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Le “Fallen Princesses” di Dina Goldste...

Le “Fallen Princesses” di Dina Goldstein


Ammettiamolo. Volenti o nolenti, siamo quasi tutti cresciuti con stampate in testa due frasi perentorie: “C’era una volta” e “Vissero tutti felici e contenti”.
Le favole Disney, artefici in primis di questo poco realistico scenario di vita, si sono insediate nella vita di tutti, in modo più o meno traumatico, deludendo, di pari passo con la crescita, le aspettative di bambini e bambine.
Non mi stupirei se leggessi in giro di mamme che hanno fatto causa alla Disney, per falsa rappresentazione della realtà (Giuro che ultimamente ne sento e leggo di tutti i colori), accusando il più famoso studio di animazione, di illudere e deludere le aspettative dei loro bambini.
D’altro canto, non mi stupirei  neanche se leggessi o sentissi di mamme che hanno accusato le mamme di cui sopra, (mi scuserete l’obbligato gioco di parole) in quanto distruttrici dell’età infantile dei bambini.
Perchè ad una certa età, potrebbe quasi essere comprensibile che i bambini ignorino come va veramente la vita, una volta superata la fase “VOGLIO MAMMA!”
Senza troppi “se” e “ma”, senza domandarsi se fosse giusto o sbagliato, a riportare sulla retta via le favole Disney, ci ha pensato  Dina Goldstein, giovane fotografa canadese che ha dato vita ad un progetto chiamato Fallen Princess.
Fallen Princess rappresenta la vita, dopo il famigerato “vissero tutti felici e contenti“.
In questa serie, le eroine intramontabili, diventano improvvisamente icone di infelicità moderna. Così abbiamo Cenerentola che affoga i suoi ricordi in un bar per camionisti, innanzi a un boccale di birra o Biancaneve con 4 figli, costretta a pulir casa e a badare a tutto, con un marito che gode e riscatta il suo gesto eroico. Cappuccetto Rosso, che vaga nel bosco con indiscutibili problemi di obesità o Ariel, la Sirenetta, ridotta a fenomeno da baraccone in un acquario gigante.

 


Alessandro Rossi

Alessandro Rossi, fondatore di organiconcrete e pseudo studente di Ingegneria Edile-Architettura presso "La Sapienza" di Roma. Ossessionato dai buchi temporali, dall'eta adolescenziale, dal trascorrere del tempo, dai rapporti umani e dall'arte. Irrimediabilmente fesso.

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