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Domenica in strada: Vhils

Domenica in strada: Vhils


L’8 dicembre del 1980 poco prima della mezzanotte, diciamo dopo cena, un certo Mark Chapman, a detta degli organi di stampa un malato di mente con la pistola in tasca, passeggiava l’Upper West Side di New York quando, dopo aver estratto la sua arma, sparò cinque colpi, di cui uno mancò il bersaglio, che ferirono a morte l’uomo che si trovava  all’entrata del Dakota Building che si trova proprio in quella strada.
Sempre l’8 dicembre ma questa volta del 2004, quindi non molto lontano da noi, un ex militare anche lui con la pistola facile sparò ad un uomo nel locale Alrosa Villa di Columbus, nell’Ohio, ferendolo a morte assieme ad altre tre persone. Non state leggendo Cronaca Vera, semplicemente volevo dirvi che l’8 dicembre non è proprio il giorno fortunato dei musicisti. Ne sanno qualcosa John Lennon, il primo uomo a cui hanno sparato cinque colpi e l’altro non si sa dove è andato a finire, e Darrell Lance Abbott, il chitarrista heavy metal fondatore dei Pantera, ucciso in quel locale dell’Ohio di quasi dieci anni fa.

A rallegrare il vostro 8 dicembre ci penso io portandovi a conoscere un artista portoghese, esattamente di Seixal, un sobborgo industriale nei pressi di Lisbona. Di lui vi avevo fatto giusto un piccolo accenno nella pillola di quest’ultimo giovedì, parlandovi del suo ultimo lavoro con il nostro Pixel Pancho e oggi lo metto sotto la mia lente di ingrandimento.
Lo street artist di oggi è ovviamente Alexandre Farto che il mondo conosce con il nome di Vhils, un ragazzo nato nell’86 e da circa dieci anni realizza delle opere straordinarie, sia per la bellezza che per le dimensioni, sui muri delle città del mondo.
La sua tecnica è davvero molto particolare, gli inglesi la chiamerebbero scratching, ovvero graffiare per i cultori della traduzione, o forse sarebbe meglio dire scorticare la superficie dei muri con scalpelli e altri arnesi affini fino ad ottenere un volto riconoscibile ponendosi a debita distanza. È molto simile a quello che fa Borondo sui vetri dei locali servendosi della vernice. Proprio in questo modo particolare di modellare i muri come uno sculture che Vhils è diventato famoso prima nella sua città e poi ha esportato la sua creatività in tutto il mondo, realizzando le sue opere persino in Cina.
Influenzato dai cambiamenti architettonici e dallo sviluppo industriale con cui Lisbona è stata presa d’assalto, Vhils cerca un rapporto diretto con la superficie urbana, non solo un contatto visivo; con i suoi volti scavati nell’intonaco l’artista portoghese credo vorrebbe dare un volto, una parvenza emotiva allo spazio urbano, imprimere con il suo gesto la presenza dell’uomo e del suo mondo interiore, le sue aspettative e anche le sue critiche alla società.
Osservare l’opera con il volto della cancelliera tedesca, tanto per capire di cosa sto parlando.
Bravo Vhils, chissà se leggerà mai il mio incoraggiamento. Continua a regalarci emozioni. Questa di sicuro non gli arriverà mai.

Buona domenica!


Zelda

Mi chiamano Zelda, come la principessa dei Nintendo, come Zelda Sayre Fitzgerald, come Beautiful Zelda della Bonzo Dog Doo-Dah Band. Sono alta quanto una mela della Val di Non, sono impertinente come i miei capelli e mi nutro di street art, quella roba di cui vi parlo la domenica quando avete il cervello quadrato e parlate di rigori e schedine. Non potrete fare a meno di me.

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