, ma anche alla grafica e al design. Anche Gabriele ha progettato una lampada, MILU’, che sintetizza il concetto di abat jour a un’unica linea in legno, e ha vinto un premio per DIVIDI, un set portatile per la raccolta differenziata, estremamente semplice ma al tempo stesso formalmente e graficamente impeccabile e funzionale.

Andrea Montaldo, “il più curioso ma il più disordinato”, immerso nei suoi appunti e schizzi, è un web developer, la personalità più distante tra i tre, ma che dall’esperienza di Tramas ha imparato il senso grafico. Il suo lavoro è quello di progettare la visibilità del cliente sul virtuale, dalla brand commition all’e-commerce. Il lavoro che gli ha dato più soddisfazioni è stato il sito per il giornalista Gianni Riotta , formulato in modo che potesse garantire un accesso rapido e una buona navigazione a centinaia di utenti; ma il suo lavoro gli consente di misurarsi ogni volta con nuove sfide, come mostrare su google earth delle pale rotanti in 3D, o valutare i processi di vendita, dal momento in cui il cliente chiedeva un nuovo servizio dal web al momento in cui gli veniva recapitato/attivato, di una grossa azienda di telecomunicazioni.

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Federica Emma Longobardi

Mi sono laureata in Architettura, decisa a fare del bello e dell’ordine il mio lavoro. Sono curiosa, credo nelle idee, nelle buone idee, mi piace ascoltarle e farle mie anche solo per il tempo di un racconto.

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