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La Milano di Andrea Benedetti

La Milano di Andrea Benedetti


3-Arcimboldi

Milano, la città della moda, del design, della finanza, dell’editoria e delle università prestigiose, palcoscenico delle maggiori fiere ed esposizioni. La città del rigore, del senso del lavoro, che ti spinge ad essere una persona migliore ogni giorno, che ti costringe a definire il tuo carattere, il tuo pensiero, ad essere “particolare” per emergere tra un mare di persone, e avere qualcosa da dire che valga la pena ascoltare. La città che premia il coraggio, che ti chiede solo di esserci, ma esserci mettendoti in gioco. È bello come ti fa sentire, come ti spinge a cercare il tuo modo personale di interpretare il rigore delle sue abitudini. La città che si ama o si odia, una metropoli, popolata da persone di ogni parte del mondo, che però nessuno guarda perché troppo impegnato a correre nell’usarla, nel viverla piuttosto che ammirarla.

Migliaia di persone ogni giorno la affollano in un flusso che scorre costante e efficiente, ma solo pochi ricordano che si può ogni tanto, ritagliarsi del tempo per fermarsi a guardarla. Come ci insegnano Blade Runner prima e Metropolis poi, che fantasticavano immaginandosi la città del futuro, ora che quel futuro è ormai alle porte, possiamo se non altro passeggiare nella nostra metropoli contemporanea, isolarci dal rumore del traffico, dal vociare dei passanti, e guardarla per quello che è e che rappresenta. Basta avere pazienza, essere dei buoni osservatori e cogliere il momento giusto, e noteremo che anche Milano è una città deserta. Solo non lo è sempre, lo è per un attimo ogni tanto, quando ha voglia di premiarci mostrandosi nuda ai nostri occhi.

Ce ne accorgiamo quando camminiamo con il naso all’insù, passeggiando in Piazza Gae Aulenti per esempio, recentissima e dal sapore metropolitano con le sue torri che svettano in ferro e vetro. Guardando verso il cielo, rimaniamo affascinati dalle prospettive che lo sguardo può cogliere, perdiamo il contatto con il terreno, il senso della misura, percepiamo delle geometrie che si inseguono e si fanno sempre più piccole fino a raggiungere un punto lontanissimo, e non c’è traccia dell’essere umano, tanto da farci dimenticare che in realtà ci troviamo in una piazza affollatissima, e il nostro fermarci a guardare è di intralcio agli indaffarati passanti.1-BoscoVerticale1-PiazzaAlvarAalto

Questa Milano utopica, inabitata e estremamente geometrica, è la Milano che ci racconta Andrea Benedetti nella sua pagina Instagram. Ci propone, di fatto, una vera e propria storia, che lui “scrive” durante le sue passeggiate in cui si dedica a capire una città per certi versi difficile da interpretare, portando con sè unicamente il suo smartphone.
Gli piace perdersi lungo strade che non ha mai percorso, alla ricerca del momento in cui la città decide di rivelarsi a lui nella sua forma più semplice e vera: un gioco di ombre e volumi.

Nella città “del futuro”, dove tutti hanno fretta di raggiungere qualcosa o qualcuno, il fulcro degli spostamenti avviene in metro, un “non luogo” di fatto, un alienante sistema che ti porta da un punto all’altro senza farti vedere nulla, ma passandoci semplicemente sotto. Fiumi di gente percorrono le stazioni ogni giorno, con abitudine si dirigono verso le uscite, si accalcano sulle scale mobili per riemergere dal terreno. E anche in questo caso, nessuno si guarda intorno, nessuno riflette sul fatto che il flusso è così ordinato perche gli spazi in cui si muove sono studiati e progettati al millimetro perchè tutto sia funzionale ed efficiente, di fatto tutto è funzionale ed efficiente proprio perchè nessuno si sofferma troppo a guardare.
Andrea li ha voluti esplorare, raccontarli come non li abbiamo mai visti, desolati quasi ma incredibilmente futuristici, rendere omaggio alla geometria con la quale sono stati concepiti, al significato di stare sottoterra e accompagnare verso la luce.

Dare voce al silenzio della pietra, astrarla dal kaos di contorno, è il filo conduttore del suo racconto, arrivando a descrivere degli spazi quasi metafisici fatti da una serie di edifici connotati da un preponderante studio geometrico, collegati tra loro attraverso piazze a quote sfalzate, dove ogni prospettiva è studiata al dettaglio, in una perfetta simmetria che ti permette di orientarti con facilità senza lasciarti sopraffare dalla vastità degli isolati.1-PalazzoRegione 2-FermataSantAgostino2-RhoFiera 3-RhoFiera2 1-RhoFiera3-Malagari3-CarloAymonino2 Processed with VSCOcam with 9 preset1-DeutscheBank1-DeutscheBank2Andrea Benedetti-2 copy


Federica Emma Longobardi

Mi sono laureata in Architettura, decisa a fare del bello e dell’ordine il mio lavoro. Sono curiosa, credo nelle idee, nelle buone idee, mi piace ascoltarle e farle mie anche solo per il tempo di un racconto.

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