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Domenica in strada: il surrealismo di Zed1

Domenica in strada: il surrealismo di Zed1


Cercare adagio, umilmente, costantemente di esprimere, di tornare a spremere dalla terra bruta o da ciò ch’essa genera, dai suoni, dalle forme e dai colori, che sono le porte della prigione della nostra anima, un’immagine di quella bellezza che siamo giunti a comprendere: questo è l’arte.

I miei piccoli nerd sapranno già da chi ho preso in prestito questa citazione, e sì perché oggi è il 16 giugno e come ogni 16 giugno che si rispetti tutto il mondo festeggia il Bloomsday, la festa in onore di Leopold Bloom, il protagonista del fantastico capolavoro di James Joyce, Ulisse.
Provate a farlo anche voi oggi, dico a vestirvi eleganti, con la giacca e la bombetta, girovagate per la città, prendete autobus e treni che vi portano al mare, bevete un caffè e guardate le onde del mare andare e venire e soprattutto cercate di cogliere l’essenza di ciò che guardate.
Così è nato uno dei capolavori della storia dell’umanità e questa puntata di oggi la voglio dedicare proprio a James Joyce che in Italia ha vissuto per un certo periodo della sua vita. In onore di questo gemellaggio ho scelto un artista italiano, un ragazzo italiano di Firenze, che ho il piacere di presentarvi in queste poche righe.

Al secolo Marco Burresi ma per noi è Zed1, un artista che mi ha colpito per il suo stile particolare nel disegnare sui muri delle città un’orda di personaggi simpaticissimi che esporta in tutto il mondo, da Firenze ad Oslo, da Miami a Copenhagen, dolcissime creaturine che vivono in equilibrio tra la fantasia, la loro, e la realtà, la nostra.
È proprio questo senso di magia e di illusione che mi piace dei capolavori di questo artista girovago, ovvero questa sua capacità di trasportarci in un mondo parallelo e surreale in cui la creatività e il gioco ci prendono per mano e ci conducono in un universo cromatico di animali e strani personaggi che ci osservano a testa in giù, alcuni compiono magiche peripezie per distrarci dalla quotidianità sottile, altri invece si incastrano uno sull’altro, si azzuffano, impacciati e teneramente burloni che a me ricordano tanto i personaggi del libro di Raymond Queneau, I fiori blu. Lo avete letto anche voi?
Buona domenica!


Zelda

Mi chiamano Zelda, come la principessa dei Nintendo, come Zelda Sayre Fitzgerald, come Beautiful Zelda della Bonzo Dog Doo-Dah Band. Sono alta quanto una mela della Val di Non, sono impertinente come i miei capelli e mi nutro di street art, quella roba di cui vi parlo la domenica quando avete il cervello quadrato e parlate di rigori e schedine. Non potrete fare a meno di me.

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