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Sunday cooking: Ombre e Cicheti (Pt. 1)

Sunday cooking: Ombre e Cicheti (Pt. 1)


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Si dice che “andar per bacari a Venezia” sia assolutamente un’esperienza da fare almeno una volta nella vita.
Un’ ombra da bere in calice e un cicheto, o uno spuntino, da gustare in una tipica osteria veneziana.
Dicono che sareste in grado di riconoscere un bacaro ancora prima di entrare al suo interno dal profumo di vino che effonde fra i vicoli e canali, il colore tipico del legno, la presenza di cibi antichi, semplici e autentici.
Ma perché bacari ? I bacari erano i vinai che a Venezia erano soliti vendere in Piazza San Marco il vino direttamente dalle loro botti accompagnato da piccoli spuntini.
Sarà il campanile di Piazza San Marco che con la sua ombra, presso la quale si spostavano di ora in ora i vignaioli, a dare il nome ai bicchieri che si bevevano sotto il suo maestoso cospetto.
Il termine cicheti, invece, deve i natali al termine latino “ciccus” che significa per l’appunto “una piccola quantità” un quantità di cibo che si possa mangiare in un boccone o poco più.
Questa sistemazione occasionale, al giorno d’oggi certamente affascinante da ricordare e raccontare, al tempo era però ovviamente considerata scomoda in quanto questo sistema di vendita su strada “itinerante” rifuggiva ogni ora dal sole per proteggere i prodotti destinati alla vendita.
Quindi per risparmiarsi la fatica di trasportare ogni dì i prodotti i vinai iniziarono a affittare dei locali che in seguito sarebbero stati destinati a divenire i famosi bacari odierni.
Non dimentichiamo inoltre di ricordare il dio Bacco, il dio del vino, dal quale probabilmente prendono il loro nome i vinai del Settecento, e, anche il termine “far bàcara” che significa “festeggiare” potrebbe avere un ruolo importante nella definizione di questo nome.
Questi i cicheti:
Nervetti con cipolla, seppioline grigliate, aringa, polipetti, alici marinate, sarde in saor, , mezzo uovo con acciuga, fagioli in umido zucca in saor, anguille marinate, crostini di polenta con baccalà mantecato, frittata con radicchio di Treviso, spienza (milza) alla veneziana, polpette e alici fritte al momento ma anche salumi e formaggi, tonno e carne cruda.
E i vini? Vi consiglio una sosta nella cantina do Mori che dal 1462 presenta ai suoi visitatori una lista dei vini che comprende più di 150 etichette.
E poi, siamo nel regno del Prosecco..due vini speciali di Valdobbiadene ; Grave di Stecca Brut della Cantina Nino Franco, fruttato secco e deciso, o il Giustino B. della Cantina Ruggeri & C uno spumante dal profumo con sfiziose di pane, burro e miele con sottofondo floreale e fruttato e dal gusto morbido ed equilibrato.
Le ricette che vi propongo oggi sono quelle per le polpettine fritte e per il mezzo uovo con acciuga.

Per le mezze uova altro non vi servirà se non delle uova fresche da allevamento a terra, tolte dal fuoco dopo 6-7 minuti dall’ebollizione, tagliate a metà e farcite con l’acciughina sotto sale, un filo d’olio extravergine d’oliva.

ingredienti per le polpette:

  • 400 g di carne di manzo macinata
  • 100 g di mortadella macinata
  • 100 g di pane ammorbidito nel latte e strizzato
  • 1 patata lessa schiacciata
  • 1 uovo
  • ½ spicchio d’aglio tritato
  • 1 cucchiaio di prezzemolo tritato
  • Sale e pepe q.b.
  • Pangrattato per impanare q.b
  • 1 lt di olio evo per friggere

Procedimento:
Amalgamate tutti gli ingredienti a eccezione del pangrattato. Lavorate il tutto e quindi con le mani leggermente umide formate delle polpette di 80 g ciascuna.
Impanate nel pangrattato e friggete nell’olio caldo a 170°C per 4-5 minuti. Servite caldissime.

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Claudia Ambu

Claudia Ambu, possiedo un bistrot virtuale sulla rete da tre anni. Laureata in scienze delle arti e dei beni culturali, inseguo il sogno del posto fisso, magari dietro il bancone del mio bistrot. Scrittrice, appassionata di fotografia e food, sono sempre alla ricerca di nuovi sapori, nuove storie da raccontare, con le parole e le mie immagini.

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