Domenica in strada: Dulk


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Oggi è una di quelle domeniche rumorose, piene di impegni che non puoi rimandare perché da sempre, in questo nostro pazzo paese dove tutto può accadere, la cultura del cibo si abbina alla musica, passando per qualche influenza straniera che fa tanto radical chic da acchiappo. Tra This is food alle Officine Farneto e il Kokeshi Rebel Fest oggi me la spasso in compagnia dei miei amici, gireremo tra gli stand pieni di cibi mentre dj faranno girare due dischi per poi dirigerci verso Visiva dove darò sfogo alla mia curiosità verso la cultura giapponese, magari qualcuno ci casca. Non si sa mai.
A voi lascio l’artista di questa domenica, uno street srtist di Valencia.
Sto parlando di Antonio Segura Donat, meglio conosciuto come Dulk, un artista che si dimena tra urban art e illustrazione, molto amato dal nostro grande capo che mi ha imposto di presentarlo a voi in questa domenica. Che poi piace tanto anche a me. Non per fare retorica ma credo che la Spagna va parecchio forte in questo campo. Di quanti artisti spagnoli fantastici vi ho parlato in questa rubrica? Ne potrei citare tantissimi. L’ospite di oggi va ad aggiungersi alla cricca.
Dulk è un artista che ama celebrare il colore, le sue opere sono un tributo alla scala cromatica, un arcobaleno che si muove tra le superfici delle città in cui viene chiamato a lasciare il segno a suon di spray.
Dalla Spagna alla Germania, passando per Bologna e Francia, e poi Olanda e Belgio ma anche in Inghilterra, questo artista spagnolo fa parlare di se, delle sue opere bellissime in cui se il colore è la caratteristica principale di certo i personaggi non sono da meno. Sono per lo più simpatici animali i soggetti dei suoi lavori, creature grandi e piccole come uccelli e orsi, balene e mostriciattoli indefiniti quelli che vengono fuori dalla sua mente creativa che sa tanto di libertà, la libertà di movimento del pensiero in un mondo governato da uomini senza scrupoli e assuefatti al profitto che gli toglie la consapevolezza di vivere in un mondo animato da un’infinità di splendide creature quali appunto gli animali.

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Zelda

Mi chiamano Zelda, come la principessa dei Nintendo, come Zelda Sayre Fitzgerald, come Beautiful Zelda della Bonzo Dog Doo-Dah Band. Sono alta quanto una mela della Val di Non, sono impertinente come i miei capelli e mi nutro di street art, quella roba di cui vi parlo la domenica quando avete il cervello quadrato e parlate di rigori e schedine. Non potrete fare a meno di me.

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