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Save the date: La Porta Gialla – un gioco di...

Save the date: La Porta Gialla – un gioco di forme, la personale di Manuele Mirabella


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Il marmo, nella sua forma più pura e monolitica, nell’immaginario collettivo, un po’ di timore lo incute.
Spaventa perchè è freddo, spigoloso, duro e (nel caso del marmo di Carrara), attraversato da discontinue venature grigiastre, che un po’ (un po’ tanto) destabilizzano chi le osserva.
Salvo poi, apprezzarlo (e di colpo innamorarsene), quando qualche “mago” munito di cilindro e bacchetta magica riesce a far succedere l’impossibile e trasformare quei blocchi in forme più morbide e calde (con casuali riferimenti a due mostri sacri come “Sir Michelangelo” e “Donatello”).

Sembra un paradosso per una città come Carrara (che della durezza del suo marmo ha fatto un marchio di fabbrica oltre che un vero e proprio brand) ospitare la prima mostra personale di Manuele Mirabella, che in maniera quasi beffarda e provocatoria, racconta un percorso durato tre anni, che lo ha portato ad esplorare le innumerevoli potenzialità della gommapiuma.
Non senza qualche difficoltà, certo, visto che, se il marmo è rigido, rigoroso e relativamente disciplinato nel suo modo di farsi modellare, la gomma è capricciosa, disubbidiente, e sregolata. E il rischio, dopo ore e ore passate a modellare, è quello di non riuscire a “fermare l’attimo” e cristallizzare le forme.

La porta gialla – un gioco di forme è il titolo della mostra di Manuele che verrà inaugurata sabato 16 aprile alle ore 18.00 presso la Galleria Duomo in Via Finelli 22/b a Carrara, curata dalla nostra infaticabile Beatrice Lombardi.
Una mostra che mette in luce, ancor più che le opere, l’intero processo e lo sforzo (fisico, ma soprattutto mentale) che l’artista ha dovuto affrontare durante il concepimento. Tanto più perchè il percorso di Manuele, parte in principio dalla lavorazione dell’argilla, passando per il marmo e arrivando infine ad un materiale morbido come la gommapiuma.
Le forme sinuose e morbide delle donne rappresentate, ricordano l’abbondanza (simbolo inequivocabile di fertilità) delle donne preistoriche, in una dicotomia che racconta sì il passato, ma anche un presente fatto di modelli anoressici e forme che scompaiono.

La mostra, che potrete ammirare fino al 15 maggio, sarà possibile ripercorrere il percorso dell’artista, composto non solo dalle gommepiume ma anche da acquarelli, bronzi, terrecotte fino ad arrivare a piccole sculture in schiuma poliuretanica, ricavate dal riempimento di calchi in gesso.

Seduta2 Seduta_manuele mirabella Nuotatrice2 Nuotatrice Giusy e Sola Colomba2 Colomba


Alessandro Rossi

Alessandro Rossi, fondatore di organiconcrete e pseudo studente di Ingegneria Edile-Architettura presso "La Sapienza" di Roma. Ossessionato dai buchi temporali, dall'eta adolescenziale, dal trascorrere del tempo, dai rapporti umani e dall'arte. Irrimediabilmente fesso.

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