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Intervista a Rosario Vetrò, “per star bene i...

Intervista a Rosario Vetrò, “per star bene in un posto sognato”.


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Ciao Rosario, per smorzare l’aria tesa prima delle domande ti chiedo di fotografare qualcosa di veramente insolito, ad esempio un oggetto nella tua stanza che custodisci da anni. Il più antico e perché.
Considerato che la mia ultima stanza esiste da soli 2 anni, ti presento qualcosa a cui sono legato per tanti tanti versi e da molti anni prima di trasferirmi a Bologna. Si tratta in realtà di alcuni numeri della rivista di fumetti anni 80 Frigidaire… regalati da una persona a me cara, in un periodo di crescita personale importante.

Nei tuoi scatti c’è molta pazienza, tempo, riflessione, almeno questo è ciò che vedo io; tu invece ti sei mai fermato a pensare cos’è che vedi e perché scegli di guardare alcune cose piuttosto che altre?
Ho bisogno di tempo… e almeno qui, in questa pausa, in questo spazio, me ne prendo quanto voglio senza badare a scadenze. Quindi l’analogico è ovvia conseguenza, per me. Vedo quello che mi circonda, non sono bravo a creare degli scenari, meglio aspettare che questi ultimi si creino da loro. Ecco perché città e paesaggi naturali sono gli ambienti che preferisco. E se ci scappa una scena di mezzo (intesa come azione) sono tanto più soddisfatto.

C’è qualcosa che ti influenza più di tutto, nei tuoi scatti, nei tuoi pensieri, nei sogni che fai?
Il viaggio su tutto. E’ di sicuro ciò che più ha influenzato il mio vivere di questi ultimi anni… per star bene con me stesso devo sapere che potrò andare in un posto sognato da qui al prossimo futuro.

L’ultimo viaggio che hai fatto quali ricordi ti ha lasciato?
Capo Nord in auto col compagno di viaggio preferito, attraversando la Lapponia in lungo e in largo. Ma quello a cui, in assoluto, sono legati più ricordi è il viaggio in Marocco: gli imprevisti fanno di un percorso una storia indimenticabile… come le piogge torrenziali in un’area desertica dell’Africa.

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Quanto c’è di te nelle tue fotografie? Come è successo l’incontro con la fotografia?
Confesso: ho subito pensato che questa domanda andava fatta a qualcuno che mi conoscesse da un po’… ho quindi passato la palla ad un’amica molto cara… quanto segue è di Debora: “Di te c’è concentrazione e una forma di disciplina alle quali la scelta di scattare in analogico costringono. C’è il piacere dell’attesa. C’è un misto di curiosità e attrazione per paesaggi (umani o ambientali) pacati, di una quotidianità tanto bella quanto banale, non urlati, non extra ­ordinari e soprattutto non costruiti. La normalità, raccontata con un’attitudine alla riservatezza, che emerge dal tuo modo di guardare, con o senza uno scatto come fine”… mi vuole bene lo so.

Come ti fa sentire invece guardare le foto che scattano gli altri, se le guardi, cosa ne pensi, se pensi che ci sia una tendenza, e in quale direzione si vada.
Mi sento fuori moda, sempre. Quindi indicazioni su tendenze e direzioni intraprese oggi dalla fotografia proprio non ne saprei dare. Quello che noto con piacere è che la pellicola, se pure un supporto di nicchia, non sta sparendo, anzi. Quindi seguo con occhio di riguardo chi ancora la utilizza.

Com’è il tuo carattere?
Schivo e riservato. Punto :­P

Cosa fai quando non scatti foto? Come passi il tuo tempo libero?
Vado in vespa.Concerti, mostre e serie tv.

l tuo colore preferito, il tuo piatto preferito, la tua pellicola, se ne preferisci una e perché.
Nell’ ordine: il nero;
La parmigiana di melanzane di mammà;
Kodak Tri­X 400, perché ha una latitudine di posa esagerata.

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Quali sono i tuoi progetti futuri? Un sogno nel cassetto da realizzare?
Spero di sviluppare quanto prima la montagna di rullini che ho qui sulla scrivania.

Dopo tutte queste domande arriva la parte che più mi spaventa, chiedo a te di farmi una domanda, così diciamo che siamo pari :) avanti, chiedi pure.
Quando vieni a Bologna?

Ti citofonero’ a sorpresa :)

Ultima richiesta: un film che hai adorato, una canzone che non riesci a togliere dalla testa, un fotografo che vorresti consigliarci, un viaggio che vorresti fare, una canzone da ascoltare in loop.
L’uomo di Londra , di Bèla TarrVanderlyle Crybaby Geeks, di The National… ascoltata ad uno dei loro concerti tenuti in Italia;
I consigli sono due: Thèo Gosselin e Bastian Kalous (aka BastianK)
Tornare a Berlino quanto prima;
Remurdered dei Mogwai, brano in loop.

Ringrazio Rosario per la sua disponibilità, qui il link al suo sito: rosariovetrò

 

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Giuliana Massaro

Giuliana Massaro, 26 anni, studentessa di lettere moderne da un po', lunatica da sempre. Penso troppo, parlo poco, faccio foto.

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