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Monica Garwood e il suo universo femminile a colori


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Il 2017 è appena iniziato e anche l’appuntamento con l’illustrazione è tornato su Organiconcrete e come ogni nuovo anno che comincia abbiamo un cassetto pieno di belle cose da mostrarvi e oggi iniziamo da un’artista che ho scoperto per caso in una delle fantastiche librerie del quartiere Mission di San Francisco durante il mio viaggio nella bellissima città californiana e quasi stavo per dimenticare di parlarvi di lei. Rimedio subito in questo mercoledì di gennaio gelido con le immagini e le parole che seguono.

Come promesso la prima illustratrice del 2017 è Monica Garwood, un’artista nata e cresciuta nella Bay Area e attualmente residente a San Francisco, sappiamo di lei che ha un diploma in illustrazione e studi visivi conseguito presso la California College of the Arts e le sue creazioni, illustrazioni, design e lettering, sono apparse su riviste come Bitch Magazine, Communication Arts e BUST Magazine. Inoltre, nel corso di questi ultimi cinque anni è stata insignita di molti premi e riconoscimenti prestigiosi come il Society of Illustrators rispettivamente nel 2012 e nel 2013 ma anche il Communication Arts Award of Excellence nel 2015 solo per citarne alcuni. Capite già da questi pochi indizi che siamo di fronte ad un’artista davvero talentuosa che non potevate non conoscere.

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La tecnica più utilizzata da Monica Garwood nella composizione delle sue illustrazioni è senz’altro la pittura, un mezzo che le consente di dare vita a delle bellissime opere, nelle quali il colore acquista un ruolo fondamentale se non predominante: l’uso simbiotico del bianco e nero e in molti altri casi di una vasta scala cromatica le danno la possibilità di far viaggiare l’occhio dell’osservatore nella profondità e nell’intensità di ogni soggetto e situazione rappresentata come se fosse la pagina di un fumetto che stiamo leggendo o semplicemente gustando con lo sguardo.

Per quanto mi riguarda sono stata subito attratta dalle sue opere nelle quali la vivacità dei colori è particolarmente evidente e ciò che rende la sua arte strabiliante a mio avviso è proprio il suo tocco così lieve eppure così incisivo che rende l’intera produzione incline a quel surrealismo dolce e delicato che condivide con ben pochi altri artisti del suo stesso calibro.
Entrando più da vicino nel suo mondo non si può non notare che i personaggi delle sue opere sono soprattutto donne, un universo femminile raccontato nei suoi diversi momenti della giornata, donne che raccontano attraverso l’immagine della loro stessa esistenza, donne ribelli, donne che mostrano la loro forza, la loro emancipazione, la loro noia o semplicemente il loro volto in ritratti semplici e penetranti allo stesso tempo perché le sue protagoniste non necessitano di una particolare allure ma si rivelano nella loro stessa elementarità trasparente come lo sguardo che rivolgono all’osservatore. Un’artista che parla di donne non è necessariamente una femminista ma una donna che mostra al mondo intero la sua propensione al racconto delle sue simili attraverso il suo ascolto e la sua capacità di renderlo percettibile a chiunque.

Due consigli per i curiosoni: cercate tra le immagini l’opera Margot’s Dream / Richie’s Dream che gli appassionati di Wes Anderson sapranno riconoscere senza didascalia e date un’occhiata anche alla sezione Design del sito dell’artista, mi ringrazierete.

 

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Eva Di Tullio

Io sono Eva e con Tuesday Poison ogni martedì, vi racconterò la storia dell’arte pop surrealista e lowbrow: accomodatevi pure!

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