Smile Tv


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C’era una volta, la tv di Troisi, di Alberto Sordi, di Totò, di Verdone, Nino Manfredi, Proietti, Lino Banfi e chissà quanti ne sto dimenticando. C’era la tv che faceva ridere, sorridere, di quella comicità genuina e giusta, candida e pulita, che non scadeva mai nel ridicolo e nel banale. Quella tv che oggi continui a cercare su youtube come un nostalgico cronico, istruito dai tuoi genitori che ricordano con estremo piacere le serate sul divano a ridere a crepapelle quella volta in cui Totò (nei panni di Antonio Trevi) con la complicità di Ugo D’Alessio, vendette Fontana Di Trevi a Nino Taranto.
Un palinsesto televisivo agli albori che non offriva di certo la vastissima scelta odierna, ma si sforzava di regalare a un pubblico incuriosito dalle potenzialità di quella scatola nera, film e programmazioni di qualità.

Oggi, non sto a dirvelo, la situazione è totalmente opposta, con una tv in cui lo zapping sembra essere l’unica costante plausibile per tenere la soglia dell’attenzione di uno spettatore a livelli decenti, prima che sprofondi sul divano, annoiato a morte dal ciclo continuo di format identici.

La Smile Tv di David Hedberg fa parte di quell’interaction design costruttivo che si pone l’obiettivo di far riflettere sullo stato in cui ci poniamo nei confronti di un televisore. Se una volta il problema era la ricezione del canale in termini qualitativi (con tanto di prove da antennista/acrobata: si vede? E ora? E adesso?) oggi il vero problema è nostra ricettività nei confronti dei contenuti che ci vengono somministrati.
Attravero FaceOSC (software di riconoscimento facciale) e di una telecamera nascosta proprio nella lettera O di “Smile To watch”, la Smile Tv, è in grado di captare la reazione dell’osservatore, scegliendo di mostrare i propri contenuti soltanto nel caso in cui si sorrida davvero (e di gusto), allontanando sorrisi finti e forzati.

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Alessandro Rossi

Alessandro Rossi, fondatore di organiconcrete e pseudo studente di Ingegneria Edile-Architettura presso "La Sapienza" di Roma. Ossessionato dai buchi temporali, dall'eta adolescenziale, dal trascorrere del tempo, dai rapporti umani e dall'arte. Irrimediabilmente fesso.

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