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Save the date: Drawing For Blind People

Save the date: Drawing For Blind People


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Da quando è nato Organiconcrete da queste parti non siamo certo diventato ricchi. Anzi.
D’altro canto lo sapevamo, “con l’arte non si mangia” ci ripetono da un centinaio di anni, ma a noi va bene così.
Va bene così, se durante il percorso di un progetto editoriale ben lontano dalle losche manovre commerciali attiraclick (con tanto di post su sesso, droga , gossip, tette e culi) incontri persone come Michele Guidarini che ti fanno capire senza troppi giri di parole, che nel mondo dell’arte ci sono ancora persone vere e genuine, mosse da una passione così forte che gliela leggi negli occhi quando ti parlano.
Persone, che in tutta onestà, preferisco chiamare Artisti in questo marasma generalizzato di pseudo fotografi, pseudo illustratori e pseudo tuttologi.

Lo stile di Michele Guidarini credo ormai lo conosciate bene, essendo passato più volte per queste pagine, a partire dall’intervista fatta per A Colpi di Matita, passando per le t-shirt di Superology per arrivare alla fantastica serata che abbiamo fatto insieme al Treebar, in un crescendo di fili intrecciati che ci ha romanticamente legato a lui, e che mi impedisce moralmente di scrivere un articolo distaccato e disinteressato.

Drawing For Blind People è la personale che Michele terrà a Barcellona dal 3 al 29 luglio, in uno spazio come Mutuo, sito al centro della città che da anni è un luogo di condivisione di arte e cultura.
E che i ragazzi di Mutuo amino fare le cose fatte bene, (oltre che dalla media partner con noi) si evince dalla complessità del testo critico che accompagna la locandina, scritto da Pura Maria Campos, che vi lascio per intero proprio qui sotto.

L’Italia all’estero. Quella bella. Quella vera. Michele Guidarini.

 

Non ci sorprende come il mostruoso, la violenza, le mutilazioni, le ferite, il degrado o, meglio detto, la putrefazione del mondo si sono installati davanti ai nostri occhi in forma di qualitá estetiche consolidate.
Ci troviamo davanti a uno spettacolo d’orrore che non da pace al nostro sguardo, riuscendo, in alcuni casi, a disattivare il suo potere critico, esausto di tanta informazione.
Pero vi invito a non fermarvi alla superficie ed ad entrare nel mondo di Michele Guidarini.
L’ artista italiano ci cattura con il proprio stile, ci intrappola insieme ai suoi personaggi e ci guida verso un’atmosfera asfissiante e familiare. Il dolore é congelato tra icone pop, simboli politici e religiosi, frasi e parole suggestive e altri ingredienti della cultura occidentale.
Il suo linguaggio é figurativo, il tratto é il verbo di tutte le sue composizioni e il colore, un aggettivo del quale potremmo prescindere per arrivare al significato dell’opera.
Di fatto, la sua fonte di ispirazione sembra essere il mondo pop. Un pop peró che recupera il proprio carattere critico e militante dei primi anni in Inghilterra, quel pop che contestata con sarcasmo e furbizia il sistema capitalista e la sua fame di consumo, prima di finire nelle redini del consumismo e che gli Stati Uniti lo adottassero come carattere di identitá nazionale. Non é un Pop senza contenuti e preoccupato solo per il superficiale.
Il pop nel quale si ispira Michele Guidarini si alimenta del pessimismo, della militanza critica del Dada e dell’angoscia del Punk.
Forse é per questo che si puó accostare facilemente il lavoro di Michele Guidarini a quello che i critici denominano Pop Surrealism o LowBrow.
Nonostante questo, non credo che l’artista possa essere etichettato, dal momento che percepiamo nella sua traiettora un viaggio eclettico, interdisciplinare e uno spirito nomade.
L’importante, a lato del tecnicismo estetico, é come questo artista attiva la nostra osservazione. Ci obbliga ad essere spettatori attivi davanti alla rappresentazione del proprio immaginario: un mondo di orrore, satirico, divertente, moderno e, perché non dirlo, “cool”; che peró nasconde un impulso critico, mettendo il dito nella piaga alla nostra amata struttura etica e morale.
Siete pronti per lo spettacolo?

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Alessandro Rossi

Alessandro Rossi, fondatore di organiconcrete e pseudo studente di Ingegneria Edile-Architettura presso "La Sapienza" di Roma. Ossessionato dai buchi temporali, dall'eta adolescenziale, dal trascorrere del tempo, dai rapporti umani e dall'arte. Irrimediabilmente fesso.

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