Domenica in strada: Alexis Diaz


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La notizia regina della settimana, dico tra quelle che si leggono tra le rubriche sorrisi e cazzate, quindi tra il serio e il faceto, non è di sicuro il video degli sconosciuti che si baciano perché quelli sono tutto fuorché sconosciuti, anzi recitano benissimo trattandosi di una pubblicità, quindi è una bufala su cui purtroppo sono caduta anche io, ma ovviamente il nuovo stencil di Banksy, ovvero la nuova versione della famosa bambina con il palloncino che vola, che l’artista di Bristol ha voluto realizzare qualche giorno fa per far sentire la sua vicinanza al popolo siriano, soprattutto ai bambini, vittime innocenti di una guerra fratricida che non trova più risonanza nei nostri quotidiani e nelle nostre televisioni.
Una guerra dimenticata ma viva che Banksy ha voluto farci ricordare, a suo modo, nel migliore dei modi, con l’arte.
Restiamo in tema ovviamente perché la domenica è il giorno della street art e delle sue varie forme e dei suoi protagonisti, come Banksy che non smette mai di irrompere nel grigiore quotidiano con i suoi messaggi spudorati e taglienti, ma è anche il giorno dell’artista che voglio presentarvi nelle righe che seguono: Alexis Diaz.

Alexis Diaz è un artista portoricano, il quale usa la tecnica dell’incisione per realizzare dei grandi murali in giro per il mondo, partecipando a festival, come al Miami Art Basel, e a progetti come The Painted Desert Project in Arizona, offrendo a tutti la possibilità di ammirare le sue stupende meraviglie.
I suoi personaggi sono degli animali che si incastrano tra le superfici urbane e non solo, sono dei grandi animali che osservano il mondo circostante ma allo stesso tempo sono spettatori e protagonisti di uno spettacolo che si muove nei loro pensieri, in quella loro condizione solo apparentemente statica.
Nelle opere dell’artista portoricano, di cui poco conosciamo della sua vita biografica, i colori e le tonalità vivaci di cui si fa portavoce si mischiano in modo sublime, così da creare il migliore supporto scenico ai suoi personaggi, animali liberi di vagare per le nostre strade, senza guinzagli e museruole.
La street art di Alexis Diaz ricorda in parte quella di un altro grande artista, Roa, il quale come ben sapete si esprime attraverso la sua fauna di rettili e topi giganti.
Entrambi comunicano al mondo con le loro creature dalle dimensioni spropositate, un modo che io interpreto come il coraggio di ricordare all’essere umano di aver preso il controllo di queste creature che ogni giorno vengono relegate ai suoi scopi commerciali, scientifici e ludici.
Tuttavia, le creature selvagge di Alexis Diaz sembrano più amichevoli, se mi consentite il termine, anche meno spaventate di quelle dell’artista belga, forse anche per l’uso del colore marcato in contrapposizione al nero di Roa.
Mi sento di poter scrivere che gli animali di Alexis Diaz sono forse più intriganti, si lasciano sognare e immaginare di più, forse anche per le loro sembianze un po’ deformi ma proprio per questo più coinvolgenti.
E soprattutto lasciano riflettere.
Buona domenica!

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Zelda

Mi chiamano Zelda, come la principessa dei Nintendo, come Zelda Sayre Fitzgerald, come Beautiful Zelda della Bonzo Dog Doo-Dah Band. Sono alta quanto una mela della Val di Non, sono impertinente come i miei capelli e mi nutro di street art, quella roba di cui vi parlo la domenica quando avete il cervello quadrato e parlate di rigori e schedine. Non potrete fare a meno di me.

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