Postumi di Organiconcrete al Treebar


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Finchè non decidi di abbandonare il macchinoso e per certi versi perverso mondo del web, non riesci mai a renderti conto di quante soddisfazioni possa darti questo piccolo ma prezioso gioiellino che è Organiconcrete.
L’idea di abbandonare monitor e tastiera rischia di creare una serie cosmica di reazioni a catena e di ansie sociali, con la paura di deludere le aspettative dei lettori e anche quelle di chi, Organioncrete non l’ha mai sentito nominare, perdendo quell’appeal  che tanto modestamente (e duramente) abbiamo provato a costruire in questi due anni (e poco più) di articoli, immagini, e condivisioni sui vari social, oltre che di terrorismo psicologico nei confronti di amici, conoscenti e pure sconosciuti che non potevano non sapere dell’esistenza di Organiconcrete.
Perchè quando stringi tra le mani una cosa così bella, vorresti che tutti ti vedessero, col tuo bel faccione sorridente e quell’aria da bambino con in mano il giocattolo preferito.

Ma se è vero che la paura di rovinare tutto è forte almeno quanto la sensazione di volersi spingere oltre i pixel, è anche vero che certi progetti non sono altro che la conferma di un lavoro di squadra collaudato, fatto di sinergie creative e rigorosi momenti di serietà alternati ad altri di sana cazzoneria, nei quali, tra un impegno e l’altro (di quelli che ti fanno pagare le bollette), trovi il tempo di assecondare le tue più recondite perversioni artistiche.

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Il Treebar in Via Flaminia a Roma è una galassia di cortesia e atmosfere cool, la cornice perfetta di un evento carico di aspettative in cui il suono caldo dei vinili Funky e Nu-Disco si è fuso in maniera armonica con i sentori lime dei mojito e le note agrumate della nostra Clorofilla (andata letteralmente a ruba).
Che poi, mentre provi come un ossesso a battere le dita sulla tastiera, scrivendo, poi cancellando, scrivendo di nuovo, e tornando indietro per modificare, quasi ad accartocciare tutto e buttare il foglio di word nel cestino, se solo non fosse così deleterio per il tuo portafogli, ti rendi conto che l’unico riassunto possibile della serata è quello di lasciarti a video e foto (e ricordi per chi c’era).
Perchè tentare di descrivere il modo in cui Michele Guidarini fa sembrare tutte le cose estremamente semplici, tentare di descrivere la dedizione al proprio lavoro dello staff del Treebar,  l’atmosfera green così lontana dalla Roma che ho sempre visto (e odiato), i fiumi di mojito bevuti dalla nostra Eva Di Tullio, e le Clorofilla passate per la bocca di Umberto, così come le domande assurde di Marta Latini rivolte a un Michele Guidarini esausto ma con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia, francamente mi sembra solo un patetico (e inutile) tentativo di raccontarvi l’impossibile.

Proprio io poi, così benvoluto dalle divinità celesti, a tal punto da arrivare al Treebar imbottito di Tachiflud, antibiotici e Biochetasi al seguito, con impossibilità di mangiare/bere tuttecose, in uno stordimento psichedelico che potrebbe aver alterato così tanto la mia percezione della realtà da farmi pensare che mezza Roma fosse presente all’evento.

Una cosa però la voglio fare prima di lasciarvi a video e foto (che sicuramente vi annoieranno meno di questo pappone pieno di fuffa) per concludere tutto come un comizio elettorale che si rispetti, visto che il 25 si vota.
Vorrei ringraziare tutti voi che ci siete stati, chi è venuto da Perugia, chi da Grosseto e chi dai Castelli Romani, chi è sceso a piedi, chi con i mezzi e chi è venuto con la bici. Vorrei ringraziare tutti i redattori che c’erano, Marta Latini, Stefano Gizzi per le foto, Matteo Terrinoni per il video, Umberto Calabria, abile dispensatore di nozioni birrose, Davide Minnucci, Luca Di Carlo, Daniela Ionta, Eva Di Tullio,  Michele Guidarini e Irene.
Poi vorrei ringraziare tutto lo staff del Treebar che ci ha accolto come se fossimo di famiglia,  le amministrazi….ah no, quelle no.
Vabbè grazie a tutti. Davvero. Di cuore. Occhio che prima o poi si bissa.
E il 25 ricorda, vota Organiconcrete. :)

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Alessandro Rossi

Alessandro Rossi, fondatore di organiconcrete e pseudo studente di Ingegneria Edile-Architettura presso "La Sapienza" di Roma. Ossessionato dai buchi temporali, dall'eta adolescenziale, dal trascorrere del tempo, dai rapporti umani e dall'arte. Irrimediabilmente fesso.

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