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A colpi di matita: Angela Perrini

A colpi di matita: Angela Perrini


Quanti anni hai, di dove sei e da quanto tempo fai l’illustratore?
Ho 26 anni, sono di Putignano, in provincia di Bari, pugliese Doc ( e Dop…come l’olio e le orecchiette, evviva i clichè). Non da molto faccio l’illustratrice in maniera ufficiale, solo da qualche mese, escludendo i tre anni di studio presso la Scuola Internazionale di Comics a Roma, ma, ufficiosamente e inconsapevolmente da molto, molto più tempo.

Come hai imparato a “disegnare”?
Ho iniziato a disegnare da piccola come credo la maggior parte della popolazione mondiale e non ( per chi crede in vite extra terrestri! Sostengo che la questione sia letteralmente universale).Disegnare, penso, sia istintivo da bambini e non si impara, si fa e basta, bello o brutto che sia il risultato,non ha importanza, è una delle necessità naturali per esprimersi! Una necessità che ho avvertito forte anche crescendo e che quindi, ho scelto di non abbandonare. Poi, attraverso i miei ultimi studi, il disegno “selvaggio” è stato arricchito dal “senso”… un processo sempre in evoluzione. Il senso è quello che secondo me distingue un bel disegno accademicamente parlando, da un modo di comunicare, un linguaggio, manifestazione di universi e suggestioni che da personali possono diventare condivisibili da più …mi verrebbe da scrivere anime, ma non voglio fare la trascendentale, quindi mi farò bastare “persone” con tutto il valore, però, che il termine si porta dietro.

La tua è una passione, un lavoro, o entrambe le cose?
E’ chiaro che l’illustrazione è un mio profondo amore e mi sto impegnando a far sì che diventi anche il mio lavoro, in un modo che sia il più possibile continuativo. Per il momento ho avuto e sto avendo alcuni bei riscontri sia morali che lavorativi che mi permettono un impegno sempre più intenso, nonostante ci possano essere momenti non proprio entusiasmanti. Credo non si possa fare l’illustratore se non spinti da una fortissima passione, è un’affermazione banale, forse, ma in questi anni mi sono accorta di quanto sia vera, accumulando tante ore di disegno e tanti fogli scarabocchiati sulla mia scrivania , anzi, tavolo da disegno (fa più professionale), che senza passione non avrebbe avuto senso affrontare.

Solitamente disegni prima su carta oppure elabori tutto direttamente su pc?
La carta è sempre la prima tappa… anche per i lavori destinati poi al digitale. Mi appartiene di più.

Da cosa trai ispirazione? E cosa cerchi di trasmettere con le tue illustrazioni?
Le mie ispirazioni. Mi capita di avere delle piccole, fortissime ossessioni per alcune cose in particolare: di volta in volta per grandi maestri della storia dell’arte o per artisti-illustratori contemporanei, per un colore in particolare, per un genere musicale o una singola canzone, per una sensazione o stati d’animo,un odore, un libro, una frase … e così via. Sono mini-ossessioni limitate nel tempo per intensità, che poi non scompaiono ma, vanno ad intrecciarsi in una sorta di grande ed ingarbugliato gomitolo da cui sfilare il filo più “adatto” in base alle occasioni. Quindi, ciò che scriverei ora essere in assoluto le mie “muse” preferite, sono sicura, non lo sarebbero tra qualche mese. In genere,però, sono molto affascinata dalla luce,il colore, la linea, il modo “ diverso di vedere le cose” e il loro lato poetico, i ricordi e la malinconia,l’ironia, i contrasti. Una parte sostanziosa inoltre, è occupata dal mondo delle fiabe e delle favole…il loro mondo e quelli della storia delle tradizioni popolari e della psicologia in cui si inseriscono mi affascinano molto. Poi musica, musica,musica.
Mi piacciono anche modi di lavorare molto diversi dal mio . Ci sono degli illustratori che ammiro particolarmente, hanno una magia: Gustavo Aimar, Rebecca Dautremer, Jean- Vincent Sénac ( annoverato di recente), Nicoletta Ceccoli, Emily Gravett, Celia Chauffrey, Amélie Fléchais, Matte Stephens, Blanca Gòmez…per dirne alcuni .Praticamente in qualsiasi momento, qualsiasi cosa può suggerire una buona idea, questo ti costringe a vivere l’illustrazione full time, si può smettere di illustrare materialmente ma, mai emotivamente o cerebralmente … faticoso ma divertente, perché puoi esplorare tanto, scoprendo piccoli tesori nascosti o meno, ovunque. Ho sempre sostenuto che l’arte in generale e l’ illustrazione in particolare siano amanti molto esigenti.
P.s: anche se non “c’azzecca molto” tra le passioni che un giorno vorrei coltivare ci sarebbero i numeri. Sì, i numeri mi affascinano e magari potrebbe aprire le porte ad un mio nuovo linguaggio illustrativo rinnovato e chi lo sa!

Ciò che vorrei indagare attraverso i miei lavori sono l’evasione, l’incanto, la delicatezza, la straordinarietà calata nella quotidianità, la verità della fantasia, la bellezza delle piccole cose , tutto rappresentato attraverso la stratificazione di più significati, (una stratificazione che è anche materiale).Il linguaggio che voglio creare è rivolto ai più piccoli ma,voglio che nasconda letture più profonde o diverse e …quando ci riesco aggiungo un pizzico di ironia.In questo modo ognuno potrebbe trovare “lo strato” più adatto a sé e un senso personale a certe sfumature, con grande gioia e un po’ di meraviglia ho capito che questo può avvenire davvero e che emozione quando succede! Cerco di raccontare sempre una storia, infatti, ne approfitto, quando pubblico un post nel mio blog per “presentare” un mio nuovo lavoro, lo presento con una storia che invento per l’occasione… mi diverte molto il momento della costruzione del post, infatti!
Infine, mi piace molto nelle illustrazioni dedicarmi ai particolari, ho l’impressione che concedano tempo a chi li guarda. Costringono a fermarsi per osservare e poi magari…a completamente, perdersi nell’atmosfera di un’opera, andare a finire in un tempo familiare e passato o mai conosciuto… o almeno questo spero succeda a chiunque abbia voglia di guardare i miei lavori!
Bene, finito …avrete sicuramente apprezzato la sintesi di questa risposta :\

Che strumenti (e/o software) utilizzi solitamente?
Lavoro molto con le tecniche tradizionali, mi piace sperimentare e anche se non in maniera estrema, tento mix di vari strumenti, acrilici, acquerelli, matite, pennarelli, collage su vari supporti… il meno convenzionale tra le carte che ho utilizzato è stato sicuramente il cartone dei cereali … mi è valso anche un’importante selezione! E poi non mi nego qualche intervento in Photoshop o Illustrator, danno un’ infinita opportunità di lavoro e poi c’è la necessità di utilizzare InDesign in caso d’impaginazione, il fratello da me meno preferito della famiglia Adobe, mi dispiace ma è la dura verità!

Che consigli daresti agli aspiranti designer/illustratori che desiderano emergere in questo settore?
Ecco questa è la domanda che m’imbarazza di più, presupponendo che io possa dare dei consigli, dato che io per prima ho tanto da imparare ancora, sarebbero:

non dimenticare mai la parte divertente di questo lavoro, anche nei momenti meno “leggeri”, se non ci si diverte è meglio cambiare strada, penso!
Lavorare con determinazione e costanza per migliorare… e non abbattersi se non ci sono immediati riscontri.
Non avere paura del confronto e di accettare critiche, ma criticamente distinguerle tra costruttive e non, imparare ad essere critici nei confronti del proprio lavoro senza essere autodistruttivi…e di accettare anche i complimenti, fanno bene!
Avere rispetto per il proprio lavoro chiedendo il giusto riconoscimento , anche economico (c’è anche questo aspetto da considerare se si vuol fare questo mestiere… un ostacolo che sto imparando pian piano a superare è quello di “dire la cifra”).
Non negarsi nessuna opportunità, nella mia ancora breve esperienza ho capito che essere disposti a cominciare alcune avventure ( a volte con un tocco di incoscienza … solo un tocco) porta ad aprirsi tante altre belle possibilità.
Non essere ossessionati dallo “stile originale”,secondo me è più importante essere sinceramente se stessi quando si crea, lo stile che ne verrà fuori sarà inevitabilmente unico, essendo unico il proprio modo d’essere, questo permette una grande libertà di espressione che emulando qualcun altro non si potrebbe ottenere. Questo,però, è un processo che ha tempi diversi da persona a persona .Per me non è stato un percorso immediato ed ancora ne ho da scoprire e capire!Un presentimento mi dice che non avrò mai un punto definitivo d’arrivo!Purtroppo o per fortuna…

Più concretamente:
Aggiornarsi continuamente su tutto quel che concerne questo campo, essere curiosi.
Partecipare, armandosi di pazienza, alle fiere dell’editoria ed essere ben preparati, informarsi in anticipo su quali editori ci saranno(liste che di solito sono fornite dall’organizzazione della fiera stessa) e scegliere le più affini a sé, prendere appuntamenti con loro e preparare un book adeguato. Ho notato che spesso sono molto più interessati a progetti completi che a singole illustrazioni.
Non avere paura nell’affrontare gli editori, al massimo diranno di “no”… vabbè si ricomincia la ricerca, ci sono tante, tantissime possibilità e non esclusivamente nell’editoria.
Continuare la propria ricerca al di fuori delle fiere, informatevi sulle case editrici( i loro siti aiutano tanto) che pubblicano lavori che trovate affini al vostro stile, potrebbero nascere più facilmente collaborazioni ( io sto tentando anche questa strada).
Essere fantasiosi e cercare di creare un nuovo modo di fare questo mestiere, ripeto l’editoria non è l’unica strada, dare un’occhiata al lavoro di altri potrebbe portare ispirazione.
Pur non dimenticando mai il buongusto,sfruttare la possibilità di autopromozione offerta dal web, assolutamente da non sottovalutare, è vero che c’è un sovraffollamento di immagini, ma un buon lavoro non passa mai inosservato!

Ecco qui, alla fine ho scritto consigli che dò prima di tutto a me stessa…ah (sospiro) !

Un illustratore che ci consigli di tener d’occhio?
Con questa domanda, invece, mi mettete un po’ in difficoltà …posso fare una piccola lista? Anche questa eterogenea, io consiglierei di esplorare i blog o le pagine Fb di questi giovanissimi illustratori che più si avvicinano al mio gusto e di cui scrivo brevi e personalissime impressioni:
Fabiana Attanasio ( cura dei particolari e coinvolgimento emozionale sono il suo marchio di fabbrica, i suoi personaggi… adorabili)
Fabiola Vairo ( caratterizzazione dei personaggi gustoso e contemporaneo)
Emanuela Mannello (mondi incantati e atmosfere malinconiche abitano i suoi lavori)
Alessandra Liberato ( aquiloni e spensieratezza volano insieme a personaggi accattivanti)
Emma Marongiu ( il disegno e il segno raccontano impressioni intime)
Tiziana Longo ( linguaggio in continua scoperta accompagna in dettagli affascinanti)
Noemi Gambini ( composizioni e colori non convenzionali catapultano in un mondo a dir poco fantasioso e poetico)
Clara Maffei ( la carta diventa fantasia)
Miguel Angel Bethencourt ( dettagli e palette di colori che non possono passare inosservati)

Alcuni li conosco anche personalmente, imparo ad apprezzare un percorso lavorativo che s’intreccia ad uno personale!

Grazie :)

Grazie a voi… è stata una strana, nuova e bella esperienza! :)

Ringraziamo Angela per averci dedicato il suo tempo e vi invitiamo a visitare il suo sito http://rose-nellinsalata.blogspot.com/


Alessandro Rossi

Alessandro Rossi, fondatore di organiconcrete e pseudo studente di Ingegneria Edile-Architettura presso "La Sapienza" di Roma. Ossessionato dai buchi temporali, dall'eta adolescenziale, dal trascorrere del tempo, dai rapporti umani e dall'arte. Irrimediabilmente fesso.

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