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Tuesday Poison: l’architettura surrealista di Cinta Vidal Agulló


Cinta Vidal Agulló

Quando mi trovo in un ambiente in cui posso illudermi d’essere invisibile, io mi trovo molto bene.
Italo Calvino

Con questa citazione dello scrittore ligure, a mio avviso una delle menti più brillanti del secolo passato, vorrei aprire questo pezzo sull’ospite della nuova puntata di Tuesday Poison, ovvero l’illustratrice spagnola Cinta Vidal Agulló. Le parole di Italo Calvino scritte sopra riecheggiano nella mia mente ogni qual volta io mi trovo di fronte alle opere che anche voi potete vedere in questo pezzo, tanta è la sensazione di smarrimento che queste destano alla sola vista. Ma prima di esaminare le sue opere sarebbe più opportuno fornirvi qualche cenno biografico dell’artista .

Cinta Vidal Agulló vive a Barcellona dove ha studiato presso l’istituto Escola Massana per poi, all’età di 16 anni, intraprendere un percorso di studio sulla scenografia. Ed è proprio di scenografia che parlano le sue prime attività artistiche, quelle compiute in collaborazione con l’Opera de Sabadell che ha sede proprio nella sua stessa città.
Oggi Cinta Vidal Agulló è un’artista che realizza fantastiche scenografie, murales, bambole ed illustrazioni, proprio come quelle di cui vi parlo oggi in queste poche righe. Inoltre, giusto qualche giorno fa si è conclusa la sua personale presso la galleria Miscellanea di Barcellona dal titolo Gravitant, un omaggio al suo mondo gravitante tenuto sospeso dal pensiero e dalle emozioni. Vorrei poter aggiungere qualche dato biografico ma sembra quasi impossibile parlarvene così come per esempio è praticamente impossibile determinare la sua età, posso però dirvi che le sue illustrazioni vengono realizzate con pittura acrilica su pannelli di legno come forse è facile intuire osservando le venature sulla superficie su cui poggiano le sue illustrazioni. Ed è proprio i questo ambiente cromatico che ora voglio perdermi.

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Osservando le opere dell’artista spagnola riesco a rintracciare quel sentimento di smarrimento illusorio di cui parla Italo Calvino nella frase sopra citata, ovvero la capacità dell’ambiente circostante di vivisezionare i nostri pensieri e di porli aldilà di una linea immaginaria che li divide dalla realtà percepibile; così se da un lato il nostro corpo destreggia tra le componenti fisiche dell’universo circostante, dall’altra parte c’è un mondo fatto di emozioni e desideri che si rincorrono e che mettono a soqquadro la nostra visione totale.

Non è un caso se in molte illustrazioni di Cinta Vidal Agulló l’ambiente urbano, quindi case, così come nelle illustrazioni che ritraggono ambienti interni e quindi scale, mobili e complementi d’arredo, poltrone e letti, vengono capovolti, posti a testa in giù, creando un insieme scomposto di particolari i quali mettono in luce una visione dell’universo circostante del tutto distorta, o forse sarebbe meglio dire alternativa rispetto a ciò che ci hanno abituato a percepire. Altro elemento caratteristico di questa dialettica del capovolgimento è la totale dispersione dell’essere umano rispetto ai suoi simili inseriti nello stesso contesto: ogni singolo individuo rappresentato è quasi totalmente incurante di chi vive nello stesso spazio determinando una sorta di alienazione fisica e contemporaneamente emotiva, la quale li tiene lontani anche dall’occhio dell’osservatore che tuttavia non sfugge all’accostamento molto evidente con il mondo stilistico del celebre incisore olandese Maurits Cornelis Escher.
Dunque, così come nelle opere dell’artista di Leeuwarden, il confronto, o il non-confronto nel nostro caso, con l’ambiente circostante determina la nostra posizione tra ciò che siamo e quello che vorremmo vedere.

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Eva Di Tullio

Io sono Eva e con Tuesday Poison ogni martedì, vi racconterò la storia dell’arte pop surrealista e lowbrow: accomodatevi pure!

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