Domenica in strada: Interesni Kazki


Partiamo con un po’ di antropologia: sapete chi sono i Boyko?
Ve lo dico io. I Boyko sono un gruppo etnico che vive sulle montane degli altipiani dei Carpazi ucraini, parlano la lingua rutena, ovvero lo slavo ecclesiastico, e costruiscono delle chiese in legno davvero molto particolari, simili alle case delle fiabe, con tetti che somigliano a decorazioni di cioccolato su torte nuziali.
Perché vi parlo dei Boyko? Perché oggi voglio rendere omaggio a un duo della street art ucraina, due artisti bravissimi, fantastici, superlativi, i quali sembrano davvero ispirarsi alle fiabe ma anche alla matrice colorata sennonché gigantesca degli Os Gemeos. Il percorso dall’antropologia alla fiaba che state compiendo con la lettura vi avvicina all’esperienza artistica dei due artisti che ho il piacere di presentarvi.
Interesni Kazki è il nome del duo ucraino protagonista di questa puntata di Domenica in strada, ovvero AEC (Aleksei Bordusov) e Waone (Wladimir Manzhos), ultimamente alla ribalta per il grande murale su una delle pareti dell’Accademia Kyiv-Mohyla a Kiev, uno dei tanti capolavori realizzati da questi due bambini un po’ cresciutelli.
La loro unione risale al 1999 e dopo aver percorso le strade di Kiev lasciando un po’ ovunque il loro segno, gli Interesni Kazki hanno invaso le città europee dispensando colori e strani personaggi fiabeschi un po’ burloni e tanto surreali ma soprattutto teneramente pensierosi.
Gli Interesni Kazki, il cui nome vuol dire letteralmente fiabe interessanti (e come poteva essere altrimenti?) fanno del simbolismo la chiave con cui leggere i loro capolavori, ovvero delle gigantesche opere murali in cui gli esseri umani e i loro pensieri sono i protagonisti.
Uomini giganti che interagiscono con il mondo naturale circostante, immersi nei meccanismi della riflessione e del tempo che a loro volta creano altre piccole storie da leggere e raccontare, come una grande metafora che si moltiplica mentre la si dice ad alta voce. Oppure racconti estrapolati dal grande libro della vita quotidiana che molte volte è più fantasiosa della nostra stessa fantasia.
Buona domenica!


Zelda

Mi chiamano Zelda, come la principessa dei Nintendo, come Zelda Sayre Fitzgerald, come Beautiful Zelda della Bonzo Dog Doo-Dah Band. Sono alta quanto una mela della Val di Non, sono impertinente come i miei capelli e mi nutro di street art, quella roba di cui vi parlo la domenica quando avete il cervello quadrato e parlate di rigori e schedine. Non potrete fare a meno di me.

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